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Progresso di scienza e innovazione in Iran. L’opinione di Valori

Una nuova fase di politiche iraniane si rivolge verso scienza, tecnologia e innovazione. Ecco come lo Stato e i privati finanziano nuove progetti nell’analisi di Giancarlo Elia Valori

Il governo iraniano data la nota questione delle sanzioni deve affrontare l’arduo compito di attutire questi shock economici. Esso prevede di definire efficaci meccanismi per tenere testa alle difficoltà attraverso servizi finanziari e manifatturieri, in particolare, poiché l’economia iraniana è caratterizzata da una forte presenza statale in questi settori.

Il governo ha intensificato gli sforzi per vendere le sue quote nelle grandi imprese nazionali, onde compensare il calo delle entrate da quando le sanzioni sono state reintrodotte nel 2018. La legge di bilancio varata il 21 marzo 2019 prevedeva entrate per 2,5 miliardi di dollari dalla privatizzazione. Tuttavia, la spinta alla privatizzazione ha incontrato una certa resistenza da parte delle società statali. Vi sono casi in cui le azioni vendute sui mercati dei capitali sono state acquistate da enti parastatali, o in cui le azioni sono state trasferite al settore privato ma senza la concomitante responsabilità della gestione aziendale. Inoltre, le banche e le imprese semistatali tendono a essere burocratiche e a richiedere pesanti garanzie alle start-up che richiedono sostegno finanziario.

Il governo ha reso ciò prioritario per attutire il colpo delle sanzioni alle sue fiorenti industrie basate sulla conoscenza. Ad esempio, dal 2018, il Fondo nazionale per l’innovazione ha subito un’importante revisione; si sta evolvendo da istituzione quasi bancaria a regolatore e facilitatore per il finanziamento di società basate sulla conoscenza, per aiutarle a superare gli ostacoli nei settori finanziari dominanti.

Il fondo viene incoraggiato a coordinare i propri programmi con quelli di altri fondi per la ricerca e la tecnologia e con la rete bancaria. Il Fondo nazionale per l’innovazione sta inoltre introducendo nuovi schemi di investimento e razionalizzando la sua struttura organizzativa e le sue procedure. Per le organizzazioni iraniane, l’ottenimento di fondi stanziati dal bilancio statale non garantisce che la totalità sarà loro effettivamente trasferita. Al 2020 è stato assicurato l’87% della somma destinata al Fondo Nazionale per l’Innovazione. Questo fondo ha svolto un ruolo fondamentale fornendo strutture per aziende basate sulla conoscenza, come prototipazione, acquisto rateale, leasing, capitale circolante e di rischio, spazi per uffici, attività di pre-ordine, impianti di produzione industriale, emissione di warrant e programmi di potenziamento.

Una nuova fase di politiche iraniane si rivolge verso scienza, tecnologia e innovazione. Fino a quel momento, l’accento era stato posto sullo sviluppo dell’istruzione superiore e sull’aumento del numero di pubblicazioni accademiche (1990-2000), seguito dal sostegno alle tecnologie emergenti (2000-2010). Il risultato principale di questa prima generazione di tali politiche è stata una maggiore produttività accademica nelle tecnologie emergenti, in particolare, unita alla creazione dei primi parchi scientifici e tecnologici.

La fondazione del Nanotechnology Initiative Council (2002) è stata una pietra miliare di questo periodo. Questi anni hanno visto anche l’adozione della legge sulla concorrenza (2007), seguita dall’istituzione del Consiglio della concorrenza nel 2009 per fungere da pilastro principale dell’attuazione della legge nel mercato. La seconda generazione di queste politiche risale al 2010, quando la vicepresidenza per la scienza e la tecnologia ha redatto un disegno di legge che è stato successivamente promulgato dal parlamento come regolamentazione sul sostegno alle istituzioni e alle imprese basate sulla conoscenza e sulla commercializzazione dell’innovazione e delle invenzioni (2011).

Questa attenzione esplicita all’economia della conoscenza è stata la prima per l’Iran. Il Fondo Nazionale per l’Innovazione è stata l’espressione pratica di questo provvedimento legislativo. Inizialmente, l’obiettivo era sostenere gli spin-off universitari, ma il progetto si è gradualmente ampliato fino a comprendere start-up basate sulla tecnologia e alcune grandi imprese ammissibili come CinnaGen o PersisGen, che sono di proprietà privata.

La terza generazione dei summenzionati provvedimenti risale al 2015, quando il parlamento ha dato un ulteriore impulso all’imprenditorialità e all’innovazione attraverso la legge sulla rimozione degli ostacoli alla produzione competitiva e sul rafforzamento del sistema finanziario. È questa la legge che ha portato ai primi centri e acceleratori di innovazione nel 2015. Essa è stata seguita dalla Politica sui requisiti di contenuto locale (2016). Ha introdotto una clausola che impone agli accordi internazionali e ai grandi progetti nazionali di “includere tecnologia e formazione locali”. Questa clausola è ora in fase di attuazione nei progetti nazionali. Un’altra pietra miliare è stata la legge sull’espansione dell’utilizzo delle nanotecnologie 2025 (2017). Questa legge ha stabilito un piano decennale per il passaggio dalla fase di creazione di conoscenza (technology push) a quella di espansione del mercato attraverso la diffusione delle nanotecnologie nell’industria e nella società locale (demand pull).

Notevole nel 2019 è stato il tentativo di modernizzare le procedure di appalto pubblico per sfruttare livelli più elevati di produzione locale, attraverso la legge sulla massimizzazione dell’uso della capacità locale di produzione e servizi per soddisfare le esigenze nazionali e consolidare queste capacità per migliorare le esportazioni.

La magistratura iraniana ha istituito il Consiglio speciale per la risoluzione delle controversie fra le società e le élite. Esso ha sede nel Pardis Technology Park. Inoltre È stato istituito un secondo consiglio per affrontare i problemi legali affrontati dalle imprese digitali. Per questa terza generazione di politiche, la vicepresidenza per la scienza e la tecnologia è passata da un approccio basato sul sistema dell’innovazione nazionale, in cui gli attori del governo sono i punti focali dell’innovazione, allo sviluppo di un approccio basato sull’ecosistema dell’innovazione, in cui i centri di imprese sulla conoscenza e le start-up basate sulla tecnologia ricevono sostegno e la loro capacità innovativa è legata al soddisfacimento delle esigenze nazionali e industriali.

Anche le politiche a sostegno di quelle che in Iran vengono chiamate “zone di innovazione” possono essere suddivise in tre fasi.

La prima fase ha comportato misure volte a favorire la creazione di parchi e incubatori scientifici e tecnologici nei campus universitari. Entro il 2018, le università ospitavano 45 parchi scientifici e tecnologici attivi e 193 incubatori. Pardis Technology Park è il più grande. Ospita circa 500 aziende con un totale complessivo di oltre 6.000 dipendenti. Pardis rappresenta il 10% delle entrate e delle esportazioni dei parchi scientifici e tecnologici iraniani.

La seconda fase è consistita nella creazione di spazi all’interno delle grandi città in cui start-up, investitori e altri attori dell’innovazione possano incontrarsi e scambiarsi esperienze a progetti. Le fabbriche abbandonate sono state rinnovate e rinominate “fabbriche dell’innovazione” per ospitare questa nuova generazione di imprenditori. Le prime due fabbriche di innovazione sono Azadi e Highway, fondate a Teheran rispettivamente nel 2017 e nel 2019, che sono filiali del Pardis Technology Park. Le start-up e i fattori collegati ad Azadi e Highway hanno diritto ad accedere alle strutture del Pardis Technology Park.

Azadi si estende su una superficie di 18.500 metri quadro e dà lavoro a 3 500 laureati e giovani imprenditori. Le start-up coprono una vasta gamma di campi che includono architettura e vita urbana, intelligenza artificiale, biotecnologia, contenuti creativi, sicurezza informatica, fintech (che sono programmi per computer e altre tecnologie utilizzate per supportare o abilitare servizi bancari e finanziar) e assicurazioni, nanofarmaci e turismo.

La Highway Innovation Factory può ospitare fino a 500 dipendenti. È stata aperta con 20 start-up che lavorano nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, dei dispositivi medici, della gestione, dello sviluppo di contenuti creativi e dell’agricoltura. Ci sono piani per creare ulteriori fabbriche di innovazione nelle grandi città entro la fine del 2023.

Nella terza fase della creazione della piattaforma di innovazione, i centri accademici nelle aree urbane vengono trasformati in università di terza generazione, note anche come università imprenditoriali. L’obiettivo è colmare il divario con le università tradizionali e migliorare la posizione delle università all’interno dell’ecosistema generale dell’innovazione. Sharif Innovation Zone è un esempio lampante di tale approccio. Entro il 2017, più di 500 start-up erano state fondate da studenti, laureati e docenti della Sharif University of Technology, secondo la Platform Towards Developing Entrepreneurship.

Da qui all’economia digitale il passo è breve. Dal 2015, molte università e parchi scientifici hanno organizzato eventi per aiutare i laureati a sviluppare competenze sia tecniche che trasversali. Start-up weekend, ide show e bootcamp (campi di educazione e formazione tecnica) sono diventati eventi comuni, con argomenti che vanno dall’imprenditoria rurale, salute, aria e acqua pulite ai trasporti, intelligenza artificiale, blockchain (ossia un sistema in cui un registro delle transazioni effettuate in bitcoin o un’altra criptovaluta viene mantenuto su diversi computer collegati in una rete peer-to-peer) e sicurezza informatica.

Nel 2019, la vicepresidenza per la scienza e la tecnologia ha emanato una direttiva esecutiva consigliando alle università di sostenere i bootcamp nei settori legati all’economia digitale. Per il 2019-2020 sono previsti circa 23 bootcamp sull’economia digitale per laureati in tecnologie digitali come l’intelligenza artificiale. La proliferazione di questi eventi è un segnale positivo del sostegno alle start-up da parte della leadership iraniana. Tuttavia, si teme che questi eventi offrano poco supporto reale oltre all’assegnazione di premi e alcuni modesti finanziamenti. Avere una rete nazionale di mentori professionisti in vari settori che potrebbero interagire con i team di start-up li aiuterebbe a superare la fase di gestazione.

Moduli per la formazione dei formatori potrebbero essere sviluppati per guidare questi mentori. Sa’di, il celebrato poeta persiano del sec. VII, paragona uno studioso senza azione a un’ape senza miele. Forse i responsabili politici iraniani di tali settori avevano in mente questa citazione quando hanno ideato strumenti politici per migliorare l’impatto della prima e della seconda ondata delle politiche sopra descritte. Ad esempio, il risultato principale della prima e della seconda ondata di queste politiche è stato un maggior numero di laureati e pubblicazioni scientifiche; però questo, da solo, non ha incrementato in misura significativa la creazione di valore. È qui che entrano in gioco gli strumenti politici e i programmi della terza ondata. Sottolineando la costruzione di ecosistemi e piattaforme, è più probabile che producano un valore aggiunto maggiore, anche se è un po’ presto per dirlo, in questa fase.

Questi strumenti e programmi politici cercano di potenziare le industrie innovative e le industrie digitali. Uno di questi è IranLab, una start-up che organizza mostre di attrezzature e materiali avanzati per laboratori domestici dove le aziende creative possono incontrare potenziali clienti. Finora ci sono state sei mostre IranLab; c’è anche un mercato online permanente per i clienti interessati.

Un altro programma offre supporto al mercato per macchinari avanzati costruiti localmente dal 2018, riflettendo l’importanza di questo settore per l’Iran. Finora, più di 400 aziende hanno beneficiato di questo programma, portando alla produzione di 600 nuovi prodotti. Un altro strumento politico si concentra sull’aiutare le aziende basate sulla conoscenza a commercializzare i propri prodotti. Alle aziende vengono offerti meccanismi finanziari di supporto, come il credito acquirente, il pre-acquisto e il credito per la prototipazione. Tali misure possono essere cumulate con altri meccanismi normativi di supporto per le entità basate sulla conoscenza, come esenzioni fiscali, servizi finanziari a basso interesse, esenzioni dai dazi doganali e assicurazioni sociali.

Secondo la Banca mondiale (2020), l’Iran è al 127° posto su 190 Paesi per la facilità di fare affari, ma al 178° per quanto riguarda l’avvio di un’impresa: per cui è necessario rendere più facile alle imprese digitali fare affari.

Nel 2016 è stata elaborata una direttiva esecutiva per aiutare il crescente numero di imprese online a superare gli ostacoli burocratici. Ciò ha portato alla costituzione dell’Unione nazionale delle imprese online nel 2017, che fornisce ai suoi membri licenze commerciali e altre forme di supporto. Questa unione si è rivelata utile anche per affrontare alcuni ostacoli normativi e altri ostacoli incontrati dalle imprese tradizionali. Ad esempio, nel 2020 un gruppo di lavoro parlamentare ha affrontato le sfide affrontate dal commercio elettronico e dai servizi online.

Negli ultimi cinque anni, l’ecosistema digitale iraniano ha assistito a un boom delle piattaforme online. Ad esempio, ci sono app ride-hailling (Tapsi e Snapp), mercati online (Digikala, Divar), streaming video (Aparat) e una piattaforma di distribuzione basata su app (Café Bazaar). Una società di ride-hailing è un’impresa che, tramite siti Web e app mobili, abbina i passeggeri ai conducenti di veicoli a noleggio che, a differenza dei taxi, non possono essere chiamati e fermati in strada.

Il Covid-19 ha avuto un risvolto positivo per le startup iraniane di salute e benessere online. Dall’epidemia, molte nuove app per la salute sono state diffuse sui cartelloni pubblicitari.

La crescita della domanda e dell’offerta per quanto riguarda i servizi online è correlata al forte aumento della penetrazione di Internet, in particolare Internet mobile, che ha raggiunto il 70% nel 2020, rispetto al 40% nel 2015. Due terzi delle connessioni di telefonia mobile ora hanno accesso a Internet. Un altro tipo di programma complementare perseguito più attivamente negli ultimi anni mira a infondere consapevolezza politica e acume nei responsabili politici per migliorare il processo decisionale nelle aree prioritarie della scienza e della tecnologia. Tali programmi includono: un programma nazionale di previsione tecnologica (2015) per i settori energetico, automobilistico, sanitario e idrico; indagini di Ricerca&Sviluppo condotte ogni due anni dal 2015 in poi dal Centro statistico dell’Iran per misurare il livello di settori governativi e non profit; l’Iran Innovation Survey (2016), portata avanti annualmente dalla Vicepresidenza per la Scienza e la Tecnologia; e il Sistema nazionale di monitoraggio della scienza e della tecnologia, introdotto nel 2015 dal Consiglio supremo per la scienza, la ricerca e la tecnologia.

Per finire due parole sulla summenzionata PersisGen è un’azienda biofarmaceutica che progetta, sviluppa e produce biosimilari, vaccini e prodotti plasmaderivati, lanciata nel 2016. Essa è inoltre specializzata in medicina rigenerativa attraverso l’utilizzo di cellule staminali. PersisGen ha un dipartimento di accelerazione che è il primo del suo genere nella biotecnologia medica in Iran. L’acceleratore aiuta i giovani ricercatori ad acquisire competenze pratiche e a fondare società indipendenti basate sulla conoscenza. Fa da mentore ai team di start-up, fornendo loro l’infrastruttura tecnica e l’orientamento su prototipazione, riacquisto di tecnologia e investimenti; firma inoltre contratti con start-up per lo sviluppo di prodotti congiunti. PersisGen è finanziato interamente tramite private equity, ossia categoria di investimenti finanziari mediante la quale un’entità apporta nuovi capitali, e dunque finanzia, una società target con l’acquisto di azioni e/o sottoscrivendo azioni di nuova emissione apportando nuovi capitali all’interno.

Uno dei suoi principali investitori privati di PersisGen è CinnaGen, un pioniere nel settore della biomedicina iraniana fondato nel 2003. CinnaGen mette in campo la sua esperienza di ricerca congiunta con il Fraunhofer Institute in Germania. PersisGen non ha azionisti stranieri. È sostenuto dalla vicepresidenza per la scienza e la tecnologia. Il risparmio economico per l’Iran derivante dal non dover importare prodotti medici grazie all’acceleratore di PersisGen dovrebbe raggiungere i 400 milioni di dollari all’anno entro il 2025. Questa previsione non dovrebbe essere indebitamente influenzata dal ripristino delle sanzioni, poiché la maggior parte della produzione prevista sarà destinata per il mercato interno.



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