Non è una criptovaluta, non lo sarà mai. Ma un sistema monetario del Terzo Millennio, governato da regole sovrane ed europee. L’euro diventa finalmente digitale e l’Europa compie quel passo in avanti da tempo atteso. In queste ore la Commissione europea in raccordo con la Bce ha alzato il velo sulla moneta virtuale ma con pieno corso legale, che andrà ad affiancare quella più tradizionale, con l’obiettivo non dichiarato ma sotteso di rispondere alla sfida dello yuan digitale.
Regista dell’operazione che ha portato alla stesura del primo, vero, quadro normativo per l’emissione di una moneta unica digitale, Fabio Panetta, membro del board della Bce e futuro governatore di Bankitalia, in successione a Ignazio Visco a partire dal prossimo mese di novembre. Panetta in questi ultimi due anni ha guidato e coordinato proprio quel team di lavoro e studio, presso la Bce, che ha prodotto una regolamentazione piuttosto dettagliata dell’euro digitale. In autunno Francoforte completerà l’indagine in corso sulle caratteristiche tecniche e sulle modalità di distribuzione dell’euro digitale; deciderà quindi se avviare una fase di preparazione, al fine di sviluppare e sperimentare la nuova moneta.
D’altronde la crescente dematerializzazione dei pagamenti, in particolare con l’ascesa dell’e-commerce, richiede da tempo la creazione di un euro elettronico, per rendere la moneta unica in grado di competere con le criptovalute o versioni digitali di valute estere. Per questo l’Eurotower ha avviato una fase di studio nel luglio 2021 per fornire le sue monete e banconote in formato elettronico dal 2027 o 2028. A questo punto, il progetto di testo verrà sottoposto ai Paesi membri, sperando in una pronta approvazione. Nell’attesa, è stato lo stesso Panetta, insieme al vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, a dare la cifra della svolta, mediante un post sul portale della Bce.
“Il mondo intorno a noi sta cambiando. La digitalizzazione sta trasformando la nostra società in modi che solo dieci anni fa sarebbe stato arduo immaginare. Stanno cambiando anche le nostre abitudini di pagamento. In particolare, i cittadini mostrano una crescente preferenza verso i pagamenti in forma digitale, soprattutto dopo la pandemia di Covid-19. Le banche centrali dei maggiori paesi stanno pertanto studiando la possibilità di affiancare alla moneta pubblica che esse rendono già oggi disponibile — le banconote cartacee — una moneta di banca centrale sotto forma digitale. Nell’eurozona, l’euro digitale offrirebbe un mezzo di pagamento digitale accessibile a tutti, ovunque e gratuitamente. Il contante continua comunque a svolgere un ruolo assai importante. Esso rimane lo strumento preferito per i pagamenti di importo contenuto nei negozi e per le transazioni tra persone”, scrivono Panetta e Dombrovskis.
Per i quali, l’euro digitale “offrirebbe un’opzione europea di pagamento digitale a chiunque nell’area dell’euro, da Dublino a Nicosia, da Lisbona a Helsinki. Per i consumatori, l’euro digitale comporterebbe numerosi vantaggi pratici. Sarebbe semplice da usare e gratuito. Indipendentemente dal luogo in cui si trovano nell’area dell’euro, i cittadini potrebbero usare l’euro digitale per realizzare qualsiasi pagamento senza costi aggiuntivi, ad esempio mediante un’applicazione digitale disponibile sul proprio telefono. I pagamenti non dovrebbero essere necessariamente online: essi potrebbero infatti essere effettuati offline”.
Di più. “L’euro digitale contribuirà a proteggere gli interessi strategici europei. Essendo il più grande mercato unico del mondo, l’Europa non può rimanere inerte mentre altri Paesi avanzano. Se in futuro le valute digitali emesse da banche centrali estere dovessero acquisire un ampio ruolo nei pagamenti transfrontalieri, la mancanza di una moneta digitale europea indebolirebbe il ruolo internazionale dell’euro, che oggi rappresenta la seconda valuta più importante al mondo dopo il dollaro. L’euro potrebbe inoltre trovarsi a dover fronteggiare la concorrenza di cripto-attività quali le stablecoin globali; ciò potrebbe mettere in pericolo la nostra sovranità monetaria e la stessa stabilità del settore finanziario europeo”.
In tal senso, “l’euro digitale rafforzerebbe l’integrità e la sicurezza dei pagamenti europei in una fase in cui le tensioni geopolitiche globali ci espongono ad attacchi alle nostre infrastrutture strategiche. Essendo basato su una infrastruttura europea, l’euro digitale sarebbe maggiormente in grado di resistere a eventi dirompenti quali gli attacchi cibernetici o eventuali interruzioni nelle forniture di energia. Siamo solo all’inizio di questa nuova ed entusiasmante sfida”.