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Meloni a Praga e l’ampio orizzonte euro-balcanico

A Praga per continuare il doppio binario Ue e conservatori. Con Fiala c’è la comunanza a Bruxelles oggi, ma soprattutto per il progetto di domani: avanzare un’idea concreta per la governance del dopo Merkel. L’eurodeputato di FdI, Nicola Procaccini, a Formiche.net: “C’è un terrore, ormai sempre più evidente, rispetto al successo di Giorgia Meloni. La considero come il capotreno di questo convoglio europeo di centrodestra”

Il viaggio di Giorgia Meloni a Praga ha l’obiettivo di continuare il doppio lavoro sull’asse delle relazioni internazionali e dell’altro mattoncino conservatore in seno all’Ue. Da un lato spicca la relazione bilaterale (e personale) con Petr Fiala, dall’altro l’intenzione del governo di essere attore protagonista, tanto nei Balcani quanto nel Mediterraneo: e l’elemento rappresentato dal Piano Mattei impatta precisamente su questo scenario. In prospettiva inoltre il tandem Weber-Merz alle spalle preme per assemblare un quadro favorevole e le voci che giungono da Monaco lo dimostrano (assieme ai continui attacchi da Parigi).

Obiettivo 2024

“Fiala è già un presidente ascrivibile al gruppo Ecr, questa visita è un consolidamento di un rapporto di stima”, dice a Formiche.net l’eurodeputato di FdI, Nicola Procaccini, co-presidente dei conservatori al Parlamento europeo secondo cui esiste anche un rapporto politico determinato dal fatto di condividere l’appartenenza ai conservatori europei. “In questo indirizzo – aggiunge – posso dire che emergono i tre premier: Fiala, Meloni e Morawiecki in Polonia”.

Tra Roma e Praga, dunque, non solo la comunanza sull’oggi ma soprattutto la comunanza di valori di domani, ovvero il punto di caduta rappresentato dalle elezioni europee 2024 e dall’idea concreta di elaborare il dopo Merkel in una nuova Europa. “Penso che il futuro si stia costruendo dal basso, intendo innanzitutto dalla nascita di governi che sono figli di un’alleanza di centrodestra modellata sull’Italia”, continua Procaccini. “Ad esempio, Svezia e Finlandia sono due governi a guida Ppe, ma stanno in piedi grazie al sostegno di due partiti che sono iscritti ai circoli dei valori conservatori europei. Per cui direi che sta nascendo una nuova Europa, diversa e conservatrice. Giugno 2024 sarà il redde rationem per Parlamento e Commissione europea. Per il momento noi stiamo parlando di nazioni che chiaramente fanno sentire il loro peso all’interno del Consiglio europeo, che è una delle tre gambe, ma le altre due gambe verranno definite dal risultato elettorale del prossimo anno”.

Ecr-Ppe

Il risultato di questo lavoro, sommato alle aperture giunte dal vertice del Ppe di Monaco e ai continui attacchi di Parigi, dimostra che c’è fermento di fronte all’iperattivismo dei conservatori? “C’è un terrore, ormai sempre più evidente, rispetto proprio al successo di Giorgia Meloni. La considero come il capotreno di questo convoglio europeo di centrodestra perché comunque l’Italia è la nazione più grande a guida centrodestra, con una donna, che sta dimostrando anche nei fatti di essere particolarmente pragmatica ed efficace nella sua azione. Quindi – prosegue Procaccini – se passa il principio che il modello italiano avrà successo anche nei Paesi in cui si voterà, come Spagna, Francia e Germania, il rischio che il centrodestra si compatti rappresenta lo spauracchio numero uno della sinistra che in questo momento governa alcune nazioni europee solo grazie alla divisione del centrodestra, altrimenti non ne guiderebbe neanche uno”.


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