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Così un gioiello italiano dell’alluminio è passato in mani cinesi

Il governo ha esercitato il Golden Power sull’acquisizione di Slim Aluminium. L’azienda, che opera in un settore strategico per Pechino, era stata comprata nel 2016 da un fondo tedesco, non nuovo a operazioni simili con gruppi del Dragone

L’8 giugno scorso il governo, con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, ha esercitato i poteri speciali con prescrizioni in merito all’acquisizione da parte della cinese Jiangsu Dingsheng New Materials Joint-Stock Co. Ltd, con sede nella città di Zhenjiang nella provincia dello Jiangsu, dell’intero capitale sociale di Slim Aluminium Spa, società di Cisterna di Latina, vicino a Roma, che si occupa di trasformazione dell’alluminio con circa 400 dipendenti e un fatturato che nel 2022 si attestava su 326.770.438 euro. È quanto si apprende da un atto trasmesso dalla presidenza del Consiglio alle commissioni parlamentari.

LA PROPRIETÀ TEDESCA

Come si apprende sul sito dell’azienda, Slim (Società lavorazioni industriali metalli) nasce nel 1964 a Cisterna di Latina dalla società pubblica Alumetal (con radici nella Montecatini e nella svizzera Alusuisse) in compartecipazione con la statunitense Reynolds. Nel 1986 lo stabilimento fu sottoposto a revamping, venne ceduta la divisione estrusi e la proprietà passò sotto il completo controllo del Gruppo Reynolds. Nel 1998 l’azienda cambiò nuovamente assetto, entrando a far parte del gruppo tedesco Vaw, a sua volta acquistato dalla multinazionale norvegese Hydro nel 2002. L’esperienza norvegese si è conclusa nel 2016, con la cessione del 100% di Slim Aluminium a Quantum Capital Partners di Monaco di Baviera tramite Rolling Mills International. Nel 2017 viene acquisito lo stabilimento di Fusina Rolling (il 22 dicembre scorso, il Tribunale di Venezia ha omologato il concordato preventivo di Slim Fusina Rolling Srl in liquidazione) e nel 2018 della fabbrica tedesca di Merseburg, vicino a Lipsia, specializzata nella produzione di foglio sottile d’alluminio.

LO STATO STRATEGA

Già nelle scorse settimane, il governo Meloni era intervenuto con il Golden Power, indicando prescrizioni, per salvaguardare patrimonio tecnologico, produzione e livelli occupazionali nel caso dell’operazione di fusione tra Whirlpool Emea e Arçelik. È l’applicazione del concetto di “Stato stratega”, secondo Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy: “Non uno Stato ideologico, né mercatista, né dirigista, ma che indica le regole che usa quando sono necessari i poteri aurei, la cosiddetta Golden Power, e lo fa come previsto nell’ultimo disegno di legge di interesse nazionale, non disinteressandosi del sito dell’impresa”, diceva il ministro a dicembre in audizione sulle linee programmatiche del dicastero. A marzo i poteri speciali erano stati utilizzati da Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, relativamente a Efort Intelligent Equipment, leader nella robotica e legata al governo di Pechino. Con un Dpcm del 10 marzo, infatti, il governo ha imposto alcune prescrizioni sul contratto per la concessione (in licenza non esclusiva) di una libreria software da parte dall’azienda novarese Robox alla società cinese.

L’IMPORTANZA DELL’ALLUMINIO

La Cina è il primo produttore di alluminio al mondo. L’Italia ha eccellenze tecnologiche nella catena produttiva, anche nella riduzione degli impatti ambientali – che è uno degli obiettivi di Pechino e una delle mission di Slim Aluminium.

IL PRECEDENTE “CINESE” DI QCP

Non è la prima volta che Quantum Capital Partners vende le quote di un’azienda acquisita qualche anno prima a una società cinese. Era accaduto a settembre 2017 con mdexx Group, con sede a Weyhe, nella Bassa Sassonia. L’azienda, fondata nel 1979, sviluppa e produce trasformatori, alimentatori, valvole a farfalla e filtri, nonché ventilatori assiali e radiali, soprattutto per il settore ferroviario, ma anche per il settore della tecnologia medica. Entrata nel portafoglio di Quantum Capital Partners nel 2016, ne è uscita un anno dopo con le parti che, si legge in una nota di allora, “hanno concordato di mantenere il prezzo di acquisto riservato”.

IL CASO GIANETTI RUOTE

Quantum Capital Partner è nota in Italia anche per l’operazione Gianetti Ruote, storico gruppo di cerchi per auto di Ceriano Laghetto (Monza) controllato dal 2018. Nel 2021, poche ore dopo la decisione del governo di togliere il blocco ai licenziamenti deciso durante la pandemia, il 3 luglio la proprietà, cioè il fondo Quantum Capital Partner, inviò una mail ai 152 lavoratori comunicando loro il licenziamento immediato. A ottobre dell’anno scorso la Corte d’appello di Milano ha pronunciato la sua sentenza: per i giudici l’azienda ha messo in atto una condotta antisindacale quando ha inviato le mail con i licenziamenti dopo il turno straordinario del sabato.

(Foto: slimalu.com)

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