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Roma-Madrid-Bruxelles. Tra conservatori e popolari, l’intesa avanza

Stanno progressivamente cambiando equilibri e prospettive: le urne anticipate in Spagna potenzialmente possono colorare di blu (il colore del centrodestra) gran parte dei paesi europei che andranno al voto nel 2024. Restano Scholz e Macron a tenere in piedi un centrosinistra in affanno, mentre Italia, Grecia, Finlandia e Bulgaria danno il via ad uno scenario completamente di rottura rispetto al recente passato

Più del simbolo (fiamma o meno) il dibattito che da tempo si sta distendendo nei paesi membri sul dialogo tra popolari e conservatori verte la sostanza, sommata al modus in cui i singoli partiti giungeranno alle elezioni europee del 2024. L’assetto europeo sta rapidamente mutando come dimostrano gli esiti delle elezioni in Italia, Finlandia, Bulgaria, Grecia e regionali spagnole (in attesa di quelle francesi). Tanto da far sbilanciare il ministro degli esteri Antonio Tajani, che vedrebbe “bene un’alleanza tra popolari, conservatori e liberali dopo le europee”. Non solo una battuta, quella dell’ex Presidente del Parlamento Europeo, ma un indirizzo tattico preciso e fisiologico.

Qui Ppe

Il prossimo 8 giugno a Roma dovrebbe svolgersi una giornata di studio del gruppo Ppe, la stessa che fu annullata a Napoli alcuni mesi fa in concomitanza con le parole di Silvio Berlusconi sulla guerra in Ucraina. Nella Capitale le sensibilità in campo si confronteranno con tutti gli eurodeputati popolari e farlo in Italia, dove il capo del governo è anche al vertice di Ecr, il cui risultato elettorale nel settembre scorso ha dato il via ad un cambio di paradigma all’interno del centrodestra europeo, assume una certa rilevanza. Giorgia Meloni sta lavorando intensamente su questo aspetto, dopo le interlocuzioni portate avanti dal ministro Raffaele Fitto, nella consapevolezza che il post merkelismo in Ue deve essere strutturato in maniera armonica. 

Come osservato già dopo le elezioni a Helsinki, stanno progressivamente cambiando equilibri e prospettive: le urne anticipate in Spagna potenzialmente possono colorare di blu (il colore del centrodestra) gran parte dei paesi europei che andranno al voto nel 2024. Restano solo Scholz e Macron a tenere in piedi un centrosinistra in grande affanno, mentre Italia, Grecia, Finlandia e Bulgaria danno il via ad uno scenario completamente di rottura rispetto al recente passato, non solo legato alle elezioni europee del maggio 2024, ma al successivo e potenziale accordo tra conservatori e popolari europei per ottenere una Commissione politica e non più di larghe intese. Ursula von der Leyen, Roberta Metsola, Antonio Tajani e Mario Draghi sono i nomi che circolano con più insistenza.

Qui Ecr

Nelle elezioni comunali e delle Comunità autonome in Spagna si è registrato un “tracollo della sinistra”, ha commentato il capodelegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento Europeo, Carlo Fidanza: “I nostri amici di Vox triplicano la loro presenza sui territori e saranno decisivi per la formazione di sei governi regionali insieme ai Popolari. Si tratta dell’antipasto di quello che ci auguriamo accada alle prossime elezioni politiche spagnole e, pochi mesi dopo, anche a Bruxelles”.

Di vento di centro-destra parla l’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo: “I cittadini bocciano le sinistre e affidano la guida del governo e delle amministrazioni al centro-destra, secondo un modello che ha visto l’Italia precorrere i tempi con le elezioni politiche di settembre e le recenti consultazioni regionali. Complimenti agli amici di Vox che continuano a crescere e a rafforzare il progetto dei Conservatori europei. Insieme, dopo aver vinto a Roma, vinceremo anche Madrid e a Bruxelles. Grande successo di Vox nelle elezioni amministrative, il partito che cresce di più in tutta la Spagna. Il progetto politico di Santiago Abascal, la cui delegazione è una componente importante dell’Ecr al Parlamento europeo, si consolida e diventa una forza politica decisiva per l’alternativa alle sinistre, sia a livello regionale e comunale, sia a livello nazionale”.

Scenari

A Berlino non si voterà a breve, nel 2025, ma la corsa per succedere al cancelliere Scholz è già iniziata a investe anche quella Cdu guidata da Friedrich Merz, non a caso caratterizzato da un intenso dialogo con il numero uno del Ppe, Manfred Weber. In prima battuta le prossime europee rappresenteranno uno step significativo sullo stato di salute dei democristiano tedeschi, che dopo l’uscita di scena di Angela Merkel si erano affidati a Annegret Kramp-Karrembeuer, salvo poi correggere il tiro con Merz. Quest’ultimo, proprio per definire già da ora prospettive e indirizzi, è tra i sostenitori di un accordo tra Ecr e Ppe.

@FDepalo



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