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Cinemando, il cinema tra scena e retroscena. Scrive Tivelli

Bilancio positivo per il festival di Sabaudia dedicato alle maestranze del cinema che ha avvicinato il pubblico al dietro le quinte dell’affascinante mondo dell’audiovisivo. Il commento di Luigi Tivelli

Si è appena concluso con grande successo a Sabaudia un Festival del cinema, concentrato in tre serate, finalmente davvero molto intenso e originale. In tante città e cittadine italiane, specie, ma non solo, in estate si svolgono, infatti, non pochi festival cinematografici. A volte originali, a volte un po’ ripetitivi, a volte fatti magari di semplici proiezioni di film senza un vero filone connettivo. Tutti sono però, in qualche modo, un segno della vivacità e vitalità del cinema italiano.

Nonostante la crisi che è da tempo in atto del cinema nelle sale, (seppur compensata dalla forte diffusione della connessione di tante famiglie e case italiane tramite varie piattaforme di streaming) è certamente molto bello di per sé, che proprio l’estate segni il ravvivamento del senso e dell’attenzione al cinema da parte del largo pubblico. Anche se non mi pare, a dire il vero, che siano tanti i festival con aspetti di vera originalità…

Ed in questa cornice il festival di cui voglio parlare si presenta come una felice eccezione. Non è, infatti, la prima volta che mi capita di contribuire a fondare, e presiedere un festival di cinema, e in ogni occasione in cui ho rivestito questo ruolo sono sempre stato molto attento alla reazione dei cittadini-spettatori.

Ebbene “Cinemando, il cinema davanti e dietro le quinte”, nato da un’idea originale di una brava direttrice artistica, ottima coordinatrice del doppiaggio e con molte esperienze significative nel cinema e nella televisione, come Moira Capotosti, sostenuta dall’impegno tecnico di un bel gruppo, giovane, ma consolidato e ricco di competenze, soprattutto nella post-produzione, come Media Fenix, ha mostrato di avere un vantaggio competitivo unico in questo genere. Quello di valorizzare, evidenziare, enfatizzare nel corso delle tre serate degli scorsi giorni, nella bella piazza di Sabaudia, il ruolo delle maestranze del cinema, evidenziando l’importanza della “settima arte”, ma anche di come essa viva di tante dimensioni insieme tecniche e artistiche. “Cinemando” è stato un momento di grande fascinazione, ma per molti spettatori anche di grande apprendimento. Ad esempio, la prima serata era concentrata soprattutto sul tema del doppiaggio. Una sorta di vero gioiello del made in Italy la cui importanza purtroppo in vari casi gli spettatori non colgono. Va scritto a merito soprattutto della direttrice artistica Moira Capotosti, giovane, ma già consolidata coordinatrice di doppiaggio, di aver progettato e impostato la serata in modo tale che nel contempo fosse evocativa, affascinante ed in qualche modo formativa per il pubblico raccolto in una piazza piena ed ammaliata, in cui gli spettatori erano sempre più coinvolti da questa sorta di “scoperta col sorriso”.

Il fatto che uno dei presentatori di una delle serate fosse Francesco Pezzulli, ottimo e consolidato doppiatore e, tra l’altro, voce di Leonardo Di Caprio, insieme ad Eleonora De Angelis, sperimentata e competente doppiatrice, figlia di una grande famiglia di doppiatori e direttori del doppiaggio, ha contribuito al meglio a diffondere tra gli spettatori il senso della magia del doppiaggio. La felice scelta di coinvolgere Francesco Pannofino come principale testimonial del doppiaggio italiano e di come da esso vengano anche grandi attori, ha, inoltre, calamitato ancor più l’attenzione del pubblico. Il tutto in una dimensione in cui il grande attore e doppiatore si esibiva insieme alla sua bella, intelligente e simpatica signora, Emanuela Rossi, coinvolgendo il pubblico in più di qualche simulazione della sala di doppiaggio.

Ciò che avveniva man mano che venivano proiettati brani e clip di film da loro doppiati così come quelli di altri grandi doppiatori che man mano salivano sul palco. A volte i festival sono non solo occasioni di divertimento, ma anche di apprendimento, magari in chiave interattiva. Infatti più di qualche spettatore è volentieri salito sul palco a simulare passaggi di una non solo metaforica sala di doppiaggio, aiutando a comprendere al meglio il dietro le quinte di quel mondo non sempre noto al grande pubblico.

Ma Cinemando ha mostrato anche altri aspetti del cinema visto dietro le quinte, come ad esempio gli effetti speciali (che ho appreso che si chiamano più propriamente “effetti digitali”) o come il ruolo della tecnica del “suono” o del “colore”. Tutto è avvenuto tramite l’alternarsi di immagini, proiezioni, brani, tra cui alcuni scelti tra quel centinaio circa di film girati, in quella sorta di splendido set a cielo aperto che è Sabaudia.

Nel corso dell’evento si sono alternati, sperimentati attori come Fioretta Mari, che è anche regista teatrale e direttrice artistica, Paola Minaccioni e tanti altri, sotto la conduzione tra gli altri di Claudia Conte e Renzo Di Falco. Intenso è stato anche il ricordo, in vista del cinquantesimo dalla scomparsa, dedicato alla grande musa del cinema, Anna Magnani, sepolta proprio lì sulle sponde del Circeo, accompagnato dallo scorrere delle immagini dei suoi film migliori. Per poi passare dalla forse più grande attrice della storia del cinema italiano, fino ai più giovani attori di una serie di successo come Mare Fuori.

Non sono abituato a fare il cronista, ma scrivo da emozionato, soddisfatto e motivato spettatore e presidente del Comitato d’onore (in compagnia, tra gli altri, di una grande giornalista cinematografica come Gloria Satta ed una grande personalità del mondo dello sport e della cultura, come Giovanni Malagò) di un festival che (come non capita per vari dei tanti festival) ha dimostrato il vantaggio competitivo di evidenziare finalmente che un film non è solo la produzione di quella sorta di “direttore d’orchestra” che è il regista, o di quei “primi o secondi violini” che sono gli attori, ma è anche e soprattutto una officina creativa in cui interagiscono tante maestranze. Tutte operanti in qualche modo fra tecnica e arte, come si intuiva, del resto dalla proiezione dei brani di quello splendido documentario che è “Ennio”, del quale proprio quella stessa Media Fenix, che ha dato tutto il sostegno tecnico al festival (sotto l’ottima direzione tecnica di Davide Umilio), ha contribuito a completarne la produzione. Curando con fine dedizione e attenzione quella post produzione che pochi dei non addetti ai lavori conoscono, ma che ha un ruolo fondamentale con le sue tecnologie e le sue maestranze in quella continuativa “prova d’orchestra” che è la produzione complessiva di un film.


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