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La morte di Berlusconi e la caduta degli alibi per (tutta) la politica. Lo speciale Formiche

Il live talk speciale di Formiche dedicato alla figura del fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi, di cui oggi si sono celebrate le esequie di Stato al Duomo di Milano. Sono intervenuti Roberto Arditti, direttore editoriale di Formiche, Massimiliano Panarari, docente e politologo, Melania Rizzoli di Forza Italia e Bruno Tabacci, parlamentare di Centro Democratico. Moderati da Giorgio Rutelli, direttore di Formiche.net

E ora? Cosa accadrà alla politica italiana – tutta – a seguito della scomparsa del fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi? “Sicuramente cadranno tutti gli alibi: da destra a sinistra. È venuto a mancare il grande “totem” attorno al quale è girata gran parte della politica degli ultimi trent’anni”. La risposta arriva da Roberto Arditti, direttore editoriale di Formiche nel corso dello speciale, realizzato da Formiche.net, dedicato proprio all’ex presidente del Consiglio che oggi ha ricevuto le esequie di Stato al Duomo di Milano.

“La morte di Berlusconi – spiega Arditti durante il live talk – è più della scomparsa di un grande personaggio dalla scena pubblica. Termina un’epoca politica il cui crepuscolo era già iniziato in qualche misura quando il Cavaliere lasciò l’incarico di presidente del Consiglio e gli succedette Mario Monti. In quel momento, nel 2011, finì la seconda Repubblica”. Ora, osserva il giornalista, si apre una fase che – se vogliamo – è ancora più complessa. Senza la “garanzia” di Silvio Berlusconi, che succederà? Se lo chiedono in tanti. “Cadono tutti gli alibi degli amici e dei nemici del Cavaliere – scandisce Arditti, incalzato dal moderatore, Giorgio Rutelli, direttore responsabile di Formiche.net – . Molta parte della politica italiana ora sarà costretta a reinventarsi e la coalizione di governo perde un elemento di stabilità e garanzia”.

Posto che Forza Italia e il suo fondatore sono “elementi inscindibili”, il punto interrogativo su quanto accadrà al partito è grande. “Forza Italia – spiega Massimiliano Panarari, politologo e docente dell’università Mercatorum – è l’archetipo del partito personale. Un partito aziendale, mediale e di marketing. Forza Italia venne fondato su una tipologia di comunicazione rivoluzionaria, anche sulla scorta di un’adattamento di modelli americani alla politica nazionale. A ogni modo, la scomparsa del dominus introduce degli interrogativi non indifferenti e dei forti elementi di instabilità”. Specie in chiave sovra nazionale. Ora il premier Meloni, secondo Panarari, “perde uno “scudo” rispetto agli equilibri politici europei: Berlusconi era l’elemento moderato e liberale”. Anche questo, inevitabilmente, sarà oggetto “di una lunga riflessione”.

Ma il tempo della prospettiva politica verrà. Oggi è giorno, seppur nella solennità, di lutto. Di raccoglimento, ma anche di sorrisi. Cori da stadio e colletti bianchi. La dicotomia che Berlusconi ha saputo interpretare. La sintesi di cui fece la sua cifra. Da piazza Duomo, si collega Melania Rizzoli, esponente di Forza Italia vicinissima al Cavaliere. “Lo abbiamo salutato tutti con un sorriso, come avrebbe voluto lui. Il funerale è stato un momento solenne, molto partecipato da alte cariche istituzionali, da politici, da imprenditori ma anche da tanta gente comune. La famiglia era emozionatissima. Le parole di monsignor Delpini sono state straordinarie e sono certo che Silvio non avrebbe potuto avere altro addio: abbracciato dal suo popolo”.

Proprio del funerale, con un excursus storico anche su altri leader politici, parla anche il deputato di Centro Democratico, Bruno Tabacci. “Quelle che arrivano dal duomo di Milano – scandisce – sono le immagini del funerale di un leader politico capace di suscitare grandi passioni, come lo sono stati altri personaggi che hanno caratterizzato la storia politica italiana”. E, a proposito di funerali, Tabacci ricorda quelli di Alcide De Gasperi, quelli di Palmiro Togliatti e di Enrico Berlinguer. Poi, Silvio Berlusconi. Pur non condividendo la lettura del “perseguitato dalla giustizia”, perché – ricorda Tabacci – “Berlusconi attraverso le sue reti televisive e i suoi giornali fece da cassa di risonanza, nel 1992, all’inchiesta Mani Pulite”, il deputato di Centro Democratico ammette che “con la sua scomparsa, non c’è dubbio che cadano gli alibi per tutta la politica italiana. Anche per il Pd”.

Il resto del dibattito potete seguirlo nel video qui di seguito:

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