Nel borgo portoghese si apre il forum dei banchieri centrali, nel momento più delicato dell’anno. Da una parte la necessità di abbassare i prezzi, dall’altra la salvaguardia dell’economia. I mercati guardano a Lagarde e Powell
I mercati hanno già le orecchie bene tese. A Sintra, borgo ottocentesco sulle colline che circondano Lisbona, è tutto pronto per l’annuale summit dei banchieri centrali d’Occidente, chiamati a fare il punto della situazione sulla lotta all’inflazione, a 18 mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina. Due gli interventi più attesi, quelli di Christine Lagarde e di Jerome Powell. Le strade delle due principali banche centrali del mondo, la Bce e la Fed, si sono divise solo una settimana fa.
La prima ha portato il costo del denaro al 4% nella zona euro, aumentando non poco i malumori di diversi Paesi membri, soprattutto l’Italia, laddove sul debito poggiano sia le finanze pubbliche, sia l’economia reale, alias mutui. La seconda, invece, si è presa una pausa di riflessione dopo una rincorsa che ha portato i tassi al 5%, lasciando tuttavia aperta la porta a nuovi rialzi. Per questo dal vertici di Sintra potrebbero uscire indicazioni piuttosto utili a capire le mosse future. Un costante aumento dei tassi, infatti, potrebbe finire col fiaccare più di quanto non stia già facendo, la ripresa dell’economia.
Il titolo scelto per l’edizione di quest’anno è comunque tutto un programma. Stabilizzazione macroeconomica in un contesto di inflazione volatile. Ad aprire gli interventi sarà per l’appunto la stessa Lagarde, poi mercoledì interverranno i vertici di Fed, BoE e BoJ. Tutti a discutere e confrontarsi sull’inflazione che tanti grattacapi sta dando ai governatori. Con ogni probabilità da Sintra uscirà un messaggio all’unisono: avanti con i rialzi dei tassi fin che la corsa dei prezzi non calerà a tassi più consoni.
Quindi a luglio, se non ci saranno quei capovolgimenti citati dalla Lagarde a valle dell’ultimo board, non solo la Bce ma anche la Fed aumenteranno il costo del denaro. Con nuovi effetti su mutui e prestiti di imprese e soprattutto famiglie. Chissà se è un caso che il giorno dopo il supervertice, arriverà il dato sull’inflazione nell’eurozona: gli analisti si attendono un’ulteriore frenata, pronosticando un 5,6% rispetto al 6,1% di un mese fa. Ma basterà a fermare le banche centrali?