Il governo italiano intende uscire dal memorandum firmato nel 2019 dai gialloverdi di Conte. L’avrebbe detto la presidente del Consiglio allo Speaker McCarthy, rivela Bloomberg. E potrebbe essere solo l’inizio di una ricalibrazione dei rapporti tra Roma e Pechino
Il governo italiano intende uscire dalla Via della Seta. È quanto avrebbe detto Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, incontrando la scorsa settimana Kevin McCarthy, Speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, in visita a Roma alla guida di una folta delegazione bipartisan di parlamentari. Lo rivela Bloomberg citando persone presenti all’incontro. La stessa testata spiega che i consiglieri diplomatici di Meloni stanno ancora valutando i dettagli e i tempi della decisione, temendo una reazione economica da parte della Cina.
L’ASSALTO DEI MANDARINI
Se alla fine l’Italia si chiamerà fuori dalla Via della Seta, la presidente del Consiglio potrà dire di aver respinto i tentativi di pezzi di burocrazia italiana che, come spiegato su Formiche.net, stanno tentando di evitare questo passo o almeno di proporre un accordo commerciale “riparatorio” tra Roma e Pechino (ipotesi che però a Palazzo Chigi respingono). Inoltre, la decisione sulla Via della Seta, spiegavamo già qualche settimana fa, rappresenta per l’Italia e per la presidente Meloni l’opportunità di distinguersi nel rapporto transatlantico dopo le dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron e le incertezze del cancelliere tedesco Olaf Scholz.
L’ATTENZIONE INTERNAZIONALE
Come raccontato in questi giorni su Formiche.net, l’attenzione europea e americana verso la decisione di Roma cresce mentre si avvicina il G7 di Hiroshima. Se ne sono occupati media come Reuters, Politico, Euractiv, Bloomberg e CNBC. Mancano meno di due settimane al summit dei leader G7 in Giappone, e poco meno di otto mesi per una decisione italiana sul rinnovo (o meno) della Via della Seta (se Roma non fa un passo indietro entro fine 2023 il memorandum d’intesa firmato dal governo gialloverde di Giuseppe Conte nel 2019 si rinnova automaticamente a marzo). “La decisione italiana è anche un test per la coesione del G7 verso la Cina”, ha osservato Alexander Alden, nonresident senior fellow dell’Atlantic Council, intervistato da Formiche.net. “Uno dei temi del summit è l’alternativa alla Via della Seta e in questo senso sarà importante valutare la coesione e la solidarietà verso l’Italia che potrebbe decidere di fare la cosa giusta uscendo dal progetto Via della Seta”, ha spiegato.
PIRELLI E CDP RETI
La decisione sulla Via della Seta, scrive ancora Bloomberg, è collegata alla posizione di Meloni sugli investimenti cinesi in Italia e, in particolare, sull’imminente decisione di esercitare o meno i poteri speciali per limitare la presenza della cinese Sinochem in Pirelli. In questo caso, una decisione è attesa per fine maggio. Poi si potrebbe aprire un altro dossier, quello che riguarda Cdp Reti, che gestisce investimenti partecipativi in Snam, Italgas e Terna e il cui 35% è nelle mani del colosso pubblico cinese State Grid Corporation of China (tramite State Grid Europe Limited).