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Basta alzare i tassi. L’Italia risponde a Lagarde

Da Sintra, dove è in corso il summit dei banchieri centrali, il presidente della Bce annuncia un altro rialzo del costo del denaro, dopo l’aumento di due settimane fa. Ma l’Italia, per mezzo del ministro degli Esteri Tajani, non ci sta: Francoforte si fermi, sbagliato sacrificare la crescita sull’altare dei tassi​. Anche Salvini all’attacco

Il vaso forse era colmo da tempo. La goccia è arrivata sotto forma di nuovo annuncio di un rialzo dei tassi nella zona euro. La fonte, naturalmente, il governatore della Banca centrale europea, Christine Lagarde, intervenuta da Sintra, borgo portoghese dove è in corso l’annuale summit dei banchieri centrali. Il governo italiano non ne può più di assistere a un repentino aumento del costo del denaro, oggi al 4%, senza la minima considerazione per le conseguenze per l’economia reale. Bisogna sempre ricordare che l’Italia è tra i Paesi maggiormente indebitati d’Europa e con uno dei debiti pubblici (2.800 miliardi) tra i più alti del mondo.

Proprio per questo motivo, per finanziare parte della propria spesa, Roma è costretta ogni anno ad emettere titoli di Stato per centinaia di miliardi, facendosi prestare soldi dai mercati. Di più. Come noto, storicamente l’Italia è un Paese di proprietari di casa, il che vuol dire un elevato numero di mutui. Bene, se la Bce alza il costo del denaro, pur con l’intento pacifico di contrastare l’inflazione (a maggio al 6,1% nella zona euro), non solo si mettono sotto pressione i rendimenti sui titoli pubblici italiani, ma si rendono particolarmente onerose la rate del mutuo stesso. Il rischio, insomma, è di mandare a gambe all’aria la crescita, ora che lo Stivale macina Pil più di Germania e Francia.

Questo a Palazzo Chigi lo sanno fin troppo bene (anche la stessa Bankitalia, in più occasioni, ha chiesto a Francoforte maggiore prudenza). E così si spiega la risposta piccata del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Lagarde, poco dopo l’annuncio da parte di quest’ultima di una nuova stretta, a luglio. Parlando da Sintra (domani è in programma l’intervento del presidente della Fed, Jerome Powell), l’ex direttore del Fondo monetario ha spiegato come sull’inflazione nell’area euro “abbiamo compiuto progressi significativi. Ma non possiamo abbassare la guardia e non possiamo ancora dichiarare vittoria. Attualmente la politica monetaria ha una unica priorità: ricondurre tempestivamente l’inflazione al nostro obiettivo del 2% nel medio termine. E siamo impegnati a conseguire tale obiettivo qualunque cosa accada. L’inflazione nell’area euro è troppo alta ed è attesa restarvi troppo a lungo. Porteremo i tassi a livelli sufficientemente restrittivi e ce li terremo fin quando sarà necessario”. Tradotto, a luglio possibile rialzo dei tassi al 4,25%.

Ed è proprio qui che il governo italiano ha preso posizione, in modo netto. “Io non credo che sia nell’interesse della crescita continuare ad aumentare tassi di interesse, soprattutto non condivido gli annunci che vengono fatti in largo anticipo sull’aumento del tasso di interesse. Sono rimasto un po’ deluso dalla dichiarazione della presidente Lagarde, che ha annunciato oggi che aumenterà i tassi di interesse anche nel mese di luglio”, ha attaccato Tajani.

“E quando i tassi sono troppo alti si rischia la recessione e questo non deve assolutamente accadere. Noi soffriamo di un’inflazione che non è dovuta a un fatto interno come negli Usa, allora sì che lì è giusto aumentare i tassi di interesse, ma la nostra inflazione è derivata da una questione che riguarda le materie prime, in modo particolare a causa della guerra che c’è ai nostri confini”, ha proseguito Tajani. “Oggi aumentare il costo del denaro significa mettere le imprese in difficoltà, perché gli imprenditori che hanno iniziativa e che vogliono investire, dovendo avere prestiti a costi troppo alti rinunciano ai loro progetti e aspettano tempi migliori. Purtroppo non possiamo neanche perdere tempo per quanto riguarda i lavoratori, non possiamo rinunciare all’occupazione. Quando i tassi sono troppo alti si rischia la recessione e questo non deve assolutamente accadere”.

E anche il leader della Lega e ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini, attacca. “La Banca centrale europea, contro l’evidenza dei suoi stessi studi ed il buonsenso, annuncia di voler alzare ancora i tassi, colpendo pesantemente famiglie e imprese e non favorendo la crescita. Quella annunciata è una scelta insensata e dannosa, anche perché l’inflazione é stata causata dai prezzi dell’energia. La Lagarde ha un mutuo a tasso variabile? Sa di quanto stanno aumentando le rate? A chi fanno comodo queste decisioni assurde? Chiederemo un incontro con il rappresentante italiano nel board della Bce per discutere il problema e analizzare soluzioni”. E adesso?



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