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Super telescopio europeo. Il governo punta sulla Sardegna

L’Italia punta sulla Sardegna per ospitare il super telescopio europeo Einstein, e a sostenere la candidatura scende compatto in campo il governo. A presentare ufficialmente l’ambizione sarda, infatti, è la stessa premier Giorgia Meloni, accompagnata dai ministri di Esteri, Antonio Tajani, Università, Anna Maria Bernini, Lavoro, Marina Elvira Calderone, insieme al premio Nobel Giorgio Parisi

Il governo italiano scende in campo per sostenere compatto la candidatura della Sardegna a ospitare sul suo territorio l’Einstein Telescope, il super osservatorio in grado di studiare le onde gravitazionali, adatto a esplorare l’Universo per fare luce su questioni ancora aperte della cosmologia, dai buchi neri alla materia oscura finanziato dalla Commissione europea. E lo fa al gran completo, con la stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i ministri degli Esteri, Antonio Tajani, dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, insieme al premio Nobel Giorgio Parisi, che domani presenteranno ufficialmente la candidatura del sito sardo di Sos Enattos, situata nel territorio di Lula in provincia di Nuoro, selezionato per ospitare la futura grande infrastruttura di ricerca. Un progetto da 1,9 miliardi di euro in nove anni, vedrà la creazione di 36mila posti di lavoro, necessari per la realizzazione della struttura sotterranea.

La candidatura italiana

L’Italia ha lanciato la sua candidatura ufficialmente a settembre del 2022, con una lettera dell’allora presidente del Consiglio, Mario Draghi, al presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), Antonio Zoccoli, nel quale confermava il sostegno del governo alla candidatura della Sardegna a ospitare il futuro telescopio a onde gravitazionali. La stessa regione si è impegnata a sostenerne la realizzazione con 350 milioni di euro, mentre il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale supporterà l’infrastruttura di ricerca attraverso le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027. La cui costruzione è prevista a partire dal 2027, e ulteriori risorse potranno essere reperite nell’ambito del bilancio dello Stato. Con il sostegno del governo.

I vantaggi della Sardegna

Oltre all’Italia, anche Amsterdam si è candidata ad ospitare la sede del progetto, in una regione a cavallo tra i Paesi Bassi, il Belgio e la Germania nordoccidentale. Tuttavia, una serie di fattori geografici avvantaggia la candidatura dell’isola italiana rispetto al sito nordeuropeo. La zona è stata classificata come uno dei luoghi più tranquilli della Terra, con una interferenza sismica praticamente nulla. La presenza di una miniera sotterranea, che verrebbe utilizzata per la costruzione del telescopio, caratterizzata da roccia particolarmente solida e stabile permette di costruire in sicurezza, e la presenza di acqua sotterranea riduce i problemi di infiltrazione o rumore sismico.

La tecnologia del telescopio Einstein

Il telescopio Einstein sarà un osservatorio di terza generazione delle onde gravitazionali, basato sul successo di altri rivelatori, basati sulla tecnologia interferometrica laser, come Advanced Virgo e Advanced Ligo, le cui scoperte sui buchi neri e le stelle di neutroni hanno rivoluzionato lo studio del cosmo, aprendo una nuova era nello studio delle onde gravitazionali astronomiche. Le dimensioni del braccio dell’interferometro saranno notevoli, ben dieci chilometri, rispetto agli appena tre del rivelatore Virgo. Il progetto prevede l’implementazione di una serie di nuove tecnologie all’avanguardia, da un sistema criogenico per raffreddare le ottiche principali, a nuove tecnologie quantistiche per ridurre le fluttuazioni della luce e una serie di misure infrastrutturali e attive di mitigazione del rumore per ridurre le perturbazioni ambientali.

Esplorando i misteri del Cosmo

L’obiettivo scientifico dell’Einstein Telescope è quello si esplorare, per la prima volta, l’Universo attraverso le onde gravitazionali, attraverso tutta la storia cosmica fino ai primordi del Cosmo, cercando di gettare un po’ di luce su alcuni dei misteri ancora da scoprire dello spazio. Il telescopio, in particolare, esaminerà l’orizzonte degli eventi dei buchi neri, il punto di non ritorno oltre il quale tutto viene inghiottito dalla massa gravitazionale estrema dell’oggetto celestiale, eseguendo ricerche nel campo della relatività generale e della gravità quantistica. Cercherà di comprendere la natura della materia oscura, studiando buchi neri primordiali, le nubi di assioni, la materia oscura che si accumula su oggetti compatti, e la natura dell’energia oscura, oltre a indagare su possibili modifiche alla relatività generale a scala cosmologica.

Uno sforzo condiviso

Grazie alla sua sensibilità, l’Einstein Telescope potrà osservare i buchi neri stellari e di massa intermedia consentendo di studiarne l’origine, se stellare o primordiale, l’evoluzione e la demografia. Il telescopio osserverà la fase inspirale della stella di neutroni e l’insorgenza di effetti di marea con un elevato rapporto segnale-rumore fornendo una visione senza precedenti della struttura interna delle stelle di neutroni e sondando le proprietà fondamentali della materia in un regime completamente inesplorato, la Cromodinamica quantistica a ultra-densità elevate e possibili stati esotici della materia. In questa sfida di scala cosmica, l’Einstein opererà insieme a una nuova generazione innovativa di osservatori elettromagnetici che coprono la banda dalla radio ai raggi gamma, come lo Square Kilometer Array, il Vera Rubin Observatory, l’E-ELT, l’Athena, e il CTA.

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