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Triumvirato o garante di Forza Italia per il dopo Berlusconi?

A poche ore dalla scomparsa, l’eredità di Silvio Berlusconi è già proiettata alle europee dell’anno prossimo. Un patrimonio ideale che Forza Italia pensa di incardinare nella futura struttura del partito. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Un big bang in continua espansione: l’addio a Silvio Berlusconi infiamma di dolore e di rispetto la politica e le istituzioni. Da “ultimo degli immortali” a “geniale protagonista assoluto ” da “ Padre della democrazia dell’alternza” a “statista internazionale”, le iperboli esaurite vengono continuamente riciclate dallo tsunami di commenti e dichiarazioni.

Il mondo in guerra o col dito sul grilletto si ritrova unito nel cordoglio per il leader scomparso, da Putin (“un vero amico, una perdita irreparabile e un grande dolore” dichiara fra l’altro testualmente il presidente russo) a Washington, da Pechino ai vertici europei.

Davanti al San Raffaele il “popolo di Silvio”, come viene definita la folla, ha già iniziato la veglia funebre che culminerà con i solenni funerali di Stato dell’ex presidente del Consiglio e attuale senatore della Repubblica, che saranno celebrati nel Duomo di Milano.

E ora? Si chiedono tutti, senza tuttavia volere esternare prematuramente e inopportunamente come poter immaginare la politica e soprattutto Forza Italia senza Berlusconi.

L’epilogo del destino del Cavaliere potrebbe essere caratterizzato dalla differenziazione fra l’asse ereditario, rappresentato dai cinque figli, Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigi, più probabilmente ma da verificare anche l’ultima compagna Marta Fascina, e dall’eredità politica consistente nella leadership di Forza Italia.

Il trait d’union fra l’eredità materiale, Mediaset, Mondadori, gli asset bancari, finanziari e immobiliari ed il contesto politico si identifica già con la figlia Marina, che valorizzerà l’esperienza e rilancerà il brand epocale di Silvio Berlusconi.

Sul piano prettamente politico si prospetterebbe invece una reggenza di garanzia in attesa che vengano definiti gli equilibri all’interno di Forza Italia che conta cinque ministri , 44 deputati, 18 senatori e diversi presidenti di Regione, fra i quali Schifani in Sicilia, Occhiuto in Calabria e Cirio in Piemonte.

Fra i vari nomi che stanno circolando per la figura del garante, assieme a quello dell’attuale vicepremier e vicepresidente del Partito, Antonio Tajani, spicca quello di Gianni Letta, braccio destro del Cavaliere a Palazzo Chigi.

Già sottosegretario alla presidenza del Consiglio in tutti i governi Berlusconi, Gianni Letta è per credibilità ed esperienza il baricentro di FI fra le tendenze legiste, che farebbero capo alla capogruppo al Senato Licia Ronzulli e all’ex capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo, e quelle prevalenti verso Fratelli d’Italia.

In attesa di una inedita verifica congressuale, la gestione politica governativa e amministrativa affidata al garante consentirebbe di traghettare Forza Italia e l’eredità berlusconiana fino all’approdo nelle liste per le europee del giugno 2024.

Elezioni alle quali gli esponenti di Forza Italia si presenteranno sull’onda lunga del patrimonio ideale e politico di Silvio Berlusconi, la cui profonda impronta non potrà essere ignorata. Una sorta di miracolo annunciato.


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