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Il ruolo (diplomatico) dell’arte nei rapporti Italia-Francia. Sgarbi sulla mostra al Louvre

L’inaugurazione della mostra con le opere del museo di Capodimonte a Parigi è stata anche un’occasione per rinsaldare i rapporti tra i due Paesi. Perché, dice il sottosegretario, “ci si può dividere sulla gestione dei migranti, ma l’arte unisce. Ed è un formidabile strumento diplomatico per l’Italia”

“Macron, in fondo, ci deve essere riconoscenti: attraverso questa mostra noi abbiamo in qualche modo completato l’opera di Napoleone”. Vittorio Sgarbi ci risponde da Parigi. Sotto la piramide di vetro, il sottosegretario alla Cultura sta partecipando all’inaugurazione dell’esposizione “Napoli a Parigi – Il Louvre invita il Museo di Capodimonte”. Circa sessanta opere d’arte, di grande pregio, del museo di Capodimonte verranno ospitate nella Ville Lumière fino al gennaio del prossimo anno.

L’occasione dell’inaugurazione della mostra, a cui hanno partecipato il Presidente della Repubblica italiano, Sergio Mattarella, e il presidente francese, Emmanuel Macron, oltre al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, funge anche da momento di ricucitura a seguito della tensione registrata nelle scorse settimane tra Roma e Parigi.

“Una ricca cooperazione culturale bilaterale” che riveste un ruolo “centrale nel Trattato del Quirinale”, sostiene la presidenza francese. Il sottosegretario alla Cultura, contattato da Formiche.net, si spinge oltre. “Con questa mostra, che annovera capolavori, tra gli altri, di Masaccio, di Tiziano, di Caravaggio e di Guido Reni – spiega – dà forza al Louvre. Attraverso l’esposizione, noi andiamo a completare ciò che Napoleone non riuscì a fare perché probabilmente non riuscì a comprendere l’importanza e la straordinaria bellezza di ciò che lasciò in Italia”.

Sì perché, prosegue Sgarbi, “ad esempio Caravaggio e i caravaggeschi non vennero capiti da Bonaparte. E invece si tratta di tele fondamentali dal punto di vista artistico”.

Quando parla, in particolare di arte, il sottosegretario riesce con le parole a dipingere le situazioni. Ed ecco che arriva il significato profondo dell’esposizione, secondo la sua ottica. Si badi, non c’è alcun tono polemico. Ma la constatazione della “supremazia dell’Italia rispetto alla Francia, sotto il profilo artistico”.

“Ci si può dividere su questioni come la gestione dei flussi migratori, le politiche dei singoli Paesi, ma l’arte unisce – constata Sgarbi -. Per noi l’arte rappresenta una formidabile risorsa diplomatica: attraverso la realizzazione dell’esposizione parigina abbiamo rinsaldato i rapporti con la Francia. E, i francesi che ci ospitano, non possono che constatare la grandezza italiana”.

Se Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real bosco di Capodimonte, definisce questa mostra un “evento epocale”, Sgarbi rincara. “Il nostro Paese – scandisce – con questa mostra in realtà ha vinto due volte”. Qui il registro diventa più nazional-popolare, ma ugualmente efficace. “Sì – prosegue il sottosegretario – vince due volte: la prima vittoria è rappresentata dalla primazia artistica di cui le opere del museo di Capodimonte sono testimonianza. E la seconda perché la vera protagonista è la città di Napoli. Che, quest’anno, ha vinto lo scudetto. Non ce nulla da fare: i francesi ci devono ringraziare”. Un capolavoro.

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