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Vi racconto il modello di mitezza incarnato da Forlani. Scrive Reina

Il suo carattere tranquillo, bonario, che ricercava sempre le ragioni dell’unità e mai quelle della divisione lo distingueva. Incarnava perfettamente il modello della mitezza della politica, era sempre per unire, per mettere insieme. Questo però non si tradusse mai in mancanza di coraggio o pavidità. Il ricordo di Raffaele Reina

Arnaldo Forlani è stato un esponente di rilievo della Democrazia cristiana, nato nel dicembre del 1925 a Pesaro, si impegnò negli anni della giovinezza e in quelli universitari nella Dc marchigiana e pesarese, ebbe anche una breve esperienza con il dossettismo, tanto che partecipò allo storico evento dello scioglimento della corrente dosettiana a Rossena nel 1951.

Sarà eletto deputato nel 1958. Una volta a Roma nasce il sodalizio con Amintore Fanfani che durerà fino agli inizi degli anni ottanta. Un rapporto sempre dialettico tra il mentore e il suo delfino. Conflittualità dovuta anche per i rispettivi temperamenti, uno determinato l’altro pacato. Non a caso Forlani si guadagnò diversi appellativi come la “mammoletta che non vuol esser colta” coniato proprio dal grande Fanfani e il “coniglio mannaro” lanciato dall’indimenticabile Gianfranco Piazzesi.

Il suo carattere tranquillo, bonario, che ricercava sempre le ragioni dell’unità e mai quelle della divisione lo distingueva. Incarnava perfettamente il modello della mitezza della politica, era sempre per unire, per mettere insieme. Questo però non si tradusse mai in mancanza di coraggio o pavidità. Prova ne fu il patto di San Ginesio, sottoscritto con Ciriaco De Mita e Antonio Bisaglia per ridare nuova linfa al partito e renderlo più aperto ai ceti popolari. Evento che gli procurò per la prima volta l’elezione a segretario nel 1969.

Determinato lo fu anche quando andò dal capo dello Stato a dimettersi da presidente del Consiglio per la vicenda della loggia massonica P2 e lo fu pure nel 1982 quando decise di opporsi al suo antico mentore Fanfani, che al congresso nazionale scelse De Mita e non Forlani come segretario. Le ore notturne che precedettero la presentazione delle candidature a segretario del partito furono drammatiche. Una riunione iniziata alle ore 21 all’hotel Parco dei Principi a Roma si concluse alle 3 del mattino del giorno dopo col triste risultato della spaccatura tra Fanfani e Forlani. Vincitore fu Ciriaco De Mita. I fanfaniani di Nuove Cronache scomparvero. Ne rimase solo un pallido ricordo.

La stella Forlani però riuscì ancora a splendere. Accadde nel 1989/92 quando fu rieletto segretario col sostegno delle espressioni centriste della Dc. Quale uomo di governo si rivelò subito un abile Statista tanto da essere considerato uno dei migliori in Europa e Oltreoceano. Fu sempre ritenuto convinto atlantista e europeista.


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