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Così i fondi pensione negoziali investono nell’economia reale. Parla Maggi

Il presidente di Assofondipensione, Giovanni Maggi, è stato intervistato nella redazione di Formiche da Uberto Andreatta, all’indomani del seminario sul settore idrico e gli asset owners italiani. In questo quadro di spinta verso le infrastrutture in una cornice Esg, Maggi si è dichiarato molto favorevole a valutare con attenzione uno strumento dedicato al settore idrico che rispetti il mandato dei fondi negoziali di non effettuare investimenti diretti e che riproponga, anche in questo caso, la partnership con Cassa Depositi e Prestiti

Al fine di arricchire ulteriormente la discussione sul rapporto tra asset owners domestici e questione idrica, oggetto di un dibattito tenutosi presso il Centro Studi Americani il 13 giugno alla presenza di numerose personalità a vario titolo coinvolte nel settore, Formiche.net ha ospitato in redazione Giovanni Maggi, Presidente di Assofondipensione.

In una conversazione con Uberto Andreatta introdotta da un inquadramento del fenomeno dell’asset ownership anche in una prospettiva di confronto con altri Paesi, Maggi ha ripercorso le tappe dello sviluppo dell’Associazione da lui presieduta e nata (2003) con lo scopo di dare una casa comune ai fondi pensione cosiddetti ‘negoziali’, ossia istituiti sulla base di un accordo tra quelle parti sociali che tutt’ora ne costituiscono la base dei soci promotori e ne esprimono la governance sia a livello associativo che di singoli fondi.

I 33 fondi pensione negoziali rappresentano così, a vent’anni di distanza e forti di circa 70 miliardi di euro di masse complessive, una componente indefettibile dell’universo degli asset owners italiani in grado di porsi come interlocutore istituzionale di lungo termine in tutto lo spettro delle asset classes.

A quest’ultimo riguardo, Maggi ha evidenziato la recente svolta nell’asset allocation dei fondi negoziali, che dal 2020 vede impegnati una buona parte (18) degli stessi assieme a un paio di fondi cosiddetti preesistenti nel supporto all’economia reale del nostro Paese. Lo strumento utilizzato, in partnership con Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), è quello di una serie di fondi di fondi gestiti dal Fondo Italiano d’Investimento – la Sgr che vede Cdp Equity come azionista di maggioranza (55%) a fianco di altri investitori istituzionali italiani – e investiti in fondi di private equity o di private debt per una raccolta totale superiore a 1 miliardo di euro.

Imminente è poi il lancio, seguendo lo stesso schema del fondo di fondi in tandem con Cdp, di un progetto nel mondo delle infrastrutture volto a raccogliere complessivi 6-800 milioni di euro tra Cdp e fondi negoziali per poi allargarne l’ambito anche ad altri investitori istituzionali.

Lo sfondo entro cui prendono vita queste iniziative è sempre quello, da un lato, della sostenibilità (Esg) e dall’altro dell’effetto moltiplicatore sull’economia reale soprattutto in termini sociali e occupazionali (impact investing).

È proprio in questo quadro di spinta verso le infrastrutture in una cornice Esg, quindi, che Maggi si è dichiarato molto favorevole a valutare con attenzione uno strumento dedicato al settore idrico che rispetti il mandato dei fondi negoziali di non effettuare investimenti diretti e che riproponga, anche in questo caso, la partnership con Cassa Depositi e Prestiti.

In cantiere, infine, Assofondipensione ha la costituzione sia di una struttura che aiuti i fondi associati a svolgere attività di engagement con le società quotate sia di un ufficio studi a supporto dell’attività istituzionale.



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