L’invasione russa sta aggravando la malnutrizione di milioni di persone e ritarda l’assistenza umanitaria a coloro che soffrono delle peggiori forme di insicurezza alimentare. L’approfondimento di Caitlin Welsh, direttrice del Global food security program presso il Center for international and strategic studies, Csis, sulla rivista Formiche 192
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e gli attacchi al sistema agricolo ucraino hanno provocato un impatto senza precedenti, e del tutto evitabile, sui mercati agricoli mondiali, sulla sicurezza alimentare globale e sulla nutrizione. La risposta degli Stati Uniti e di altri Paesi è stata immediata e completa.
Ciononostante, l’invasione russa sta aggravando la malnutrizione di milioni di persone e ritarda l’assistenza umanitaria a coloro che soffrono delle peggiori forme di insicurezza alimentare. Cosa sappiamo dell’impatto della guerra sulla sicurezza alimentare globale e cosa si potrebbe fare di più per affrontarla?
In questa sede, è importante chiedersi quanta parte del settore agricolo ucraino sia stata distrutta dalla Russia. Dal febbraio 2022 Mosca ha condotto svariati attacchi contro la forza lavoro, le aziende e le infrastrutture agricole dell’Ucraina.
Secondo le stime ufficiali del ministero ucraino della Politica agraria e dell’alimentazione (Mapf) e della Kyiv school of economics (Kse), con il supporto della Fao, della Banca mondiale e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, almeno 84.200 macchinari agricoli sono stati totalmente o parzialmente danneggiati, quattro milioni di tonnellate di cereali e semi oleosi sono stati distrutti o rubati e lo stoccaggio di 9,4 milioni di tonnellate di prodotti agricoli è stato danneggiato o distrutto.
Mentre il valore totale dei danni al settore agricolo ucraino supera i 6,6 miliardi di dollari, il valore totale delle perdite – le mancate entrate agricole dovute a questi danni – raggiunge i 34,25 miliardi di dollari. L’interruzione della logistica agricola – l’aumento dei prezzi dei trasporti e delle spedizioni unito al crollo dei prezzi interni dei prodotti di base orientati all’esportazione – ha comportato ulteriori 18,5 miliardi di dollari di perdite.
Prendendo di mira il settore agricolo dell’Ucraina, la Russia sta aggravando l’insicurezza alimentare della popolazione e sta danneggiando l’economia del Paese. Secondo il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam), 14 milioni di ucraini sono stati sfollati a causa della guerra e 18 milioni di persone in tutto il Paese hanno oggi bisogno di assistenza umanitaria.
Prima della guerra l’agricoltura rappresentava circa il 20% del Pil ucraino ed era il bene da esportazione più prezioso, con oltre il 41% delle esportazioni complessive, per un valore totale di 27,8 miliardi di dollari all’anno. A causa delle perdite accumulate dall’inizio della guerra, nel 2022 l’economia ha subito una contrazione di oltre il 30%.
Da quando è stata attuata l’iniziativa sui cereali del mar Nero l’Ucraina ha esportato oltre 22 milioni di tonnellate di cereali attraverso i porti di Odessa, Chornomorsk e Pivdennyi, che complessivamente hanno gestito circa la metà dell’export agricolo marittimo prima della guerra. L’operatività di questi porti, tuttavia, non ha riportato il Paese ai livelli di esportazione prebellici.
Per compensare la perdita delle rotte di esportazione marittime, i produttori ucraini hanno trovato vie alternative – e costose – su strada e su rotaia. Dall’invasione della Russia, il prezzo medio del trasporto di prodotti agricoli è aumentato da 30 a 200 dollari a tonnellata. Il dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti stima che, con la perdita di produttività e di capacità di esportazione, le esportazioni di grano negli ultimi sei mesi siano state inferiori di circa il 37% rispetto all’anno precedente.
Con un accesso limitato alle rotte di esportazione, molti agricoltori ucraini non sono stati in grado di vendere il grano già raccolto, non riuscendo così a coprire i debiti pregressi o finanziare le attività future. Costretti a conservare i prodotti in azienda, non hanno avuto modo di immagazzinare i raccolti successivi, limitando i terreni disponibili per le piantagioni future.
A causa della scarsità di grano disponibile in Ucraina, i prezzi interni dei prodotti di base orientati all’esportazione sono inferiori di oltre il 60% rispetto ai livelli prebellici. Russia e Ucraina insieme rappresentano un terzo del commercio mondiale di grano, il 17% di quello del mais e quasi il 75% dell’olio di girasole. Per questo l’invasione dell’Ucraina ha sconvolto i mercati agricoli mondiali.
Subito dopo l’invasione della Russia, nel febbraio 2022, l’Indice dei prezzi alimentari della Fao ha toccato un massimo storico, seguito da un secondo massimo storico nel marzo 2022. Sebbene i prezzi alimentari globali siano poi scesi rispetto a questo picco, rimangono molto più alti rispetto al 2021. Oggi il Pam riferisce che un numero record di 349 milioni di persone in 79 Paesi sta affrontando una situazione di insicurezza alimentare acuta.
Rispetto al periodo pre-Covid-19 l’aumento è stato di 200 milioni. Nel febbraio 2023 i responsabili della Fao, del Pam, del Fondo monetario internazionale, del Gruppo della Banca mondiale e dell’Organizzazione mondiale del commercio hanno messo in guardia da “uno shock senza precedenti per il sistema alimentare mondiale, con i più vulnerabili colpiti più duramente”.
I Paesi importatori di cibo a basso e medio reddito, in particolare quelli dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia che fanno affidamento sul mar Nero per le loro importazioni, hanno subito gli effetti peggiori della crisi alimentare globale. In primo luogo, la guerra della Russia in Ucraina ha ridotto le esportazioni di cereali e semi oleosi, ma ha influito sul consumo di altri alimenti più nutrienti.
In generale, quando il prezzo degli alimenti di base aumenta – come si è visto nell’ultimo anno – le famiglie a basso reddito spostano il consumo dagli alimenti più nutrienti a quelli meno nutrienti. L’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari causata dalla guerra continuerà probabilmente a rendere questo tipo di alimenti fuori dalla portata di milioni di persone.
La guerra ha influito poi sull’assistenza umanitaria in tutto il mondo. Oggi l’insicurezza alimentare acuta si concentra in luoghi dove si verificano conflitti regionali, cambiamento climatico e i persistenti effetti economici della pandemia. Ma cosa significa tutto questo nell’andamento della guerra? Cosa si dovrebbe fare ancora?
Mentre la Russia ha costretto l’Ucraina a ridurre le esportazioni agricole, le condizioni climatiche favorevoli hanno fornito a Mosca un ottimo raccolto, con un record stimato di 43 milioni di tonnellate di grano esportato nella stagione 2022-2023. Mosca è ben consapevole dell’influenza politica che le sue esportazioni agricole offrono: l’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha dichiarato che il cibo è “l’arma silenziosa” della Russia.
Mosca ha così continuamente incolpato le sanzioni occidentali per l’attuale crisi alimentare globale, nonostante le agevolazioni per il proprio export di cibo e fertilizzanti, e ha cercato di convincere gli altri della propria tesi.
Oltre alla diplomazia alle Nazioni Unite, al G7 e al G20, gli Stati Uniti hanno aumentato il loro impegno con l’Africa su questa materia, in particolare attraverso il vertice dei leader Usa-Africa del dicembre 2022, la cui agenda è stata occupata dalla sicurezza alimentare e nel corso del quale Biden ha ribadito l’impegno degli Stati Uniti nel sostenere gli sforzi dei Paesi africani per migliorare.
A febbraio 2023, poi, in Polonia, Joe Biden ha accusato il presidente Putin di aver cercato di “affamare il mondo, bloccando i porti del mar Nero per impedire all’Ucraina di esportare il suo grano, aggravando la crisi alimentare globale che ha colpito in modo particolarmente duro le nazioni in via di sviluppo in Africa”.
Mentre la guerra e le sanzioni continuano a pesare sull’economia russa, il settore agricolo del Paese costituirà un’importante fonte di reddito e di interferenza globale. Contrastare l’influenza alimentare della Russia, affrontando al contempo la crisi di cibo, richiederà una diplomazia continua e un impegno nei confronti dell’agricoltura e dei sistemi alimentari dei Paesi insicuri.
Tra i numerosi impegni del governo statunitense per la sicurezza alimentare globale, nel 2022 l’Usaid, l’agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale ha lanciato l’iniziativa Agri-Ucraina per il settore ucraino. Maggiori investimenti nel comparto, nell’ambito di iniziative come questa, contribuiranno a stabilizzare i mercati globali, a migliorare la nutrizione e la sicurezza alimentare di milioni di persone e a sostenere al contempo l’economia dell’Ucraina.
Formiche 192