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La Russia nasconde i conti, di nuovo. Perché non sono buoni

Dal portale del ministero delle Finanze da giorni sono state oscurate le cifre che indicano la spesa per la guerra e le entrate da idrocarburi. Forse perché la prima aumenta e le seconde crollano…

Mentre l’Europa torna all’attacco dei beni confiscati alla Russia, tentando nuove strade per fare cassa con gli asset messi sotto chiave, Mosca ripropone un film già visto: nascondere il reale andamento della propria economia. Il Cremlino, infatti, ha interrotto inaspettatamente la pubblicazione di dati dettagliati sulla spesa di bilancio, gettando le finanze statali sempre più nella segretezza mentre il governo lotta con l’aumento dei costi legati alla guerra in Ucraina, che fa rima con deficit, dunque debito.

Come racconta Bloomberg, il ministero delle Finanze ha interrotto la divulgazione delle spese sul suo portale, che in precedenza mostrava informazioni aggiornate sulle uscite della Federazione. In questi mesi, tali statistiche hanno consentito agli analisti di tutto il mondo di esaminare le tendenze della spesa in Russia e di calcolare quanto del budget statale fosse destinato alla guerra contro l’Ucraina. In realtà, è un déjà vu.

La Russia ha infatti già in passato oscurato la pubblicazione di dati critici, inclusa la segnalazione della produzione di petrolio, dopo che gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno imposto sanzioni in risposta all’invasione dell’Ucraina, nel febbraio 2022. Di sicuro c’è che le finanze russe sono sotto pressione, come non mai.

La prova è nel deficit del bilancio federale che nel frattempo, stando agli ultimi dati disponibili, ha raggiunto i 3.400 miliardi di rubli (circa 41 miliardi di dollari) nei primi cinque mesi del 2023, riducendosi leggermente a maggio ma superando comunque il piano annuale di quasi un quinto. Le entrate energetiche, invece, sono diminuite di oltre un terzo il mese scorso, colpite dai prezzi del greggio più bassi a causa delle sanzioni internazionali e dalla riduzione delle esportazioni di gas verso l’Europa, causa embargo.

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