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Il primo femminicidio a Hollywood. Il ricordo di Ciccotti

90 anni fa moriva l’attore comico Roscoe “Fatty” Arbuckle, il “Bombolone” che faceva ridere bambini e famiglie. Durante un party, uccise la ventinovenne attrice Virginia Rappe…

 

Il 5 settembre 1921 Roscoe Congling Arbuckle, per il pubblico “Fatty”, colui che, al tempo del muto, lanciò il personaggio del grassone nel cinema, stella di Hollywood, decide di sospendere le riprese negli studios hollywoodiani e, con due suoi amici, fare un salto a San Francisco per la Festa del Lavoro, giorno non lavorativo. Offre un party per festeggiare il suo nuovo contratto triennale con la Paramount. Invita, oltre ai due amici, alcune attrici, figuranti e ragazze in cerca di gloria. Le donne vengono alloggiate al Palace Hotel. Fatty prende per sé, e gli amici, tre camere comunicanti al dodicesimo piano del St. Francis Hotel. Qui si organizza la festicciola. Uno dei tanti party dove si ride, si beve, qualcuno ha la polverina bianca che rende allegri, e volano accoppiamenti estemporanei. Fatty è da mesi invaghito dell’emergente Virginia Rappe, ventinove anni (ufficialmente fidanzata con il regista Henry Lehrman), che ha invitato tramite la collega Bambina Maude Delmont.

Virginia, originaria di Chicago, orfana di madre a undici anni, era stata cresciuta dalla nonna. Attratta dalla pubblicità aveva iniziato e lavorare nel mondo della carta come modella all’età di 14 anni, per poi andare sull’altro lato degli States, a Hollywood. Entrata nel gruppo delle attrici del famoso Mack Sennett, dimostrò di avere talento, ma, piuttosto ingenua nelle storie sentimentali, “attaccò le piattole a tutta la troupe e Sennett dovette chiudere lo studio e farlo fumigare “(Kenneth Anger, “Hollywood Babilonia”, Adelphi). Fu perdonata e tornò a recitare: grazie al regista Fred J. Balshofer eccola nella commedia Paradise Garden (1917). Poi avrà un ruolo da comprimaria accanto a Julian Eltinge (faccia pulita e seducente: gli consentiva in teatro di interpretare parti femminili) e Rodolfo Valentino, in Over The Rhine (1919).

Nel settembre del 1921 era in procinto di iniziare le riprese come protagonista assoluta di Twilight Baby, per conto della Fox. Bruna, occhi grandi e neri (famosa l’inquadratura in dettaglio dei suoi occhi a schermo intero, “alla Griffith”, in The Isle of Love, con Valentino), Virginia Rappe, aveva il fascino della adolescente innocente.

Torniamo al party. I testimoni racconteranno che Arbuckle, piuttosto allegro e voglioso, girava per le stanze affittate del St. Francis Hotel, in pigiama e accappatoio. Appena poté spinse Virginia in una delle tre camere, chiudendosi la porta dietro. La ragazza, si leggerà nei verbali della polizia, dalle testimonianze, era piuttosto ubriaca. Erano circa le quattro del pomeriggio di quel 5 settembre. Dopo alcuni minuti, non si sa quanti, delle assurde grida di donna provengono dalla camera. La porta si apre e Fatty esce con “il pigiama a brandelli e in testa il cappellino di Virginia”. Ordina alle sue amiche, con fastidio e tono scocciato, di entrare, “rivestitela e portatela al Palace Hotel: fa troppo rumore”.

Bambina Maude e la sua amica Alice Blake, entrano e trovano Virginia nuda che si contorce sul letto, in preda ad atroci dolori, che grida. “Muoio… muoio… mi ha fatto male”. In ospedale dirà a una infermiera “È stato Fatty Arbuckle a ridurmi così. Fate che non la passi liscia”. Poi entra in coma. Il 10 settembre 1921 muore.

Il giudice, che subito sospettò della “accidentale” morte di Virginia, mandò degli investigatori in ospedale. Appena dopo l’autopsia, fu sorpreso un “dottorino che tentava di bruciare in un inceneritore gli organi sessuali lacerati di Virginia contenuti dentro un barattolo di vetro”. Si avanzarono alcune supposizioni sulla violenza sessuale e conseguente omicidio ad opera di Arbuckle. La più credibile fu che Fatty, ubriaco, di fronte alla sua mancata erezione sessuale, forse sottolineata innocentemente da un risolino di Virginia, abbia avuto una reazione folle fino a “massacrare”, con inaudita violenza, Virginia “con una bottiglia di Coca-Cola o di champagne, ripetendo poi l’operazione con una scheggia di ghiaccio tagliente” (Kennet Anger).

Seguirono tre processi. Al primo gli avvocati di Arbuckle tentarono di infangare Virginia definendola una donna che era stata con tutti gli attori di “New York, Hollywood e con quelli in Sud America”. L’imputato non appariva per niente pentito e nemmeno un po’ dispiaciuto della assurda morte della ragazza. Il noto attore grasso, il simpatico e innocuo “Bombolone” che faceva ridere bambini e famiglie con le sue gag, era impassibile. Dopo quarantatré ore di camera di consiglio Fatty Arbuckle fu assolto. Ma alcune settimane dopo il processo venne invalidato.

Nel secondo processo la giuria lo dichiarò colpevole, dieci voti contro due. Ma Arbuckle poté godere della libertà su cauzione e preparare il terzo processo. Qui i testimoni non ricordavano distintamente i fatti, erano tutti ubriachi quella sera, le prove sparirono, il corpus delicti (la eventuale bottiglia con cui fu maciullata la povera Virginia) non fu mai trovata. Assolto. Fatty Arbuckle così si rivolse alla stampa: “Questo è il momento più solenne della mia vita. L’ignobile accusa contro di me è stata smontata. La mia innocenza è provata…”

Il regista e fidanzato di Virginia, Henry Lehrman, amareggiato, commentò: “Virginia era una ragazza di carattere. Se potesse tornare dalla tomba difenderebbe la sua memoria da questo schifo”.

Roscoe “Fatty” Arbuckle, ormai libero, torna al cinema, come regista. Non può fare l’attore, il pubblico danneggerebbe le sale per protesta. Cambia nome, “William Goodrich”, ma pochi vogliono averlo come collega. Realizza alcuni film comici, senza successo. Avviato al tramonto, inizia a bere. Muore il 28 giugno 1933, a quarantasei anni.

Hollywood sta entrando nel più bel periodo della sua storia con grandi registi: ecco la sophisticated comedy (Frank Capra, Ernst Lubitsch, Gregory La Cava, Joseph von Sternberg, George Cukor), il western (John Ford), la commedia comica (Charlie Chaplin), la gangster story (Mervyn LeRoy, Howard Hawks), il film d’avventura (Merian G. Cooper, Howard Hawks), il film storico (Cecil B. DeMille), il film d’amore (George Stevens, Victor Fleming), il musical (Thornton Freeland, William A. Seiter). Ora nessuno ricorda più le comiche di Roscoe Arbuckle. Alcuni, invece, rimpiangono una emergente attrice, Virginia Rappe, che forse ci avrebbe dato qualche buon film in più, se uno stupido e violento uomo, non avesse commesso un atroce femminicidio.

(Foto: The Library of Congress)


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