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Il patto Meloni-Kishida parte dai semiconduttori e vuole arrivare lontano

Il bilaterale del presidente del Consiglio con l’omologo giapponese, in occasione del G7, conferma la densità delle relazioni nippo-italiane: Roma avrà la presidenza del G7 il prossimo anno e all’orizzonte c’è l’accordo sul caccia di ultima generazione

Un patto per corroborare un rapporto che ha già visto un inizio e un buon viatico, cementato su una costante della geopolitica mondiale come le catene di produzione. Il bilaterale del presidente del Consiglio Giorgia Meloni (quinta donna leader al G7) con l’omologo giapponese Fumio Kishida ha registrato una forte convergenza sui semiconduttori, tema su cui entrambi i paesi sono pronti a collaborare. Da Hiroshima, dunque, parte un indirizzo rivolto a “riprendere il controllo delle catene di produzione”, passaggio strategico se si vuole evitare uno scenario monopolista che impatta pesantemente sulle economie coinvolte.

Obiettivo cooperazione

Nell’ora di faccia a faccia tra i due che, stando ai canoni giapponesi, rappresenta un elemento significativo, sono state confermate le relazioni nippo-italiane, già dense: non solo all’orizzonte Roma avrà la presidenza del G7 il prossimo anno, come osservato da Kishida, ma tra Tokyo e Roma esiste una oggettiva cooperazione sulla Difesa. Il tutto va letto tramite l’intreccio geopolitico con l’agenda del G7: ovvero mantenere coesione nei confronti di Cina, Global South, Ucraina e disarmo nucleare.

Alla base del dialogo tra i due leader c’è evidentemente l’innalzamento delle relazioni al livello di “partenariato strategico” dopo che i due Paesi avevano concordato di rafforzare la cooperazione, principalmente nei settori della sicurezza nazionale e dell’economia. In occasione della visita a Roma dello scorso 10 gennaio Kishida aveva caldeggiato l’aggiornamento a seguito dell’accordo raggiunto a dicembre dal Giappone per lavorare congiuntamente con Italia e Gran Bretagna allo sviluppo del nuovo caccia da combattimento di ultima generazione (“un tema – aveva detto Meloni – che ha un impatto importante sul settore privato e sulle aree di ricerca”). Il premier ha inoltre richiamato l’attenzione sulla transizione energetica: non dobbiamo creare nuove dipendenze strategiche.

Ipse dixit

“Nella mia visita in Italia che si è tenuta a gennaio, abbiamo deciso di elevare i rapporti bilaterali a partenariato strategico, desidero ulteriormente concretizzare le nostre cooperazioni. È mia ferma intenzione lavorare in stretta collaborazione con l’Italia che avrà la presidenza del G7 il prossimo anno”, ha spiegato Kishida, che nell’occasione a anche espresso le condoglianze per i danni del maltempo in Emilia Romagna (“preghiamo per una pronta ripresa”).

“Sono molto contenta della concretezza con la quale abbiamo dato seguito agli impegni assunti quando, con la tua visita a Roma di gennaio, abbiamo elevato i nostri rapporti a partenariato strategico”, ha replicato Meloni, che ha definito fondamentale la cooperazione tra i due paesi (“sia molto stretta, siamo due potenze che hanno ruoli di responsabilità insieme agli altri membri del G7. In questa fase è fondamentale che noi lavoriamo insieme per la sicurezza e per la sicurezza economica”.

Responsabilità

C’è un altro aspetto che è emerso dal dialogo Meloni- Kishida di oggi: ovvero quel ragionamento che parte dal presupposto italiano e giapponese di essere “potenze regionali che devono esercitare il loro ruolo di responsabilità” all’interno del G7. Tradotto, più iniziative politiche che seguono un percorso. Il riferimento iniziale ai semiconduttori è particolarmente appropriato, perché rappresenta un esempio reale e non solo una intenzione: è noto a tutti che, dopo la stagione legata al Covid, i governi occidentali hanno compreso quanto sia rischioso delegare a una singola regione asiatica l’intera produzione di chip. Per questo motivo l’Unione Europea ha stanziato 43 miliardi di euro per nuove fabbriche che possano risolvere la questione. Denari che verranno utilizzati come incentivi e sgravi fiscali ad appannaggio di quelle aziende che apriranno una nuova fabbrica in uno dei 27 stati membri.

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