Dopo il momentaneo stop all’inasprimento monetario di metà giugno, dalla località portoghese il governatore della Federal Reserve, Jerome Powell, torna ad annunciare nuove strette. Rimettendosi così sui binari di Francoforte
Uno si è preso una pausa di riflessione, l’altra invece continua a dare gas a i tassi, incassando per tutta risposta la dura presa di posizione dell’Italia. A Sintra, teatro del forum annuale dei banchieri centrali, è stato il giorno di Jerome Powell e Christine Lagarde, confrontatisi in una tavola rotonda in compagnia di altri due grossi calibri della politica monetaria globale, Kazuo Ueda della Bank of Japan e Andrew Bailey della Bank of England, quest’ultimo reduce pochi giorni fa da un colpo di mano sui tassi britannici di 50 punti base (ora il denaro Oltremanica costa il 5%).
Se Lagarde, come annunciato dalla stessa località portoghese in apertura di summit, continua a usare la mano pesante, nonostante l’inflazione stia regredendo, Powell invece ha deciso di ridare fiato al mercato. Ma è solo apparenza. Se Lagarde infatti ha ribadito la sua linea, spiegando che “abbiamo ancora della strada da fare. Ci basiamo sui dati e decideremo volta per volta, ma sappiamo che c’è della strada da fare e se lo scenario di base resta questo per luglio è molto probabile un rialzo dei tassi”, Powell ha gelato le attese dei mercati, che avevano intravisto nella frenata di metà giugno la fine dell’inasprimento monetario.
“Crediamo che ci sia una maggiore restrizione in arrivo”, ha detto Powell nel corso del dibattito a Sintra. “Abbiamo alzato i tassi di interesse di 500 punti base in poco più di un anno e abbiamo ancora della restrizione da fare. La politica monetaria non è stata in territorio restrittivo per molto tempo anzi siamo stati in territorio negativo per molto tempo. Ora siamo in territorio restrittivo, ma non lo siamo da molto. Il mercato del lavoro rimane molto forte e questo stimola le spese per i consumi e la domanda. La maggioranza del comitato vuole altri due rialzi dei tassi in considerazione del fatto che i dati macro indicano che sia l’economia sia l’inflazione rimangono superiori alle attese. Quindi siamo in territorio restrittivo, ma non lo siamo da abbastanza tempo e dobbiamo fare ancora dell’altro”.
Il messaggio arrivato da Sintra è chiaro, Fed e Bce hanno ritrovato una sintonia sui tassi, decidendo di proseguire sulla strada dell’innalzamento del costo del denaro. Lo stesso numero uno della Banca centrale americana ha motivato la sua decisione di riprendere con il rialzo dei tassi. “La persistenza dell’alta inflazione ha sorpreso solo in parte. La componente di crescita dei prezzi stenta ad attenuarsi, inclusa quella dei servizi non legati alla casa. Si tratta di settori scarsamente sensibili agli aumenti dei tassi di interesse e solitamente ad intensa attività lavorativa, e che quindi risentono delle condizioni tirate del mercato del lavoro”.