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Chi sono gli ex funzionari Usa coinvolti nei contatti segreti con la Russia

Sono in corso conversazioni informali con l’obiettivo di porre le basi per una soluzione negoziata al conflitto in Ucraina. A un incontro, a New York, era presente anche il ministro Lavrov

Negli ultimi mesi sono stati attivati contatti segreti tra alti funzionari di Stati Uniti e Russia con l’obiettivo di porre le basi per una soluzione negoziata al conflitto in Ucraina. Coinvolto anche Sergey Lavrov, ministro degli Esteri russo. Lo rivela l’emittente statunitense Nbc News citando una “mezza dozzina” di fonti anonime a conoscenza dei colloqui. Nel mondo diplomatico si parla di “Track Two diplomacy” quando sono coinvolti privati cittadini o, come nel caso dell’incontro con Lavrov, “Track 1.5 diplomacy” visto che da una parte è presente un funzionario in carica.

Il più importante tra questi è avvenuto a New York nel mese di aprile: Lavrov, che si trovava nella città per il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e che ben conosce la città avendo lavorato per un decennio come ambasciatore proprio al Palazzo di Vetro, avrebbe incontrato nell’occasione Richard Haass, diplomatico in pensione e presidente uscente del centro studi Council on Foreign Relations. Alla discussione avrebbero partecipato altri due esperti dello stesso istituto, Charles Kupchan e Thomas Graham, il primo ex alto funzionario della Casa Bianca e il secondo del dipartimento di Stato. Sul tavolo, secondo le fonti, avrebbero trovato spazio argomenti di grande complessità e delicatezza come il destino dei territori occupati dalle forze russe in Ucraina e la ricerca di una via d’uscita diplomatica alla guerra accettabile per entrambe le parti. Contattati da Nbc News, i presunti partecipanti all’incontro non hanno commentato.

L’amministrazione del presidente Joe Biden non avrebbe diretto l’iniziativa, ma ne sarebbe stata a conoscenza: secondo due delle fonti, dopo l’incontro di New York i partecipanti statunitensi avrebbero informato dell’esito il Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca. I contatti, tesi a mantenere una linea di comunicazione diretta con la Russia e a capire se vi siano le basi per futuri negoziati, sono andati comunque ben oltre l’incontro con Lavrov e hanno comportato anche una missione segreta a Mosca. Da parte statunitense, hanno coinvolto ex funzionari del Pentagono come Mary Beth Long, già assistente segretaria alla Difesa con ampia esperienza di questioni legate alla Nato. Da parte russa, ai colloqui avrebbero partecipato accademici, direttori di alcuni dei più importanti think tank o istituti di ricerca del Paese e altre figure considerate influenti nel processo decisionale del Cremlino in materia di politica estera. Assieme ad altri segnali raccolti nelle ultime settimane, osserva Nbc News, i contatti diretti confermano come gli Stati Uniti e i loro alleati siano sempre più intenzionati a favorire un processo di pace a partire dal prossimo autunno, una volta che la controffensiva ucraina sarà finita.

L’ipotesi di un negoziato entro la fine dell’anno, come già scritto dal quotidiano Washington Post, è stata posta sul tavolo dal direttore della Cia, William Burns, in occasione di una missione segreta condotta a Kyiv nel mese di maggio, e potrebbe essere sollevata nuovamente dal presidente Biden durante gli incontri che avrà la prossima settimana a Vilnius, in Lituania, con gli altri leader della Nato. Ad acuire il senso d’urgenza della Casa Bianca vi è anche l’avvicinamento delle elezioni presidenziali statunitensi, in programma nel novembre del 2024. Se a vincere dovesse essere un candidato repubblicano, gli Stati Uniti potrebbero ridurre il loro impegno finanziario e militare a sostegno dell’Ucraina.

Nbc News sottolinea come, nei giorni dell’incontro con Lavrov, Haass e Kupchan abbiano scritto un lungo articolo sulla rivista Foreign Affairs (pubblicata dallo stesso Council on Foreign Relations) nel quale viene illustrato “un piano per passare dal campo di battaglia al tavolo negoziale”. Nel pezzo, intitolato “L’Occidente ha bisogno di una nuova strategia in Ucraina”, gli autori predicono una situazione di stallo al termine della controffensiva ucraina e raccomandano agli Usa d’iniziare a lavorare per un cessate il fuoco che induca sia le forze russe che quelle ucraine a ritirarsi dalla linea del fronte e a “creare una zona demilitarizzata”. “Un’organizzazione neutrale – che siano le Nazioni Unite o l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) – potrebbe inviare osservatori a monitorare l’attuazione del cessate il fuoco e il ritiro dei militari. Se la tregua dovesse tenere, potrebbe essere seguita da colloqui di pace”, si legge ancora nell’articolo. Sempre stando alle fonti dell’emittente statunitense, oltre alla guerra in Ucraina i colloqui segreti Usa-Russia hanno riguardato in parallelo anche il destino del giornalista statunitense Evan Gershkovich, detenuto in Russia dallo scorso marzo con l’accusa di spionaggio.



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