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Infrastrutture, energia, digitale. Cosa si è detto a Roma sull’iniziativa dei Tre Mari

L’ambasciata di Romania in Italia ha ospitato una serie di interventi sull’iniziativa portata avanti da alcuni Stati dell’Europa Orientale. Si è parlato del suo impatto su numerosi temi, dalla guerra in Ucraina agli investimenti stranieri, alle disparità economiche intra-unione

L’ambasciata di Romania in Italia ha ospitato in data 5 luglio l’evento “The three seas initiative: business opportunities in filling the north-south connectivity gap”. Finalità di questa manifestazione è stata quella di fornire agli ospiti importanti informazioni su questa piattaforma, che vede il coinvolgimento di dodici Paesi della parte orientale dell’Unione europea e si propone come nuovo motore per lo sviluppo della regione a trecentosessanta gradi.

L’apertura dei lavori è stata segnata dal saluto di alcuni importanti esponenti politici italiani e stranieri. L’ambasciatrice romena in Italia e padrona di casa Gabriela Dancău è stata la prima ad intervenire, ringraziando tutti i partecipanti e delineando le variabili interessate dall’Iniziativa dei Tre Mari. Dopo di lei è stato il turno del ministro per il Made in Italy Adolfo Urso, che ha sottolineato l’interesse dell’Italia nei confronti dell’Iniziativa e il suo desiderio di diventarne membro in qualità di osservatore. A seguire l’ambasciatrice polacca Anna Maria Anders ha ripercorso la storia dell’iniziativa sin dalla sua creazione. Ultimo a portare i saluti è stato Shawn Crowley, chargé d’affaires per gli Stati Uniti all’Ambasciata Italiana, che ha manifestato l’attenzione costruttiva di Washington nei confronti del progetto.

Immediatamente dopo la fine dei saluti si è aperto il primo panel di discussione, dal titolo “Security, a precondition to prosperity”, moderato dal direttore di Formiche.net Giorgio Rutelli.

Le principali tematiche affrontate durante questa sessione sono state l’impatto dell’iniziativa dei Tre Mari sulla dimensione geopolitica e quella della sicurezza all’interno dell’Unione europea, soprattutto tenendo ben presente l’aggressione russa, ma anche il ruolo del prossimo Summit di Bucarest e dell’annesso Business Forum (previsti per il settembre di quest’anno) nel rafforzare sia la cooperazione interstatale che quella tra gli stati membri dell’iniziativa ed una serie di attori esterni.

Dragoș Bănescu, vicedirettore del Dipartimento per l’Analisi e la Sintesi presso il ministero degli Affari Esteri della Romania, rimarca come l’iniziativa dei Tre Mari si ponga l’obiettivo di incrementare la resilienza, e quindi la stabilità dell’intera regione. Anche tramite il rafforzamento dell’interconnessione tra gli stati interessati. I risultati dell’Iniziativa per quanto concerne la sicurezza hanno attirato l’interesse di molti Stati della regione, a riprova che potenziare l’economia porti anche a potenziare il livello di sicurezza. Riguardo al summit di settembre, Bănescu vede uno degli obiettivi principali nel rafforzamento dei legami transatlantici, ed individua tre tematiche principali nella connettività energetica, nei trasporti e nel settore digitale, mentre interpreta il Business Forum come la sede adatta ad affrontare la questione delle diseguaglianze economiche e per coinvolgere tanto compagnie private quanto rappresentanze politiche di paesi esterni, sia dentro che fuori dall’Unione.

A Bănescu fa eco Paweł Gębski, vicedirettore del Dipartimento di Cooperazione Economica per il ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Polonia, che insiste sul ruolo delle infrastrutture per sfruttare a pieno le potenzialità della regione. Anche riguardo alla questione della sicurezza: il potenziamento delle infrastrutture non garantisce soltanto dei benefici sul piano del turismo e del commercio, ma garantisce anche una maggiore mobilità di asset militari. Gębski si sofferma anche sulla rilevanza della cybersecurity, che sarà uno dei temi caldi del Summit di Bucarest e uno degli ambiti dove potenziare ulteriormente la cooperazione in futuro. Non solo tra stati membri dell’Iniziativa. Quello della sicurezza digitale è secondo il diplomatico polacco uno dei punti dove la cooperazione bilaterale tra Varsavia e i paesi dell’Europa Occidentale, Italia in primis, può essere strutturata in profondità, contribuendo anche a colmare il gap economico tra le due aree dell’Europa.

“The Three Seas Initiative: Investment Fund, projects and case studies” è stato invece il titolo del secondo panel della giornata, sempre moderato dal direttore di Formiche.net e incentrato sul ruolo del fondo d’investimento strutturalmente integrato nell’iniziativa dei Tre Mari, oltre che sui settori dove esso ha avuto un impatto più decisivo.

La direttrice delle relazioni istituzionali per EximBank Romania Corina Vulpeș ha introdotto la discussione condividendo alcuni dati economici relativi al fondo e contestualizzandone la nascita come un tentativo di integrare la dimensione politica dell’iniziativa dei Tre Mari con un expertise finanziario. Expertise necessario nell’ottica della gestione di una grande mole di investimenti: secondo le stime fornite, nei prossimi sette anni il settore delle infrastrutture necessiterebbe di risorse pari a 290 miliardi di euro, a cui si aggiungono i 160 miliardi di euro per il settore delle comunicazioni e gli 88 miliardi per quello dell’energia. Vulpeș sottolinea poi le grandi opportunità d’investimento esistenti nella regione dove si articola l’Iniziativa dei Tre Mari: la contiguità con l’Ucraina rende questi territori perfetti come hub per il supporto e la ricostruzione, durante e dopo il conflitto; inoltre, l’area è pronta per accogliere investimenti nell’ambito della transizione digitale ed energetica, sia dall’Unione europea che dal suo esterno, visto che i risultati non andrebbero soltanto a beneficio della prima.

L’intervento di chiusura è stato quello di Jerzy Uklański, vicedirettore del Dipartimento di Cooperazione Internazionale del ministero delle Infrastrutture polacco, che rimarca ulteriormente e nei dettagli come lo sviluppo infrastrutturale all’interno dell’iniziativa rappresenti una chiave di volta a livello economico, sociale e securitario, ricordando come sono stati proprio i grandi investimenti infrastrutturali realizzati prima del Febbraio 2022 a far sì che la Polonia e gli altri paesi circostanti potessero sostenere gli enormi flussi di rifugiati in fuga dalla guerra. Per il futuro Uklański delinea una nuova ed efficiente rete di collegamenti strutturati lungo l’asse dei Carpazi per unire la parte settentrionale della regione a quella meridionale, non solo collegando tra di loro capitali e centri amministrativi, ma anche gli snodi commerciali, come i grandi hub di Danzica in Polonia e di Costanza in Romania. Rafforzando così anche la connessione generale con e dell’intero sistema europeo nel suo complesso.


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