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Verso Vilnius, così Alexandroupolis fa da ponte tra energia e difesa

Ue

La presenza americana è oggettivo acceleratore di sviluppi e tramite l’assist del governo greco punta a una trasformazione della regione in un hub commerciale, energetico e militare. È l’ombrello Usa che sta permettendo, ormai da anni, la distensione materiale della strategia che tocca tanto l’Egeo quanto il Caucaso, nella consapevolezza che quell’area a cavallo tra “due mondi” è fondamentale tanto per l’energia (Tap su tutti) quanto per la difesa (Via Carpatia)

Ad Alexandroupolis (dove Snam è presente) il nuovo ambasciatore americano ad Atene, George Tsounis, ha riunito gli ambasciatori di Bulgaria, Romania, Moldova e Ucraina nelle stesse ore in cui in Moldova si teneva la seconda sessione della Comunità politica europea, alla quale hanno partecipato 50 leader, tra cui Volodymyr Zelensky. La concomitanza di vertici dimostra, una volta di più, la regia atlantica in uno scalo marittimo strategico non solo per il gas, ma perché è di fatto hub delle forze Nato e Usa tra Egeo e Balcani. La presenza americana è oggettivo acceleratore di sviluppi e tramite l’assist del governo greco punta a una trasformazione della regione in un hub commerciale, energetico e militare.

Il porto

Il ruolo della Grecia di garante della sicurezza energetica nel bel mezzo della guerra in Ucraina è corroborato dal porto di Alexandroupolis. Si tratta di uno scalo fondamentale sia per l’attività di rigassificazione, sia per il deposito di gas di Kavala, sia per la vicinanza alle pipeline di Tap e Igb, sia perché su quel porto è iper attiva la strategia Nato e Usa. Inoltre, a corredo del ruolo tecnico del porto, va ricordato il portato di un’istituzione come l’East Mediterranean Gas Forum, a cui era stata anche invitata Ankara con la condicio sine qua non di rispettare le regole comuni, prima fra tutte il riconoscimento della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.

Ma il rifiuto della Turchia di riconoscere Hamas come organizzazione terroristica e le sue minacce alla sovranità greca e cipriota hanno impedito fino ad oggi un dialogo. Alla voce infrastrutture non va dimenticato il raddoppio della base som di Souda Bay a Creta, progetto già avviato sotto Mike Pompeo e proseguito con l’attuale amministrazione americana.

Difesa e gas

In concomitanza con il vertice di Alexansroupolis l’ex ambasciatore americano in Grecia e attuale segretario di Stato per le Risorse Energetiche del Dipartimento di Stato, Jeoffrey Pyatt, partecipava al Forum Baku Energia, alla presenza del Presidente azero e dei massimi vertici politici ed energetici. Sul piatto il rafforzamento del cosiddetto Corridoio Sud, il ruolo decisivo della Grecia nella sicurezza energetica dei Balcani e dell’Ucraina, la possibile distensione regionale con l’Armenia. Dietro le quinte di questi vertici c’è il lavorìo sotterraneo di due persone: il senatore repubblicano Bob Menendez e l’ex ambasciatrice americana a Nicosia, Judith Garber.

È l’ombrello Usa che sta permettendo, ormai da anni, la distensione materiale della strategia che tocca tanto l’Egeo quanto il Caucaso, nella consapevolezza che quell’area a cavallo tra ‘due mondi’ è fondamentale tanto per l’energia (Tap su tutti) quanto per la difesa (Via Carpatia).

Ajc

Sul punto si registra l’azione diplomatica di un altro player come Ted Deutch, ex membro della Camera degli Stati Uniti, attuale Ceo dell’American Jewish Committee (AJC), che sostiene i legami tra la diaspora ebraica e quella greca, oltre allo stretto rapporto di Israele con Grecia e Cipro. Già a capo della sottocommissione per il Medio Oriente e il Nord Africa e del Congressional Hellenic Israel Alliance Caucus, Deutch ha svolto un ruolo di primo piano nella promozione di importanti campagne diplomatiche come lo schema di alleanza regionale 3+1 che coinvolge Grecia, Cipro, Israele e Stati Uniti Stati.

@FDepalo



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