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Scuola paritaria, la buona apertura di Valditara secondo Pedrizzi

Il ministro dell’Istruzione ha firmato due decreti per le risorse del Pnrr a favore di studenti, docenti e personale scolastico per un importo totale di 1 miliardo e 200 milioni. Per la prima volta nella storia della nostra scuola queste risorse sono disponibili anche per gli istituti paritari

Qualche tempo fa Giuseppe Valditara, il ministro della Pubblica istruzione e del merito, aveva dichiarato: “Io ritengo che le scuole paritarie debbano avere una effettiva pari dignità. Insomma, che si debba creare un contesto in cui non ci sia differenza di trattamento tra la scuola statale e quella non statale”.

Dopo qualche settimana, il ministro dell’Istruzione ha firmato due decreti per l’utilizzo delle risorse del Pnrr destinati a favore di studenti, docenti e personale scolastico per un importo totale di 1 miliardo e 200 milioni.

La metà di questi fondi è destinata al potenziamento delle materie Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics), alle conoscenze di innovazione e a quelle linguistiche. Altri 150 milioni di euro sono finalizzati al potenziamento delle competenze linguistiche e delle metodologie di insegnamento dei docenti, con una quota del 40% riservata alle scuole delle regioni del Mezzogiorno. Il finanziamento medio a scuola sarà di 91.000 euro, distribuiti in base al numero di studenti.

Un secondo decreto, di 450 milioni, prevede investimenti sulla formazione digitale di docenti, dirigenti scolastici e personale Ata.
Per la prima volta nella storia della nostra scuola queste risorse sono disponibili anche per le scuole paritarie, con un finanziamento medio di 55mila euro a scuola, distribuiti in base al numero dei lavoratori. Ha detto in un’intervista Giuseppe Valditara: “Gli istituti con fini non commerciali potranno aderire direttamente a un avviso pubblico a loro dedicato. Noi riteniamo che non esistano scuole di serie A e di serie B nel sistema pubblico di istruzione che è unitario”.

Si tratta di affermazioni di principio molto importanti, per questo i provvedimenti sono stati accolti con soddisfazione dalle associazioni delle scuole paritarie. La F.i.s.m. (Federazione italiana scuole materne) ha plaudito affermando: “Lascia ben sperare la volontà del ministero dell’Istruzione e del merito di individuare nuove e più efficienti forme di finanziamento”. Ed anche l’Agidae, (Associazione gestori istituti dipendenti dall’autorità ecclesiastica) ha sottolineato che: “Ancora una volta il ministro Valditara dimostra di avere a cuore l’interesse del Sistema nazionale d’istruzione costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie, cosa purtroppo in passato non sempre scontata e rispettosa delle leggi dello Stato”.

Per questo parte delle risorse del Pnrr rientrano in un programma molto più ampio a favore anche di tutta la scuola paritaria.
Per onestà intellettuale, del resto, dobbiamo ricordare che fin dall’anno 2000 esiste la legge 62, (firmata dall’allora presidente del Consiglio Massimo D’Alema e controfirmata dal Guardasigilli Oliviero Diliberto che, di lì a poco, sarebbe diventato il segretario nazionale del Partito dei Comunisti italiani), sulla parità scolastica, che prevede, entro certi limiti, finanziamenti per le scuole non statali. E già l’ultima Legge di bilancio aveva stanziato ulteriori aiuti che si erano sommati ai 550 milioni di euro del governo Draghi.

Naturalmente con questo governo di Destra-centro la situazione è notevolmente cambiata e il ministro dell’Istruzione e del Merito ha iniziato subito a muoversi bene, per cui bisogna essere molto soddisfatti del nuovo orientamento, che va non solo a riempire un vuoto di oltre mezzo secolo, ma anche, soprattutto, volta pagina rispetto ad un’atavica politica statalistica e laicista.

Ma perché parlar chiaro è proprio degli amici e di chi fa parte della stessa famiglia culturale e religiosa, dobbiamo dire che si sarebbero potuti utilizzare questi fondi del Pnrr per altri scopi. Ad esempio per il risanamento edilizio, perché gran parte degli edifici del patrimonio edilizio scolastico italiano è obsoleto, cadente, con servizi igienici fatiscenti, infissi malridotti, soffitti caduti che hanno persino provocato morti e feriti, piuttosto che per lo “sviluppo sostenibile”, che da qualche anno non è altro che un luogo comune, politicamente corretto che non affronta i reali e gravi problemi della nostra scuola.

Sarebbe stato meglio cioè anche lasciare una maggiore libertà di scelta alle scuole per consentire loro di operare secondo le esigenze di ciascuna, per la semplificazione e per l’alleggerimento dei troppi adempimenti burocratici, per lo sfoltimento dei troppi progetti, puntando in particolare all’educazione ed alla formazione degli studenti.

Il problema di fondo è, ancora una volta, come ha giustamente sottolineato in una recente intervista l’ex ministro del lavoro Maurizio Sacconi, che “il Pnrr segue una logica statalista e non è realmente sussidiario perché “non consente di mobilitare la società” e andrebbe dunque “riorientato su obiettivi più utili e realizzabili”.


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