Geopolitica dell’ Infosfera è il tema della lezione che Paolo Savona ha tenuto al Master di Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri
Geopolitica dell’ Infosfera è il tema della lezione che Paolo Savona ha tenuto al Master di Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
Paolo Savona è stato coautore nel 1970 del primo modello econometrico dell’economia italiana sviluppato durante suo periodo di permanenza in Banca d’Italia, nonché collaboratore di Franco Modigliani al Massachusetts Institute of Technology (MIT), fondatore della Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli (Luiss), nonché ministro dell’Industria e ministro per gli Affari Europei, oggi presidente della Consob.
Per introdurre il tema, il docente ha evidenziato come gli sviluppi delle tecnologie della comunicazione hanno creato connessioni senza soluzione di continuità fra gli esseri umani che oramai fanno parte di quella che il filosofo Luciano Floridi ha definito “infosfera globale”.
La dimensione informatica della Quarta Rivoluzione Industriale è composta da svariate tecnologie digitali come l’Intelligenza Artificiale (IA), l’Internet delle cose (IoT-Internet of Things), i Big Data, il Cloud Computing, la robotica, le piattaforme digitali, i social media, la Blockchain, le criptovalute e le produzioni additive come la stampa 3D, che stanno trasformando tutte le attività umana creando un mercato fatto da nuovi individui. In ogni campo, le tecnologie e l’incedere tumultuoso dell’intelligenza artificiale sono diventate forze che definiscono l’ambiente in cui viviamo, creando e trasformando la realtà.
Nel volume Geopolitica dell’Infosfera che Paolo Savona ha scritto insieme a Fabio Vanorio ha appunto lo scopo di analizzare le conseguenze delle profonde trasformazini in atto, nonché sulle decisioni relative al presente e al futuro dell’essere umano. Il docente ha ricordato la figura del generale Stefano Orlando, alla cui memoria il libro è dedicato, che avviò la riflessione sulla rifema dei Servizi di intelligence, su incarico del presidente Cossiga, ponendo alla base il principio ricorrente “prima di tutto, l’essere umano”.
Il libro, che è un materiale di testo per gli studenti del Master, focalizza lo sguardo sulle implicazioni geopolitiche dello sviluppo tecnologico, sulle relazioni tra stati e su come questi strumenti influenzino le decisioni politiche. In questo modo si intende contribuire a una diffusa consapevolezza di questi problemi, per definire politiche interne e internazionali oltre che stimolare spunti di analisi all’attività di intelligence svolta dai Servizi.
Savona ha evidenziato come, già a livello semantico, il termine “Intelligenza artificiale” richiami due aspetti rilevanti, che spostano il piano dell’attività principale del cervello umano dall’uomo alla macchina. La creazione di macchine che riescono a pensare con i metodi del cervello umano crea innanzitutto dei problemi etici, legati al rifiuto di sostituire il cervello umano con cervello artificiale, l’intelligenza umana per intelligenza artificiale. Ed è una ritrosia che si avverte anche all’interno delle organizzazioni in cui si avverte spesso l’esigenza di ribadire la centralità del fattore umano.
A livello terminologico, sarebbe preferibile parlare di intelligenza rafforzata, insistendo sul fatto che i computer non possono operare se dietro non c’è un uomo, che gli algoritmi sono una tecnica di rafforzamento della mente umana, che nelle sue espressioni più alte può arrivare al massimo alla genialità di Leonardo da Vinci, Galileo Galilei o Isaac Newton. I geni, per quanto eccezionali, non sono però in grado di elaborare nella loro mente un numero gigantesco di variabili, mentre la macchina, opportunamente istruita, è in grado di farlo e in tempi rapidi.
Il docente ha citato gli esempi più illuminanti, a cominciare da Alan Turing, padre dei calcolatori, che riuscì a decriptare i codici cifrati tedeschi al programma di potenziamento delle macchine di calcolo della Marina americana per potenziarne la capacità offensiva rispetto alle forze di terra ed a quelle aeree. Le precedenti rivoluzioni industriali consistevano nell’interazione tra scienziati, che sviluppavano tecnologie o prodotti, e macchine, che replicavano e automatizzavano il processo. La Quarta Rivoluzione Industriale, quella in cui siamo immersi, è totalmente incentrata sulla Internet delle cose, in cui i computer sono diventati sempre più importanti per progettare i prodotti.
In tal modo si attribuisce alle macchine il ruolo di innovatore, mentre l’essere umano è relegato a un ruolo di esecutore. Le imprese che operano in competizione sono state le prime a capire e sfruttare le potenzialità di questo nuovo paradigma di produzione e consumo. Accanto all’Internet delle cose si sta cominciando a sfruttare l’internet degli uomini, come evocato dal nome di Avatar, inteso come il gemello digitale e la sua esperienza nella sfera digitale, in particolare nel metaverso , una realtà tutta virtuale, alternativa a quella fisica e reale.
Quest’ultimo assetto prefigura internet del futuro, attualmente allo stato nascene, con il superamento dei computer, destinati a diventare obsoleti ed essere soppiantati dalle macchine del metaverso, attualmente non ottimali per costi e performance. Il docente ha ricordato come il tema dell’influenza decisiva dell’Innovazione tecnologica sulla finanza abbia sempre formato argomento dei suoi interessi di studio sia in Banca d’Italia e sia passando per l’analisi degli strumenti derivati preconizzando la crisi del 2008, sino all’attuale tema caldo delle crypto-valute.
Le cripto-valute e il loro uso nel metaverso attualmente restituiscono un perimetro ristretto proprio di un mercato astratto e costoso in cui ancora non tutti possono entrare. Nell’ipotesi probabile di allargamento del livello digitale, potrebbe affermarsi la tendenza a operare non più nella realtà fisica e a sostituire la vita con la nuova dimensione virtuale.
Ne risulterebbe sacrificata la libertà in quanto diventerebbe dominante la spinta al consumo che è lo scopo esclusivo dell’esperienza nel metaverso tramite lo acquisto di beni o servizi. Anche le strutture convenzionali dell’architettura del sistema finanziario sono state aggredite dalla innovazione tecnologica, come dimostrato dalla nascita di strutture di finanza decentralizzata (DeFi, Decentralized Finance) per transazioni e interazioni peer-to-peer (P2P) mediante applicazioni basate su processi di blockchain.
Poggiando su un consenso individuale, quasi sempre disinformato, le contabilità decentrate e criptate sono rivoluzionarie in quanto basate sull’interazione tra agenti distanti e sconosciuti, che concludono contratti in sicurezza e si scambiano assets, senza bisogno di terze parti come garanti fiduciari o stanze di compensazione. Il docente ha poi fatto cenno alle molte polemiche rivolte alle piattaforme che negoziavano in borsa con le tecnologie HFD- High Frequency Trading.
Si tratta di macchine pensanti utilizzate nella finanza per impartire ordini di compravendita in autonomia. In sostanza, l’algoritmo che le governa, in presenza di possibilità di un guadagno, interviene con una serie di offerte di titoli o strumenti finanziari sul mercato, per influenzare il prezzo e quindi sfruttare eventuali vantaggi. L’aspetto di maggiore turbativa è rappresentato però dal fatto che queste “decisioni” se trasmesse anche ai soci, generano un effetto moltiplicatore dei risultati rispetto a una normale offerta sul mercato. E’ un terreno dove si generano disequilibri in cui l’operatore fisico incomincia a diventare sempre meno importante rispetto all’operatore virtuale.
L’intelligence economica deve distinguere tra operatori fisici, che impartiscono ordini facendosi sostenere da tecniche di intelligenza rafforzata, e i potenziali operatori virtuali che sorretti da una macchina influenzano quantità e prezzi di mercato alterando profondamente l’economia tradizionale. Oggi l’economia va studiata secondo principi che potrebbero definirsi di economics machine Learning, basati sul ruolo politico dell’informazione sia nei rapporti interni che in quelli internazionali.
I rapporti internazionali si stabiliscono fra stati che sono in grado di competere nel campo dell’infosfera, cioè controllarne informazioni e utilizzare le stesse con rapidità. L’esempio dell’Ucraina, nel conflitto in atto con la Russia, evidenzia l’utilità di disporre di sistemi di intercettazione dei movimenti nemici con “palloni sonda” e l’uso di droni, rendendo evidente come il vero potere nell’infosfera si giochi sul terreno dell’informazione.
Atteso che la supremazia nelle tecnologie assume un ruolo sempre più cruciale nella competizione internazionale, i grandi produttori sono quelli che dominano il mercato, offrendo dispositivi sempre più potenti ed efficienti, alleandosi con lo Stato ed emarginando l’individuo. Gli stati sono sempre più condizionati nella competizione geopolitica dalle capacità tecniche degli operatori di mercato, favorendo processi non sempre favorevoli per l’individuo, come la rapida obsolescenza delle condizioni di vita, delle idee, persino del cibo o delle cose usualmente oggetto di consumo. Un mercato dominato dalle tecnologie esercita un notevole impatto
sulla propensione al risparmio ed agli investimento degli individui.
La storia sembra avere imboccato una direttrice opposta a quanto accaduto nel diciannovesimo secolo con le lotte per ottenere carte costituzionali in cui furono consacrati diritti dell’uomo e forme di governo progressivamente più democratiche. Per contro, il conflitto tra Stato e individuo nell’era digitale si esprime attraverso tendenze a un controllo sempre più pervasivo sul comportamento umano, modificando le norme sociali e ottenendo un’influenza che attraversa interi settori dell’economia e della collettività.
Lo Stato impone, in tal modo, un nuovo ordine che ha il suo campo di battaglia nella mente delle persone, sempre più nella morsa tra potere digitale delle imprese e potere di sorveglianza dello Stato attraverso processi automatizzati.
Alla tradizionale contrapposizione tra Stato e mercato e individuo si è sostituita una nuova contrapposizione fondata sull’alleanza tra Stato e mercato a scapito dell’individuo, in cui dal mercato beneficiano pochi e ben professionalizzati individui. L’uomo comune appare oggi sempre più al margine dei fenomeni geopolitici, incapace di ribadire la forza dei propri diritti. Savona ha messo in guardia dal dare una interpretazione di destra o sinistra a questi fenomeni, in quanto si tratta di prospettive fuorvianti. In particolare si tratta di comprendere le tendenze del sistema tecnologico il cui sviluppo può essere frenato o governato ma non arrestato.
Il docente ha poi evidenziato come questi movimenti di fondo della geopolitica possano essere aggravati da retaggi culturali che sempre più appaiono come inadeguati alle sfide della contemporaneità. A riguardo, ha citato la vicenda della discussione in ambito UE sulla natura delle criptovalute e più in generale della iper regolamentazione tipica dei paesi di civil law che spesso porta a normare fatti o situazioni in maniera non tempestiva e adeguata. Se nella sfida cognitiva il campo di battaglia è nella mente delle persone, un ruolo cruciale può e deve essere svolto dall’educazione con la formazione di scienziati e imprenditori ambiziosi che potranno disporre del futuro dell’umanità.