Le ore di ammortizzatori sociali autorizzate alle aziende, nel primo trimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono più che dimezzate. Questo dato, elaborato dal centro studi della Uil, fa il paio con le previsioni sul Pil italiano in forte crescita
Il ricorso agli ammortizzatori sociali è sempre più esiguo. Nel primo quadrimestre del 2023, in rapporto allo stesso periodo dello scorso anno, le ore di cassa integrazione autorizzate per le imprese si sono ridotte di oltre la metà: -52,1%, pari a 152,3 milioni di ore (di cui 145,3 milioni di cassa integrazione e 7 milioni di Fondi di Solidarietà presso Inps). Questo è il primo macro dato che emerge dal report elaborato dal centro studi della Uil su base nazionale (i dati sono aggiornati all’aprile scorso).
La contrazione del ricorso agli ammortizzatori sociali è un dato senz’altro incoraggiante e che in qualche modo fa il paio con le previsioni sul prodotto interno lordo. Il Pil italiano, infatti, è atteso in crescita sia nel 2023 (+1,2%) sia nel 2024 (+1,1%), seppur in rallentamento rispetto al 2022. Insomma, si va ben oltre quell’1% indicato dal governo e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Ma torniamo ai numeri del sindacato. L’analisi elaborata da Uil propone un raffronto anche con il periodo pandemico e con i relativi strascichi registrati sul mercato del lavoro. Ebbene, la flessione di ore di cassa registrata nel 2023 arriva al – 91,6% se consideriamo il medesimo quadrimestre del 2021, ma in questo caso è bene ricordare appunto il robusto sostegno della cassa integrazione con causale covid-19, che dal 1 aprile 2020 al 31 marzo 2022 ha totalizzato un numero di ore pari a 6,7 miliardi (l’equivalente di 7 anni di cassa integrazione della precedente crisi economica).
Nel primo quadrimestre si riscontra come, rispetto allo stesso periodo del 2022, ci sia stata una flessione di ore nelle tre macro aree, in tutte le Regioni con l’unica eccezione della Basilicata (+74,3%) ed in gran parte delle province (mentre in 37 province si registrano incrementi). Siamo in una fase diversa da quella che ha contraddistinto i due anni appena passati di pandemia, ma nonostante la forte flessione di ore di ammortizzatori sociali, ci troviamo ancora in presenza di una media stimata di oltre 224 mila lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione a zero ore e di un ammontare di ore in linea con quello del 2009, quando iniziarono le ricadute occupazionali di quella crisi.
Zone geografiche
La stragrande maggioranza della richiesta di ore di ammortizzatore sociale si concentra al Nord e, in particolare, in Lombardia. È proprio questa la Regione che, in termini assoluti, primeggia (quasi 26 milioni di ore).
I comparti produttivi
Tra i settori produttivi, a farla da padrone è ancora quello dell’industria benché si registri un lieve calo. Infatti, nel primo trimestre di quest’anno le ore di cassa integrazione sono passate da poco più di 138 milioni a 124 milioni. La flessione, nell’ambito del commercio, è stata invece particolarmente significativa: quasi un – 300%.