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​Fuga (di nuovo) dalla Cina. Così gli investitori americani cambiano strada

Ancora una volta il Dragone manca l’appuntamento con la fiducia del mercato. I risparmiatori, soprattutto statunitensi, smettono di comprare azioni e obbligazioni, anche e non solo a causa ​delle crescenti tensioni geopolitiche

Bisogna rimettere le lancette indietro all’ottobre del 2021, quando la Cina sperimentò la sua prima vera fuga degli investitori. Allora c’era di mezzo la drammatica crisi del mattone, collassato sotto i colpi di un debito diventato ingestibile. Ma anche la pandemia, i lockdown e le prime avvisaglie dell’avvitamento del sistema bancario. Adesso, il copione rischia di ripetersi.

L’interesse degli investitori esteri, soprattutto statunitensi, per le azioni e le obbligazioni cinesi (sovrane e corporate) si è notevolmente ridotto, a causa delle crescenti tensioni politiche tra i due Paesi. Dunque, c’è chi crede un po’ meno nella Cina e nella sua economia. O, molto più semplicemente, non ne vuole sapere di finanziare il Dragone, comprando le sue azioni o sottoscrivendone le obbligazioni.

E pensare, racconta il Financial Times, che “la notizia dell’imminente riapertura della Cina dalle restrizioni imposte dalla pandemia di coronavirus, alla fine dell’anno scorso, aveva provocato una breve esplosione di entusiasmo per i mercati azionari cinesi, dopo anni di sotto-performance, grazie alle speranze di una ripresa della crescita economica. Ma quest’anno l’attività di trading è diminuita, di nuovo”.

Più nel dettaglio, ne negoziazioni dei titoli cinesi, che consentono agli investitori statunitensi di ottenere un’esposizione alla Cina senza avere una presenza all’estero, si sono più che dimezzate dopo il record raggiunto lo scorso novembre. Il calo delle negoziazioni è arrivato mentre crescono i dubbi sulla capacità della Cina di sostenere il suo rimbalzo economico dopo la crescita straordinaria del primo trimestre e mentre le tensioni tra Pechino e Washington continuano a peggiorare.

Non è tutto. Anche gli acquisti diretti di azioni cinesi da parte di investitori stranieri sono rallentati drasticamente dopo un inizio di 2023 da record. Nel primo mese del 2023 gli investitori stranieri hanno acquistato azioni quotate a Shanghai e Shenzhen per un valore netto di 20 miliardi di dollari, ma nei tre mesi successivi hanno comprato solo 6 miliardi di dollari. Che cosa succede?

“Il denaro facile è stato fatto”, ha dichiarato Abhay Deshpande. “Le tensioni tra Stati Uniti e Cina sono in aumento da diversi anni, ma negli ultimi mesi le relazioni sono diventate particolarmente tese. A fine gennaio, un alto generale dell’aeronautica statunitense ha predetto che gli Stati Uniti e la Cina probabilmente entreranno in guerra nel 2025 e il mese successivo sono stati scoperti palloni spia cinesi sopra gli Stati Uniti”.


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