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Cultura e innovazione a binari paralleli. Roma e Pompei più vicine con Frecciarossa

Per una meta di sogno e cultura, in un incontro tra antichità e modernità, dal 16 luglio, Pompei è ora direttamente accessibile da Roma, con un treno Frecciarossa 1000 della flotta Trenitalia, in un’ora e 47 minuti. La presentazione del progetto

L’area archeologica di Pompei, patrimonio Unesco, terzo sito museale più visitato in Italia dopo il Pantheon e il Colosseo, accoglie una media di 12mila visitatori al giorno, triplicati nel 2022, con circa tre milioni di presenze.

Descrivono la catastrofe della città sepolta da lava, lapilli e cenere, a seguito dell’eruzione del Vesuvio, nel 79 d.C., gli scritti di Plinio il Giovane che, nelle lettere a Tacito, racconta la drammatica fine dello zio Plinio il Vecchio, morto nel tentativo di portare soccorso alla popolazione.

Testimonianza di quella calamità sono i reperti archeologici che, sepolti dell’eruzione, si sono conservati pressoché intatti. Di pregiatissimo valore, rinvenuti sin dalla fine del XVI, le prime attività di scavo iniziarono, tuttavia, in modo sistematico nel 1748, durante il regno di Carlo III di Spagna.

Il “Grande Progetto Pompei” del ministero della Cultura, di recente conclusosi, programma straordinario di recupero e riqualificazione dell’area, ha garantito, in una cornice di sicurezza e legalità, l’arresto di degrado e saccheggi e la realizzazione di significativi interventi di recupero e conservazione strutturale. Restituendo ulteriori tesori per ricostruire un affascinante percorso di abitudini, tradizioni e costumi degli antichi abitanti di Pompei.

Un progetto realizzato attraverso una struttura dedicata, con governance affidata all’Arma dei Carabinieri, indicato come modello di gestione dei fondi comunitari e nazionali e esempio di efficace sinergia tra Commissione europea e Governo nazionale. Per sistematicità, completezza e pianificazione delle opere.

La superficie della città antica è di circa 66 ettari, di cui circa due terzi già scavati. E, dal 2016, il percorso “Pompei per tutti” garantisce un itinerario di oltre 3,5 chilometri, senza barriere architettoniche, per persone con difficoltà motoria.

Tra affreschi, stucchi e mosaici, pregiati materiali, case e giardini, Pompei è un luogo che affascina, incuriosisce, rapisce. Le domus dei ceti sociali più ricchi e le imponenti Ville, l’Anfiteatro capace di contenere ventimila persone, il Foro, cuore della quotidianità degli antichi abitanti, i Templi, le Terme e le Necropoli, costruite fuori delle mura cittadine come stabilito dalle leggi romane, sono testimonianza di Storia ma anche della ricchezza inestimabile del nostro Paese.

Di recente, dopo il ritrovamento di due scheletri nello scavo dei Casti Amanti, dagli scavi nell’area della cosiddetta Regio IX, un’area di circa 3.200 mq., sono emersi resti ossei appartenenti a tre persone, vittime dell’eruzione. E, nella casa in cui i reperti sono stati rinvenuti, un affresco risalente a circa 2000 anni fa ritrae un vassoio d’argento contenente un prototipo di pizza, frutti freschi e secchi come melograni e datteri e un calice di vino rosso. Un dipinto, secondo gli esperti, da riferirsi a doni ospitali della tradizione greca del III-I secolo a.C.

“Pompei non finisce mai di stupire, è uno scrigno che rivela sempre nuovi tesori”, ha affermato il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano. “La tutela e lo sviluppo del patrimonio, in ossequio all’art. 9 della Costituzione, sono una priorità assoluta”.

L’attrattività del sito sotto il profilo culturale e turistico ha determinato effetti positivi anche sul tessuto occupazionale e produttivo e con riguardo alle infrastrutture.

Per una meta di sogno e cultura, in un incontro tra antichità e modernità, dal 16 luglio, Pompei è ora direttamente accessibile da Roma, con un treno Frecciarossa 1000 della flotta Trenitalia, in un’ora e 47 minuti.

Nato dalla collaborazione tra il ministero della Cultura e il Gruppo Ferrovie dello Stato, il nuovo servizio è stato presentato, presso la Sala Spadolini del ministero della Cultura, dal ministro Gennaro Sangiuliano, dal ministro del Turismo Daniela Santanché, dall’amministratore delegato del Gruppo FS italiane Luigi Ferraris, dal direttore generale Musei Massimo Osanna e dal direttore del Parco Archeologico Pompei Gabriel Zuchtriegel.

Una clip trasmessa sui monitor di bordo, in treno, darà inizio al viaggio nella storia dell’antica Pompei. La partenza è prevista da Roma Termini, nella terza domenica del mese, alle ore 8.53 con fermata a Napoli Centrale e arrivo alla stazione di Pompei alle 10.40, ove il bus navetta Pompei Link attende i viaggiatori diretti agli scavi. Ritorno alle 18.40, con fermata a Napoli Centrale, e arrivo a Roma Termini alle 20.55.

Un collegamento che si aggiunge alle 50 corse giornaliere già esistenti che prevedono, tuttavia, da Roma, l’arrivo a Napoli Centrale in alta velocità e proseguimento a Pompei con treni regionali.

Unione della cultura con l’eccellenza tecnologica e ingegneristica italiana dei trasporti per valorizzare i beni artistici, come ribadito da Luigi Ferraris, il progetto fa del treno, simbolo della modernità, anche un mezzo di promozione turistico-culturale per unire il Paese nel segno della valorizzazione delle sue ricchezze storiche, ora sempre più accessibili. “Insieme al ministro della Cultura crediamo molto in questa iniziativa e nel suo forte significato simbolico. Infatti, con i nostri treni, che rappresentano anche spazi di incontro e condivisione, portiamo sempre più persone in quei luoghi dove si fa cultura o che attraggono per le loro peculiarità storiche e artistiche”, ha sottolineato il manager.

Mentre il ministro Gennaro Sangiuliano, con grande soddisfazione per “un’idea realizzata in pochissimo tempo”, ha evidenziato che “Roma e l’antica Pompei sono ora più vicine, permettendo, ai tanti visitatori che dall’estero sono tornati ancor più numerosi in Italia, di poter facilmente ammirare nello stesso soggiorno la meraviglia del Foro Romano, del Palatino e del Colosseo e la magica suggestione dei resti della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo. La realizzazione di un collegamento rapido e veloce ha anche un forte potere evocativo: da un lato rimanda al Grand Tour, quando i letterati e gli artisti del Nord Europa scoprirono il Sud Italia e le sue radici greco-romane. Dall’altro lato, con quest’opera si rende onore alla prima linea ferroviaria nella penisola italiana, la Napoli-Portici, inaugurata nel 1839. Sui binari scorreranno, così, passato, presente e futuro dell’Italia, una nazione ben salda nelle sue radici e consapevole del proprio patrimonio culturale, pronta più che mai a essere una protagonista del mondo di domani”.

Il nuovo progetto ferroviario “Frecciarossa Roma-Pompei” “intreccia il futuro con le radici del passato“, ha sottolineato, aprendo l’incontro e illustrando l’iniziativa, il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi.

Nuova sfida, per l’area, la sostenibilità, ha ancora affermato il sottosegretario. Pompei ha in corso, infatti, una serie di attività finalizzate a una gestione autosufficiente e sostenibile del grande patrimonio naturale, quale motore di sviluppo economico del territorio, sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. Dalla gestione di vigneti alla coltivazione di ulivi, dal programma di imboschimento ai progetti di agricoltura sociale per ragazzi affetti da autismo e disabilità cognitive, al Vivaio della Flora Pompeiana centro di produzione di piante “antiche” riproposte nei giardini delle domus, fino all’attività sperimentale dell’eco pascolo per la gestione dei prati dei pianori non scavati, e agli orti didattici, che vedrà studenti impegnati in progetti di coltivazione di orti pompeiani.

“Mostrare concretamente che con la cultura si può cambiare la vita delle persone e creare sviluppo culturale, sociale e anche economico” è l’obiettivo del progetto della “Grande Pompei”, ha affermato il direttore del Parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel.

Ingegneri, archeologi, architetti, restauratori, antropologi, geologi, vulcanologi, operai specializzati interagiscono per preservare e valorizzare uno dei siti archeologici più famosi al mondo. Le istituzioni sono impegnate in un lavoro multidisciplinare verso un passato che offre speranza per il futuro. In una visione che coniuga tradizione e modernità.

E il maestro d’orchestra Riccardo Muti, con l’Orchestra giovanile Cherubini, con le note di Gluck, Bellini e Brahms, quest’anno ha scelto il Teatro Grande di Pompei per concludere il viaggio delle “Vie dell’Amicizia” del “Ravenna festival”, alla XXXIV edizione. Un ponte nel mondo attraverso il linguaggio universale della musica che arriva al cuore di tutti, nel segno della pace e della solidarietà. I proventi saranno devoluti al museo Carlo Zauli di Faenza, danneggiato dall’alluvione in Romagna.

Per un’umanità smarrita, in un tempo che ha perduto autenticità nel dialogo e conforto nelle relazioni, il passato offre, nei luoghi dell’arte e della cultura, speranza e coraggio per aprire la mente e il cuore. Un orizzonte di condivisione umana e spirituale. Una luce oltre il buio di un futuro difficile.

 

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