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Tortora, Mauro e Sorgi in finale al Premio Estense. A Rampini il Granzotto

Nella quartina degli aspiranti all’Aquila d’Oro c’è anche Paolo Borrometi. La cerimonia di consegna è prevista sabato 23 settembre prossimo. Edizione da record con 69 libri candidati al premio promosso da Confindustria

Dal Fascismo all’attualità, passando per i grandi intrighi d’Italia, finendo con il caso più clamoroso di malagiustizia in Italia: quello che ha coinvolto Enzo Tortora. La giuria tecnica del Premio Estense, che quest’anno giunge alla 59esima edizione, ha designato la quartina dei libri finalisti.

Il vincitore sarà decretato il 23 di settembre, durante la cerimonia al teatro Comunale Abbado di Ferrara. Nel frattempo, però, c’è già un vincitore. Si tratta di Federico Rampini, editorialista del Corriere della Sera che si è aggiudicato la colubrina d’argento del premio Gianni Granzotto.

Ma andiamo agli autori che si disputeranno, nella kermesse confindustriale, l’Aquila d’oro. Tra i 69 libri che sono stati candidati, hanno avuto la meglio quello di Ezio Mauro, “L’anno del fascismo. 1922. Cronache della Marcia su Roma” (Feltrinelli); quello di Marcello Sorgi, “Mura. La scrittrice che sfidò Mussolini” (Marsilio); quello di Gaia Tortora, “Testa alta, e avanti” (Mondadori) e infine quello di Paolo Borrometi, “Traditori” (Solferino).

A coordinare i giurati, il neo presidente Alberto Faustini che si dice “particolarmente soddisfatto dell’esito e della selezione a cui è giunta la giuria”. Anzi, ironizza, “la discussione e i retroscena si presterebbero a un ulteriore libello di cronache”. Il fatto che quest’anno siano stati candidati un numero record di libri, dice Faustini, “è un segnale molto positivo per il nostro mestiere”. I finalisti sono professionisti di altissima qualità e, i libri, ognuno a suo modo “raccontano la nostra storia”.

Paolo Garimberti, in veste di giurato, spiega che il libro di Ezio Mauro è in qualche modo “un ritorno al passato” e che in un certo senso riveste un ruolo pedagogico. “Insegna ai giovani come si fa questo mestiere”. Perché, chiude, “Mauro è stato ed è prima di tutto un grande cronista. Uno che ha inventato, nei fatti, il genere dei retroscena politici infilandosi anche al volo nelle macchine dei politici e raccontando il dietro le quinte delle dinamiche di palazzo”.

Così come Mauro, anche Sorgi è stato un cronista di vaglia prima di assumere direzioni e diventare editorialista (a La Stampa). Secondo Jas Gawronski “Mura” è un libro “agevole nella lettura e che tratta la storia del Fascismo in maniera originale e che potrebbe interessare molto anche i giovani. È, in un certo senso, una favola”.

Se Luciano Tancredi rivela fin da subito di essersi speso per la vittoria di Paolo Borrometi, a Tiziana Ferrario è affidato l’affresco del libro di Gaia Tortora. “Un’opera – descrive la giornalista – che racconta il dramma di una figlia, all’epoca quattordicenne, che si vede arrestare il padre, Enzo Tortora che si scoprirà poi vittima del più clamoroso errore giudiziario della storia italiana”. Anche in questo caso quello di Tortora, nella lettura di Ferrario, deve essere un libro che “ci interroga rispetto a un modo di fare informazione: quello che è successo allora, con Tortora, può accadere di nuovo”. E sarebbe ancor più devastante.

“Il Premio Estense – spiega il presidente dell’omonima fondazione e vicepresidente di Confindustria Emilia, Gian Luigi Zaina – si sta allargando sempre di più, ampliando peraltro il parterre di collaborazioni sempre più prestigiose. Azimut Holding in primis. Il fatto che quest’anno, in occasione del 59esimo anniversario dell’istituzione del Premio, siano stati candidati 69 volumi ci fa dire che la direzione intrapresa sia quella giusta”.

 



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