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Cosa rende eccezionali le relazioni Usa-India? Risponde Hadda

Hadda, US-India Chair al Csis e già console in India, spiega a Formiche.net come si snoda la cooperazione tra Washington e Nuova Delhi. I grandi dossier messi sul tavolo con la visita del premier Modi alla Casa Bianca e qualche limite di una “relazione transazionale”

“L’India e gli Stati Uniti non avranno probabilmente presto una vera e propria alleanza, non nel senso di ciò che vediamo con la Nato. L’India ha una lunga e orgogliosa storia di non allineamento e, cosa ancora più importante, cerca di mantenere la propria indipendenza negli affari esteri. L’amministrazione Biden lo capisce, chiaramente. Ma se si guarda all’attuale tendenza delle relazioni tra Stati Uniti e India, è chiaro anche che Nuova Delhi si è orientata più verso l’associazione con Washington a livello strategico di quanto non sia mai avvenuto in precedenza”. Katherine Hadda, attualmente U.S.-India Policy Chair del Center for International and Strategic Studies (Csis) commenta con Formiche.net il viaggio negli Stati Uniti del premio indiano, Narendra Modi. Uno degli appuntamenti più importanti dell’agenda degli affari globali in questo anno.

“Pur rimanendo concentrata sulla sicurezza dell’Oceano Indiano, l’India ha apparentemente accettato il nostro (con “nostro” intende statunitense, ndr) punto di vista secondo cui l’Oceano Pacifico è un elemento vitale della sicurezza regionale per i nostri due Paesi e per i nostri principali alleati”, continua Hadda, prendendo da esempio il Quad (il sistema di cooperazione tra Usa, India, Giappone e Australia) e le relative esercitazioni navali e militari.

Anche il crescente acquisto di sistemi d’arma statunitensi da parte dell’India e il suo continuo interesse per lo sviluppo di armamenti congiunti sono significativi, non è così? “Ci stiamo avvicinando in quelli che definirei ‘security adjacent’ settori e questioni, come l’integrità della catena di approvvigionamento e la cooperazione nello sviluppo di tecnologie avanzate. Anche le nostre relazioni economiche complessive, pur essendo ben al di sotto del potenziale, stanno crescendo in modo significativo”.

Per l’esperta del Csis, già console generale a Hyderabad, anche i legami interpersonali restano un’importante base delle relazioni indo-americana. “La diaspora indiana negli Stati Uniti è il nostro gruppo minoritario più ricco e istruito e comprende titani dell’industria come gli amministratori delegati di Microsoft, FedEx e Adobe”.

La visita attuale ha dato un’idea chiara sulla portata e sulla profondità delle relazioni, che prevedono, ad esempio, una futura cooperazione nei settori dello spazio, della vendita e dello sviluppo di armi e dell’alta tecnologia. Un’attività ampia e ambiziosa, anche se ci sono state critiche, per esempio riferire alla posizione presa da Nuova Delhi nei confronti di Mosca e dell’aggressione russa all’Ucraina. “È vero — continua Hadda — che l’India non ha sostenuto con forza le nostre posizioni sulla questione Russia/Ucraina. Ma va valutato che, oltre ai legami storici tra India e Russia e alla già citata indipendenza indiana negli affari esteri, l’India si preoccupa delle unioni tra la Russia e la Cina, date le sue tensioni con la Cina”. E val la pena ricordare che la congiuntura tattica tra Cina e Russia è una delle grandi preoccupazioni statunitensi.

“Come ex diplomatico, vorrei far notare che può essere utile se i nostri partner non si muovono sempre in sintonia con noi, anche su questioni importanti. Ciò consente loro di essere interlocutori utili con i Paesi terzi su questioni su cui siamo d’accordo. Sì ricorderà che lo scorso autunno il premier Modi ha avuto parole taglienti nei confronti di Vladimir Putin in merito ai crimini di guerra denunciati in Ucraina, a cui Putin ha risposto in un modo in cui non avrebbe mai risposto ai Paesi europei o a noi”, analizza Hadda, che tra i suoi incarichi al dipartimento di Stato ha avuto anche quello di ministro consigliere per gli Affari economici all’ambasciata di Roma.

Ora però, la questione per le relazioni tra Stati Uniti e India sembra essere: in assenza di un’alleanza formale e di un pieno accordo su aspetti importanti come la Russia/Ucraina, cosa caratterizzerà i legami in futuro? “Le relazioni che non si basano su valori e interessi condivisi sono di fatto transazionali. E i legami transazionali possono essere fragili e facilmente sfilacciabili. Per quanto si possa essere in disaccordo con l’Italia o con la Francia su una determinata questione, nessuno immagina che i nostri legami si rompano di conseguenza. Al contrario, le nostre relazioni con l’Arabia Saudita sono relativamente volatili”, spiega Hadda. “Forse non abbiamo ancora la profondità delle relazioni con l’India per evitare una rottura se siamo in forte disaccordo su importanti questioni future”.

Particolarmente preoccupante è ciò che accadrebbe in casi estremi e particolari, come per esempio l’invasione o blocco di Taiwan da parte della Cina. Non credo che nessuno si aspetti che l’India invii una portaerei per sostenere Taipei, ma quale sarebbe la risposta dell’India? “Ecco, credo che sia essenziale che gli Stati Uniti e l’India abbiano un buon senso delle aspettative reciproche su questioni come questa, per evitare che i nostri legami si rompano a causa di un disaccordo negli approcci”, risponde Hadda.



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