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Mes e Patto di Stabilità, Adornato legge le mosse di Meloni (e dell’opposizione)

La ratifica del Mes viene utilizzata da Meloni, in questo momento, come strumento di “contrattazione” per ottenere un Patto di Stabilità più confacente alle esigenze italiane. Esattamente come fanno gli altri leader europei, cercando di tutelare gli interessi nazionali. E sul Pnrr? “Ci vuole un accordo ci collaborazione tra maggioranza e opposizione”

Come spesso accade, fanno più rumore le comunicazioni del presidente del Consiglio alle Camere in vista del Consiglio Europeo piuttosto che il Consiglio stesso. E quello che si è verificato in queste ore, richiamato da buona parte della stampa italiana, è esattamente questo. Giorgia Meloni, ieri, ha spiegato quale è l’approccio del governo sui vari dossier in discussione: dall’annosa questione del Mes, al Patto di Stabilità, passando per l’aumento dei tassi da parte della Bce e l’immigrazione. Una postura i cui contorni erano già stati chiariti anche nelle scorse settimane. Eppure, buona parte dell’opposizione – a partire dalla segretaria del Pd Elly Schlein – ha gridato allo scandalo. “C’è un problema sia di merito che di metodo nelle affermazioni dell’opposizione: ancora una volta, si dimostra pregiudiziale”. A dirlo a Formiche.net è l’ex deputato e saggista Ferdinando Adornato. 

Qual è l’errore che sta commettendo l’opposizione secondo lei?

C’è una strana dicotomia, che ha tratti profondamente contraddittori nelle critiche che la minoranza muove a Meloni e al governo più in generale. Da una parte viene contestato il fatto che la premier, da quando riveste il suo ruolo, abbia cambiato atteggiamento nei confronti dell’Unione Europea, abbandonando alcune posizioni che aveva assunto all’opposizione. Dall’altra, però, la sinistra critica anche il fatto che questo governo sia isolato in Europa e che faccia correre tanti rischi al nostro Paese. Mi pare sia tutto assurdo, anche se questo atteggiamento mi pare sia ormai una continua ricerca di pretesti per attaccare l’esecutivo per qualsiasi cosa faccia o voglia fare.

Arriviamo alla questione di merito. Tra i dossier più spinosi c’è la ratifica del Mes. Che idea si è fatto?

Partiamo col dire che diverse componenti dell’opposizione sul Mes hanno la stessa posizione del governo. Basta pensare a ciò che il Movimento 5 Stelle ha sempre sostenuto. E questo non è secondario. Ma andiamo oltre. A questo punto mi pare chiaro ed evidente che il Mes, prima o dopo, verrà ratificato. In questa fase, però, viene utilizzato come strumento di “contrattazione” politica da parte di Meloni per agire su altri fronti. Tutto questo fa parte dell’approccio “a pacchetto” di cui ha parlato la premier durante le comunicazioni alle Camere.

A cosa si riferisce in particolare?

Ad esempio al Patto di Stabilità. Per me le critiche che sono state mosse dall’opposizione su questo sono del tutto pretestuose. Meloni fa bene a cercare di adottare un Patto di Stabilità più confacente all’esigenze del nostro Paese. Ed è esattamente quello che fanno tutti i premier degli altri Paesi. Poi, non si sa se ci riuscirà. Ma è sacrosanto che ci provi. Criticarla per il solo fatto di provarci, è un esercizio sterile.

Un punto sul quale l’opposizione è in forte pressing sull’esecutivo riguarda la gestione e l’ottenimento della terza rata del Pnrr. Quali sono le reali prospettive in questo versante?

È sicuramente tra i dossier più caldi che il governo dovrà affrontare. Il Piano ha una grande complessità sia sul versante delle tempistiche, sia per quanto riguarda i contenuti. In più il nostro Paese sconta una grande lentezza determinata anche da iter burocratici farraginosi che mal si attagliano alla velocità che chiede l’Ue. Però, su questo, un’opposizione responsabile dovrebbe agire in modo differente rispetto a quanto sta facendo ora.

Cosa dovrebbe fare?

Posto che dalla massimizzazione dell’impatto dei fondi Pnrr dipende il futuro del Paese e non solo del governo Meloni, un’opposizione responsabile dovrebbe sottoscrivere con il governo un accordo d’intesa per collaborare all’attuazione del Piano. Così, in caso di buona riuscita, incasserebbe parte del successo e, in caso di difficoltà, potrebbe impegnarsi al fianco del governo per sciogliere i nodi irrisolti.

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