Intorno alla mezzanotte sono stati registrati scontri di intensità inusuale rispetto alle settimane precedenti. Mentre le istituzioni russe celebrano una vittoria, altre voci raffreddano l’entusiasmo di Mosca. E le poche informazioni disponibili non danno un quadro chiaro della situazione
Sono passati pochi minuti dalla mezzanotte quando il Ministero della Difesa Russo ha rilasciato un nuovo update su Telegram. Il contenuto del messaggio era molto significativo: esso annuncia il respingimento di un imponente operazione militare portata avanti dalle truppe ucraine in diversi settori del fronte nell’area meridionale dell’Oblast di Donetsk. Due brigate coinvolte per un totale di otto battaglioni (sei meccanizzati e due corazzati), stando a quanto riporta il Ministero, che nello stesso messaggio annuncia di aver respinto con successo gli attacchi ucraini. Causando la perdita di 250 soldati, 16 Main Battle Tanks, 16 Infantry Fighting Vehicles e 21 Armoured Combat Vehicles.
Le istituzioni di Mosca ed i media a loro più vicini hanno fin da subito marchiato le manovre di questa notte come l’inizio della tanto annunciata controffensiva. Obiettivo: portare avanti una linea narrativa secondo cui le grandi speranze che Kyiv riponeva in questa ultra-pubblicizzata operazione militare erano destinate ad infrangersi contro la muraglia delle trincerate forze russe.
La notizia, diffusa dalle stesse fonti, della presenza del Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Russe Valery Gerasimov sulla linea del fuoco rafforza ulteriormente questo filone narrativo. Anche i pochi video rilasciati dalle autorità russe, dove si possono vedere mezzi ucraini distrutti nel mezzo di azioni di manovra, sembrano confermare quanto detto in precedenza.
Ma altre fonti russe si pongono in contrapposizione con il Ministero della Difesa e con i suoi resoconti di vittoria. Alcuni blogger militari russi riportano di sfondamenti delle linee russe da parte di contingenti ucraini nella regione di Zaporizhia, nei pressi del villaggio di Velykonovosilkivsky, mentre il leader separatista Alexander Khodakovsky ha affermato che “L’attacco ci ha messo in una posizione difficile”, aggiungendo che l’attacco avvenuto ad Ovest della cittadina di Vuhledar sarebbe soltanto una limitata mossa tattica, e non una parte integrante della grande controffensiva.
Da parte ucraina non vi sono stati commenti diretti su quanto avvenuto nella notte tra il 4 e 5 Giugno. Oleksandr Syrskyi, comandante in capo delle forze terrestri ucraine, ha affermato che i soldati di Kiyv stiano avanzando in prossimità di Bakhmut, senza collegare in alcun modo questi movimenti con l’inizio della controffensiva. Tuttavia, l’Ukraine’s Centre for Strategic Communications ha dichiarato che “Per demoralizzare gli ucraini e fuorviare la comunità (compresa la loro stessa popolazione), i propagandisti russi diffonderanno false informazioni sulla controffensiva, sulle sue direzioni e sulle perdite dell’esercito ucraino”.
Le poche informazioni verificate su quanto è avvenuto stanotte non permettono di chiarire se quella a cui stiamo assistendo è effettivamente l’inizio della controffensiva o se sono solamente piccole azioni legate a necessità tattiche. L’orario di inizio delle operazioni (la mezzanotte precisa del 5 Giugno) potrebbe suggerire che esse siano parte di un più vasto e organizzato sforzo militare; allo stesso tempo, simili azioni potrebbe essere state condotte per saggiare la capacità di resistenza delle forze nemiche in un settore considerato ‘fragile’ dall’intelligence di Kyiv; o ancora, potrebbero essere un tentativo di confondere le acque, distogliendo l’attenzione del nemico da altri settori che potrebbero essere teatro di attacchi ben più energici.
Lo sfondamento nel settore di Zaporizhia per avanzare verso Mariupol (dove è stata riportata una forte esplosione nei pressi dell’acciaieria Azovstal) è solo una delle possibili direttrici d’attacco della controffensiva ucraina, come già ipotizzato da Formiche. Una mossa ovvia, forse troppo. O forse così vantaggiosa da essere la migliore da mettere in atto.
La controffensiva delle forze ucraine, con il supporto degli equipaggiamenti forniti dagli alleati occidentali, sarà un punto di svolta della guerra: in base al suo esito si apriranno differenti scenari diplomatici su organizzare eventuali trattative. Questo lo sanno bene a Kyiv come a Mosca e a Washington. Ma, secondo quanto afferma l’analista di sicurezza statunitense Phillips O’Brien, “Da quel che traspare, l’Ucraina ha buone ragioni per essere ottimista”.