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Da Bankitalia una sponda al Mes. La spinta di Ignazio Visco​

A poche ore dall’accelerazione verso la ratifica impressa dalla Camera, il governatore rilancia la necessità del sì italiano. Ne va dell’Unione bancaria europea. Dal governo, intanto, viene ribadita la linea del dialogo con Bruxelles

Bankitalia tira la volata al Mes. Il governatore Ignazio Visco, alle sue ultime Considerazioni finali, ha colto la palla al balzo per dare una spinta all’approvazione del Trattato, da parte dell’Italia unica firma mancante in Ue, che regola il Meccanismo di stabilità. Proprio a poche ore da un’altra accelerazione, quella impressa dalla Camera, che ha calendarizzato la discussione generale sulla ratifica entro il prossimo 30 giugno.

Il Meccanismo europeo di stabilità, “non appena sarà pienamente operativa la sua riforma potrà svolgere un ruolo importante fornendo una rete di sicurezza finanziaria al Fondo di risoluzione unico”. Nelle considerazioni Visco ha rilevato come i recenti fenomeni di instabilità nel settore bancario emersi fuori dall’Unione europea mostrino chiaramente l’importanza di portare a compimento l’unione bancaria, “attraverso una revisione dell’attuale disciplina di gestione della crisi che renda quest’ultima più rapida ed efficace, ma anche l’istituzione di uno schema unico di garanzia dei depositi”.

Il controverso Mes, o meglio la proposta di legge ratifica che l’Italia, unico tra gli Stati Ue, non ha ancora approvato, arriverà infatti in Aula alla Camera. E ci arriva su pressione delle opposizioni che nella capigruppo a Montecitorio riescono a strappare la calendarizzazione: discussione generale il 30 giugno. L’obiettivo è mettere all’angolo il governo su uno dei tavoli difficili con Bruxelles, che da tempo insiste perché Roma arrivi alla ratifica. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva precisato che il congelamento del dossier “non è un ricatto” nei confronti della Commissione Ue.

Ma sullo sfondo si incrociano diverse trattative aperte da Palazzo Chigi in Europa, con le richieste italiane sulla riforma del Patto di stabilità, in particolare sullo scorporo di alcune spese, e quella più delicata sul Pnrr, su cui si attendono le correzioni che vorrà apportare l’Italia. E del resto non è ancora arrivato il via libera alla terza rata di dicembre. Il cosiddetto fondo salva stati, nella sua nuova versione, considerata per l’appunto l’ultimo tassello verso l’unione bancaria, avrà anche un ruolo nei salvataggi di banche in crisi, oltre a concedere assistenza finanziaria ai Paesi con un debito sostenibile ma che siano in difficoltà. Tutto in cambio di una rigorosa condizionalità e di un programma di aggiustamento macroeconomico sotto il controllo di Commissione, Fmi e Bce.

Intanto, Antonio Tajani, ministro degli Esteri, puntella la linea del governo. Sul Mes “il dibattito è aperto, io sono sempre stato favorevole all’utilizzo del Mes, abbiamo manifestato profonde critiche sul regolamento perché non era sottoposto ai giusti controlli, la maggioranza voterà unita ma io ritengo però che si debba fare ogni sforzo per far sì che il Mes non sia una questione isolata ma che sia parte di un pacchetto più ampio che riguarda la politica finanziaria. Quindi bisogna andare avanti sull’unione bancaria, bisogna arrivare all’armonizzazione fiscale, bisogna vedere come si conclude l’accordo sul patto di stabilità”.

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