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Mai più Lehman (e Svb). Le banche Usa alla prova del capitale

Operative le nuove regole che impongono agli istituti statunitensi di media e grande taglia di aumentare i propri patrimoni del 16%. Ci vorranno anni per accantonare i nuovi cuscinetti di sicurezza, necessari ad allontanare lo spettro di nuovi crack. Ora manca solo l’estensione della garanzia pubblica sui depositi voluta da Biden

Alla fine la tenaglia si è stretta. E per le banche americane, a 15 anni da Lehman Brothers e a 4 mesi dai pericoli default di Svb e First Republic, comincia forse una nuova era. Un’epoca fatta di patrimoni extralarge, perché quelli attuali non bastano più a proteggere il sistema da possibili crisi, magari innescate da un colpo di mano sui tassi, come già avvenuto nei mesi scorsi. E i risultati si sono visti. Nessuno negli Stati Uniti vuole rivivere più i fantasmi del 2008. E nemmeno quelli del marzo 2023.

Dunque, nell’attesa che Joe Biden e i democratici portino a casa l’estensione della garanzia pubblica sul 100% dei depositi bancari, ecco la mossa della vigilanza: più capitalizzazione per tutti. Nella notte italiana, i massimi regolatori bancari statunitensi hanno presentato i loro piani per la più ampia riforma delle regole sul capitale degli ultimi anni, obbligando i grandi istituti di credito, a cominciare da Jp Morgan e Morgan Stanley, ad incrementare le loro riserve finanziarie per assorbire perdite inaspettate o improvvise svalutazione dei crediti. Il che, visto il costo del denaro al 5,2-5,5%, ai massimi dal 2001, non è uno scenario tanto remoto.

Le misure che portano la firma di Federal Reserve, Federal Deposit Insurance e Office of the Comptroller of the Currency, prevedono un incremento dell’ammontare del capitale che le banche con asset per almeno 100 miliardi di dollari devono detenere, stimato in un aumento del 16%. Le otto maggiori banche dovranno così affrontare un incremento di circa il 19%, mentre per le banche con asset tra 100 e 250 miliardi di dollari l’aumento potrebbe essere anche solo del 5%.

Se è vero che tale stretta va inevitabilmente inquadrata nell’ottica dei casi Svb e First, va detto che l’origine storica è da collocare proprio all’indomani di Lehman. Le nuove regole, infatti, sono legate a Basel III, una revisione internazionale iniziata più di un decennio fa in risposta alla crisi finanziaria del 2008. Problema. Per accantonare il capitale richiesto ci vorranno anni.

Il che vuol dire che i grossi istituti potrebbero dirottare i miliardi di dollari in eccesso di capitale accumulati nel corso dell’ultimo decennio, girandoli sui patrimoni. Un esempio? All’inizio di questa settimana, gli analisti di Morgan Stanley hanno stimato che Citi avrebbe avuto bisogno di più di quattro anni per conformarsi alle nuove normative senza apportare modifiche importanti, o circa il doppio rispetto a molti dei suoi rivali.



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