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Quella “forza di sistema“ delle Pmi che serve al Pnrr. La ricetta di Granelli (Confartigianato)

Sostegno all’edilizia, autoconsumo, efficientamento e risparmio energetico. Gli artigiani e le piccole imprese possono svolgere un ruolo fondamentale per l’attuazione del Pnrr. Conversazione con il presidente di Confartigianato, Marco Granelli

Il via libera alla terza rata del Pnrr segna indubbiamente un punto di svolta per il governo e per le prospettive di crescita del Paese. Il ministro agli Affari Esteri Raffaele Fitto, all’indomani della notizia, ha voluto un immediato confronto con le rappresentanze d’impresa. Ora, dice il presidente di Confartigianato Marco Granelli a Formiche.net  “serve un cambio di passo per superare rapidamente gli ostacoli e le lentezze dell’eccessiva burocrazia che finora ha rallentato l’attuazione del Pnrr”.

Nei giorni scorsi ha avuto un confronto con il ministro Fitto all’indomani del via libera definitivo alla terza rata del Pnrr. Cosa è emerso?

Alla riunione della Cabina di regia sul Pnrr del 19 luglio scorso a Palazzo Chigi, abbiamo apprezzato l’impegno del ministro Fitto a garantire continuità al confronto con le organizzazioni imprenditoriali, a partire da artigiani e piccole imprese. Il coinvolgimento degli imprenditori è una delle condizioni indispensabili per l’attuazione del Piano, insieme con l’efficienza nella sua gestione da parte della Pubblica amministrazione. Qui ci vuole proprio un cambio di passo per superare rapidamente gli ostacoli e le lentezze da eccessiva burocrazia che hanno finora rallentato l’attuazione del Piano.

Lei ha assicurato che il sistema delle piccole imprese artigiane è pronto a fare la sua parte nel raggiungimento degli obiettivi strategici del Piano. In che modo verrà declinato questo impegno?

Gli artigiani e le piccole imprese possono fare molto per l’attuazione del Pnrr. Confartigianato si è mossa da tempo per consentire che il loro ruolo venga espresso compiutamente per sfruttare al meglio le potenzialità di un mercato pubblico e privato delle costruzioni e degli appalti sempre più complesso e integrato. In proposito, segnalo la nostra iniziativa più recente: abbiamo creato 4CNetWork, la prima rete nazionale di consorzi e reti di Confartigianato appartenenti al settore delle costruzioni e dei servizi che aggrega oltre 360 imprese nei comparti dell’edilizia e dei servizi che vanno dall’impiantistica alle pulizie alla manutenzione. Facciamo leva sulla forza “di sistema” delle competenze e delle strutture delle nostre imprese con uno strumento operativo capace di rispondere efficacemente alle sfide poste da un settore in profonda trasformazione e alle richieste sempre più evolute della committenza sui fronti della transizione green, delle tecnologie digitali e nuovi materiali, dell’energia, della formazione e della ricerca.

Quali sono i punti dove le Pmi potranno giocare da protagoniste e quali sono i fronti più urgenti sui quali l’artigianato italiano richiede attenzioni?

Oggi, tra le poche certezze sopravvissute alle crisi degli ultimi anni, emerge il valore degli artigiani e delle piccole imprese capaci di creatività, eccellenza manifatturiera, produttività, innovazione, sostenibilità economica, sociale e ambientale. Questa vitalità va incoraggiata con uno sforzo altrettanto energico da parte di chi guida il Paese per modificare un contesto spesso ancora ostile alla libertà d’iniziativa economica. Occorre realizzare il giusto equilibrio tra le scelte di rigore e le indispensabili opzioni per la crescita: riduzione della pressione fiscale, lotta alla burocrazia, contenimento dei costi della pubblica amministrazione, migliore accesso al credito e a nuovi strumenti di finanza d’impresa, servizi pubblici e infrastrutture efficienti, formazione adatta alle richieste di manodopera qualificata da parte delle imprese, welfare attento alle nuove esigenze dei cittadini e degli imprenditori. Su molti di questi fronti, il Governo ha già manifestato un concreto impegno con linee di intervento che incrociano le sollecitazioni di Confartigianato.

Il ministro Fitto ha più volte esortato a evitare la frammentazione delle risorse e a concentrare gli investimenti su obiettivi di crescita e sviluppo del Paese. In che direzione occorre orientare i fondi in questa ottica? 

Sul fronte del RepowerEu, siamo convinti che le risorse vadano investite prevalentemente nella generazione distribuita e sui capitoli dedicati all’autoproduzione e autoconsumo in tutte le sue forme, oltre che nel sostegno alle misure di efficientamento e risparmio energetico del patrimonio di edilizia, non soltanto residenziale. Consideriamo altrettanto importante sostenere gli investimenti delle imprese, ridefinendo le risorse destinate al piano Impresa 4.0, ma anche con dotazioni adeguate per la reintroduzione del superammortamento e il finanziamento strutturale della cosiddetta “Nuova Sabatini”.

Non meno importante favorire la riqualificazione e la messa in sicurezza del territorio, non soltanto con le grandi opere ma anche con interventi diffusi. Altro capitolo fondamentale è il turismo: va affrontato sostenendo il sistema delle imprese artigiane e di vicinato che sono fondamentali per alimentare l’attrattività turistica di tutti i territori italiani.

Al centro dell’agenda politica, in questi giorni, c’è anche la riforma fiscale che prevede, tra le altre cose, una proposta di concordato biennale sulle tasse per gli autonomi e le Pmi. Qual è la vostra posizione sul tema? 

Abbiamo espresso un giudizio positivo sulla possibilità di introdurre, per le piccole imprese, il concordato preventivo biennale, che va costruito partendo dal risultato degli indicatori sintetici di affidabilità fiscale, con gli obiettivi di favorire l’emersione di materia imponibile, consentire al contribuente di rendere certa la propria posizione tributaria, stabilizzare il gettito che affluisce alle casse dello Stato.

Si riuscirà a ottenere un fisco più equilibrato verso il contribuente?

In generale, il ddl delega sulla riforma fiscale indica il percorso per costruire un fisco più semplice, orientato alla crescita, a misura di piccole imprese. Nel provvedimento trovano spazio molte aspettative di Confartigianato per migliorare l’efficienza dei tributi e riequilibrare il rapporto fra contribuenti e amministrazione finanziaria all’insegna di una maggiore equità. Per questo ne auspichiamo un’approvazione rapida sia per ridurre la pressione fiscale che in Italia è tra le più elevate d’Europa sia per semplificare il sistema tributario italiano che è tra i più complicati nei Paesi Ocse e che costringe gli imprenditori a sprecare 238 ore l’anno per occuparsi degli adempimenti burocratici fiscali.

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