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L’Autorità antiriciclaggio a Roma? Grandi chance per l’Italia. L’opinione di Pedrizzi

L’annuncio di Roma Capitale quale candidata italiana dà all’Italia grandi possibilità di ottenere la sede proprio per la sua collocazione centrale, sia politicamente che geograficamente l’Italia nell’attribuzione di questo tipo di agenzie, che sono circa una quarantina, collocate in oltre 30 città diverse, non abbia saputo nel passato cogliere appieno tutte le relative opportunità, per cui il nostro Paese è fortemente sottodimensionato

La decisione del governo italiano di individuare Roma quale candidata italiana a sede dell’Autorità europea antiriciclaggio (Amla) annunciata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, d’intesa con il ministero dell’Economia e delle Finanze, il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il ministero degli Affari Europei, arriva a pochi giorni dall’invito, rivolto dal Comitato Tecnico Scientifico dell’Ucid a tutti i parlamentari italiani con una missiva, affinché si mobilitassero in modo bipartisan per una “battaglia” silenziosa e poco amplificata dai media che si sta combattendo, in queste settimane, tra le diplomazie europee per l’assegnazione della sede dell’Autorità europea per l’“Anti-money laundering” – Amla, l’agenzia dell’antiriciclaggio. La decisione è stata comunicata con una lettera alle altre città candidate (Milano, Bari, Torino, Palermo) dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

L’annuncio di Roma Capitale quale candidata italiana dà all’Italia grandi possibilità di ottenere la sede proprio per la sua collocazione centrale, sia politicamente che geograficamente l’Italia nell’attribuzione di questo tipo di agenzie, che sono circa una quarantina, collocate in oltre 30 città diverse, non abbia saputo nel passato cogliere appieno tutte le relative opportunità, per cui il nostro Paese è fortemente sottodimensionato.

Solo a Parma infatti ha sede l’Autorità europea per la sicurezza del cibo e a Torino vi è la European training foundation, che si occupa di formazione lavorativa. La Francia e la Germania invece, tanto per fare qualche esempio, annoverano le principali istituzioni di regolazione di mercati (Esma, Eba, Eiopa, Bce, Ecrb). L’importante agenzia delle frontiere (Frontex) è in Polonia. Belgio, Lussemburgo, Spagna, Portogallo e Olanda, dal loro canto, si classificano bene essendo sedi di altre importanti agenzie.

Sul dossier dell’Amla e con la candidatura di Roma, l’Italia ha delle ottime carte da giocare ed è auspicabile che lo sappia fare con tempismo e fermezza, anche perché diverse città italiane potrebbero aspirare ad essere scelte per questa autorità dal momento che dispongono di tutti i requisiti per eccellere: l’accessibilità dagli altri Paesi europei, sedi adeguate, sistemi di sicurezza sociale e assistenza medica, scuole e opportunità di formazione per le famiglie dei funzionar e cosi via.

L’Italia, inoltre, ha una consolidata e riconosciuta esperienza istituzionale, amministrativa, giudiziaria, accademica sui temi dell’antiriciclaggio e antiterrorismo sul fronte economico-finanziario, un track record che le dà una speciale credibilità ed un’autorevole considerazione.

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