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Meloni può essere la nuova Merkel, mentre Macron… Parla Rotondi

Il parlamentare centrista: “Macron? Come un sindaco (calante) al secondo mandato. Il peso specifico dell’Italia può aumentare esponenzialmente e il dialogo Ecr-Ppe inquieta le socialdemocrazie europee. L’Ue? Non ha controbattuto davvero alle politiche cinesi”

Le mosse italiane sullo scacchiere internazionale, dice a Formiche.net Gianfranco Rotondi, sono dettate da una premier che ha davanti a sé cinque anni di governo, guida il maggiore partito italiano e guida il centrodestra. Ha il senso di una fortissima caratura, quindi “giustifica” una reazione come quella francese, con l’attacco diretto da parte del ministro dell’Interno. “Non è azzardato dire che Meloni può essere la Merkel di una religione diversa, mentre Macron è come un sindaco al secondo mandato”.

Dietro questo attacco c’è anche un ansia da prestazione francese guardando a dossier come la postura di Macron nei confronti della Cina, il disimpegno nel Sahel e le relazioni italiane in Libia?

Intanto in questi episodi c’è sempre un aspetto caratteriale: è una persona a parlare, non uno Stato. Per cui bisognerebbe analizzare il profilo psicologico e politico del personaggio che ha parlato, che naturalmente ha un ruolo di governo. Il tutto accade mentre Giorgia Meloni conferma le coordinate tradizionali della politica estera euroatlantica dell’Italia. E lo fa con un profilo politico, perché le scelte fatte da Draghi avevano il carattere del riflesso condizionato.

Ovvero?

Oggi tutto è fatto da una premier che ha davanti a sé cinque anni di governo e guida il maggiore partito italiano e guida il centrodestra. Ha il senso di una fortissima caratura politica e quindi può giustificare delle reazioni da chi ovviamente ha delle coordinate diverse.

Il governo Macron non attraversa un momento felice, tra la contestazione interna per la riforma delle pensioni e il peso geopolitico diverso che lo ha portato a rafforzare l’intesa con la Cina. Quali le motivazioni?

Macron è come un sindaco, calante, al secondo mandato quindi niente altro che un andamento tradizionale dei cicli che si concludono: non è solo lui, tanti presidenti francesi al secondo mandato hanno avuto una china calante. Aggiungo che sta cambiando l’equilibrio politico europeo e si profila uno schema nuovo. Quindi l’illusione coltivata in Italia, particolarmente da Renzi, che Macron divenisse il reuccio di una specie di centro che allargava i confini del gruppo dei socialisti democratici europei, fa a cazzotti coi numeri. Essi ci dicono che c’è un’area conservatrice in feeling sempre più esplicito con i popolari. Questa la nuova Europa che si profila dopo le europee del 2024.

Il dialogo tra popolari e conservatori sta dando fastidio a qualcuno?

Certo, perché abbiamo avuto un equilibrio di solidarietà europea popolare-socialisti in una lunga stagione e di quell’equilibrio il volto di sintesi era quello di Angela Merkel. Invece oggi abbiamo una maggioranza diversa e anche in questo caso il volto di sintesi è quello di una donna, Giorgia Meloni. Non è azzardato dire che Meloni può essere la Merkel di una religione diversa. Questo fa capire che il peso dell’Italia nella politica europea è destinato a crescere smisuratamente. Fa sorridere adesso ricordare quando qualcuno diceva che la Meloni avrebbe potuto vincere le elezioni nazionali, perché l’Europa l’avrebbe fermata. Invece qui sta succedendo che la Meloni ha vinto le elezioni e vincerà anche in Europa.

La densità del Piano Mattei ha un peso nella querelle francese?

Il tema è posto in modo sbagliato sul versante francese perché ci dovrebbe essere una politica comune dell’Europa in Africa e dovrebbe essere in competizione con la Cina. Pechino sta realizzando un piano che, in prospettiva, la porterà ad essere dominus di quell’area geografica. L’Ue non ha controbattuto davvero alle politiche cinesi.

@FDepalo


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