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E così gli Emirati escono dalla coalizione Usa per la sicurezza marittima del Golfo

Le Combined Maritime Forces perdono gli Emirati. Abu Dhabi ha scelto di ritirare il proprio impegno dalla coalizione che sotto la guida degli Stati Uniti gestisce la sicurezza marittima del Golfo. Il motivo? Ufficialmente interesse nazionale, ma ci sono speculazioni su rapporti difficili tra gli emiratini e gli americani

Gli Emirati Arabi Uniti si sono ritirati da una coalizione marittima guidata dagli Stati Uniti dopo un’ampia valutazione delle loro esigenze di sicurezza, ha dichiarato il ministero degli Affari Esteri di Abu Dhabi. “Come risultato della nostra costante valutazione dell’effettiva cooperazione in materia di sicurezza con tutti i partner, due mesi fa gli Emirati Arabi Uniti hanno ritirato la loro partecipazione alle Combined Maritime Forces”, ha dichiarato mercoledì il ministero in una dichiarazione citata dall’agenzia di stampa statale Wam.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno inoltre dichiarato di restare estremamente impegnati nel dialogo e nell’impegno diplomatico per far progredire la sicurezza e la stabilità regionale e per garantire la sicurezza della navigazione vicino alle proprie coste in conformità con il diritto internazionale.

Ma la decisione segna un momento cruciale nel panorama geopolitico della regione, alterando le dinamiche della cooperazione internazionale in materia di sicurezza marittima. La task force a guida americana è composta da 34 nazioni e ha sede presso la base navale statunitense in Bahrein. È stata costituita per contrastare il terrorismo e la pirateria nelle aree del Mar Rosso e del Golfo. Ossia quella regione che contiene alcune delle rotte marittime più importanti del mondo. Rotte in cui dal 2019 si sono verificati una serie di attacchi alle navi nei momenti di tensione tra Stati Uniti e Iran.

Gli Emirati Arabi Uniti, con la loro posizione strategica lungo le rotte commerciali marittime vitali, hanno partecipato attivamente alla coalizione guidata dagli Stati Uniti. E lo hanno fatto anche nel dirette interesse, visto che alcuni carichi emiratini sono stati oggetto di episodi di sabotaggio nel corso di questi ultimi quattro anni.

All’inizio di maggio, gli Stati Uniti hanno dichiarato che avrebbero rafforzato la loro “posizione difensiva” nel Golfo, poiché Washington ha accusato Teheran di aver condotto un numero crescente di attacchi alle navi commerciali. Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, l’Iran ha per esempio sequestrato nello Stretto di Hormuz due petroliere internazionali, tra cui la Niovi, che viaggiava da Dubai verso il porto emriatino di Fujairah – uno dei grandi terminal petroliferi del Golfo.

Secondo le fonti del Wall Street Journal, la decisione degli Emirati di ritirarsi è dovuta alla frustrazione per la percezione che gli Stati Uniti non rispondano alle minacce iraniane. Citando funzionari statunitensi e del Golfo, il quotidiano americano ha riferito che Abu Dhabi è delusa, perché aveva chiesto agli Stati Uniti di intraprendere azioni più incisive per scoraggiare l’Iran dopo i recenti incidenti, ma non ha riscontrato un aumento dell’impegno.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno però negato nella loro dichiarazione che il resoconto del giornale fosse accurato, affermando che si trattava di una “descrizione errata” delle conversazioni tra i due Paesi, spiegando che la scelta non è collegata ai rapporti con Washington ma una decisione guidata dalle valutazioni per la propria sicurezza nazionale.

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