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La Germania si prepara a liberarsi del 5G cinese. Mentre in Italia…

Le aziende tedesche stanno facendo i conti del possibile divieto del governo su Huawei e Zte. Qualcuna ipotizza di chiedere risarcimenti. Intanto, però, l’Ue accelera

Le aziende tedesche stanno iniziando a fare i conti con la possibile decisione del governo di ordinare la graduale rimozione della tecnologia cinese di Huawei e Zte dalle reti 5G. Si tratta di un passo che l’esecutivo guidato da Olaf Scholz sembra deciso a intraprendere entro la fine di quest’anno. Le stime per Deutsche Telekom, Vodafone e Telefónica ammontano a diversi miliardi di euro. Le aziende potrebbero chiedere un risarcimento. A marzo, per esempio, Telefónica, aveva annunciato l’intenzione di verificare le richieste di risarcimento danni ed eventualmente di portarle in tribunale. Ma, racconta il quotidiano economico tedesco Handelsblatt, il governo non sembra disposto ad accogliere le loro richieste.

La questione è complessa e riguarda la Germania, ma più in generale l’Unione europea. E dunque l’Italia. In ballo ci sono gli investimenti delle aziende che in questi anni hanno lavorato rispettando le leggi che non prevedevano alcuni bando. Ci sono le necessità di sicurezza nazionale degli Stati alla luce delle due leggi cinesi – National Security Law e Cyber Security Law – che impongono la collaborazione di cittadini e imprese con l’intelligence (e che sono alla base della raccomandazione di oltre tre anni fa del Copasir al governo italiano di escludere Huawei e Zte dal 5G italiano). E ci sono i rapporti con la Cina, commerciali ma anche politici visto l’impegno della diplomazia cinese nel proteggere all’estero Huawei e Zte.

Uno studio della società Strand Consult, con sede in Danimarca ha stimato che Austria, Bulgaria, Germania, Paesi Bassi, Ungheria e Italia si affidino ad aziende cinesi per oltre la metà delle loro reti 5G. Cipro addirittura per la totalità.

Poco più di un mese fa la Commissione europea ha diffuso una nota definendo “giustificate e conformi” alla toolbox 5G pubblicato a fine 2020 le decisioni assunte dai Paesi che hanno l’obiettivo di limitare o escludere Huawei e Zte dalle reti 5G. E ha invitato gli altri a fare lo stesso “il prima possibile”, come ha dichiarato Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno. Dei 27, soltanto dieci hanno imposto restrizioni. “Huawei si oppone fermamente ed è in disaccordo con i commenti fatti dai rappresentanti della Commissione europea”, ha spiegato la società in una nota.

Ma quanto costerebbe il Rip&Replace del 5G cinese in Italia? Nella sua relazione di fine 2019 il Copasir stimava 600 milioni di euro se fosse esteso a tutti i soggetti regolati dal Golden Power. Sono passati oltre tre anni e mezzo ma intanto alcune aziende, come Tim, hanno iniziato a dismettere le apparecchiature Huawei dalla loro infrastruttura.



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