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Un “Piano Mattei” per i bambini africani e le adozioni. La proposta di Tivelli

È ora di trovare una forma di possibile intersezione tra quello che viene definito “Piano Mattei” e il rilancio della natalità. Una natalità di cui indubbiamente l’adozione è una delle forme più nobili

Due fra i progetti cui il governo Meloni sembra dare più rilievo e importanza sono per un verso una serie di azioni normative finalizzate all’incentivazione alla natalità, alla luce del grave “trabocchetto demografico” già da tempo in atto nel Paese, e il “Piano Mattei” per l’Africa. Ebbene, vedremo che c’è un aspetto in comune tra i due progetti.

Quanto all’indispensabile sostegno all’incentivazione e alla natalità, abbiamo perso sin ora venti o venticinque anni e non sarà facile recuperare. La Francia ad esempio era intervenuta circa trent’anni fa, quando era suonato l’allarme sulle tendenze demografiche e sulla natalità e oggi si trova con un tasso di natalità ben più elevato dell’Italia.

Un tema su cui i lettori potranno trovare un ottimo giro d’orizzonte nel bel pamphlet di Luca Cifoni e Diodato Pirone: “La trappola delle culle: Perché non fare figli è un problema per l’Italia e come uscirne”(Rubbettino, 2023). Quanto al “Piano Mattei”, sembra che si tratti di costruire un dialogo con l’Italia con vari Paesi africani, anche alla luce della naturale vocazione mediterranea del nostro Paese e di una qualche forma di maggior legittimazione per i rapporti con alcuni Paesi africani. Ma quale è l’anello di congiunzione tra questi possibili progetti? Quanto alla natalità c’è un aspetto quantitativamente limitato, ma qualitativamente ed eticamente significativo del tema che nessuno sembra guardare: la questione delle adozioni internazionali, che versa in condizioni letteralmente drammatiche.

A fronte di un dato di una decina di anni fa, di circa 4-5 mila adozioni l’anno, c’è stato un terribile crollo che ha portato fino alle circa 400 adozioni in totale del 2022. Credo che nessuno se ne sia accorto perché quanto alla questione delle adozioni essa venga evocata solo per aspetti provincial-modaiola, solo quando emerge la questione dei gay… Ho sempre avuto, fin da tempi non sospetti (in cui i postcomunisti erano ben più retrivi su tali questioni), attenzione e apertura per i diritti civili e per la questione dei gay e nulla quaestio sull’adozione anche per essi. Ma credo che gli eterosessuali debbano avere tutto sommato gli stessi diritti dei gay e che ci sia una grave questione delle adozioni anche a prescindere della questione degli omosessuali.

Come è noto delle adozioni si occupa una Commissione per le adozioni internazionali, presieduta dal ministro con delega alla famiglia e con un magistrato vicepresidente, di solito. Ebbene, non mi sembra che negli ultimi anni questa Commissione si sia data da fare, e non mi sembra che la ministra in carica si sia accorta di questo.

Un aspetto che viene evidenziato, dai pochissimi che osservano la materia delle adozioni internazionali, è quella delle difficoltà e dell’incapacità di favorire le adozioni anche tramite una sorta di adeguati protocolli di intesa con i Paesi da cui vengono i bambini adottabili. Allora perché non inserire in seno al “Piano Mattei” anche questa fondamentale questione? Certamente nei Paesi che man mano verranno coinvolti da questo possibile piano ci sono spesso bambini in condizioni disperate o per lo meno molto disagiate, così come ci sono tante coppie in Italia che sarebbero felici in qualche modo di adottare questi bambini. Forse, oltre che all’adozione internazionale in senso stretto, si potrebbe contare su forme di affido, magari modificandone in parte la disciplina, favorendo poi l’adozione come step successivo ad esso. Così come si dovrebbe intervenire sulla disciplina di autorizzazione preventiva all’adozione, oggi spesso oggettivamente con tempi troppo lunghi in molti tribunali dei minori.

Si tratterebbe di una azione concertata che risponderebbe all’esigenza di dare una famiglia a tanti bambini sfortunati di non pochi Paesi e di contribuire, anche se in maniera non troppo significativa, a quella necessità di nuove nascite e nuove culle portate da quella forma di nobile affetto e generosità che sono le adozioni internazionali. Sembra che troppo scarsa sia l’attenzione delle autorità di governo a una esigenza di questo genere. Non è che i bambini di tanti Paesi africani possono essere presi in considerazione solo nelle foto e nelle promozioni di certe Onlus che invitano a raccogliere ed elargire qualche euro mostrando i volti di bambini colpiti dalla fame o da qualche malattia che sarebbe facilmente sanabile nel nostro Paese.

Sarebbe quindi ora che si potesse trovare una forma di possibile intersezione tra quello che viene definito “Piano Mattei” e il rilancio della natalità. Una natalità di cui indubbiamente l’adozione è una delle forme più nobili, ancora più nobile se rivolta ai Paesi in cui le condizioni dei bambini sono quelle che sappiamo essere.



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