Skip to main content

L’intelligenza artificiale non sostituirà le spie. Le parole del capo di MI6

Le macchine aiuteranno lo spionaggio, ha assicurato sir Richard Moore, in un raro discorso tenuto a Praga. Dalla città della brutale Primavera del 1968 ha lanciato un messaggio di reclutamento ai russi contrari alla guerra di Putin in Ucraina (proprio come fatto pochi giorni fa dal collega della Cia)

Gli uomini e le donne che fanno intelligence sul campo, cioè la human intelligence, non saranno sostituiti dall’intelligenza artificiale anche se questa renderà le informazioni “infinitamente più accessibili”. Lo ha spiegato Sir Richard Moore, capo del Secret Intelligence Service britannico, in un raro discorso pubblico a Politico durante una visita a Praga.

Secondo Sir Richard i computer aiuteranno le spie. “La human intelligence nell’era dell’artificial intelligence sarà sempre più definita come ciò che le macchine non possono fare, anche se dobbiamo aspettarci che la frontiera delle capacità delle macchine progredisca con una velocità sorprendente”, ha dichiarato. Ciò è particolarmente vero per l’open source intelligence. “L’intelligence segreta rimane importante come sempre, solo che il suo impatto è meno evidente dell’Osint”, ha scritto recentemente Dan Lomas, docente di intelligence e studi sulla sicurezza alla Brunel University di Londra.

Il lavoro di Sir Richard appare dunque in continuità con quello del predecessore. “Anche in un’epoca di artificial intelligence, è necessaria la human intelligence”, come aveva spiegato nel 2018 Sir Alex Younger, allora capo del Secret Intelligence Service.

Questa linea sottintende anche un impegno ad aprirsi al privato e all’innovazione privata. “Il genio può respirare liberamente solo in un’atmosfera di libertà”, ha detto citando il filosofo liberale britannico John Stuart Mill e sottolineando le differenze tra le democrazie e le autocrazie, a partire dalla Cina che rappresenta la principale preoccupazione dell’agenzia.

Il suo discorso e l’intervista successiva con Anne McElvoy di Politico sottolineano ancora una volta il sempre più rilevante ruolo pubblico dell’intelligence con la guerra in Ucraina. Sir Richard ha parlato della Russia, dell’ammutinamento del gruppo Wagner e dell’“imperialismo” di Mosca in Africa. E ha lanciato un appello ai russi contrari alla guerra di Vladimir Putin in Ucraina: “Li invito a fare ciò che altri hanno già fatto negli ultimi 18 mesi e a unirsi a noi. La nostra porta è sempre aperta”. E ancora: “Gestiremo le loro offerte di aiuto con la discrezione e la professionalità per cui il nostro servizio è famoso. I loro segreti saranno sempre al sicuro con noi e insieme lavoreremo per porre fine allo spargimento di sangue”. Soltanto pochi giorni fa, William Burns, direttore della Cia, aveva lanciato un messaggio simile spiegando che la disaffezione della popolazione russa verso la leadership di Putin per l’invasione dell’Ucraina “crea un’opportunità che capita una sola volta in una generazione per noi della Cia, che siamo un servizio di human intelligence”.

Ma il luogo in cui Sir Richard ha lanciato il suo appello è particolare: Praga, come detto. Un modo per richiamare gli orrori della Primavera di Praga nel 1968 e per invitare i russi di oggi ad agire secondo le loro convinzioni, alla luce delle atrocità in Ucraina.

Di questo e di un altro precedente, Formiche.net aveva parlato oltre un anno fa con Lomas. Eventi come la rivoluzione ungherese del 1956 repressa nel sangue dalle truppe sovietiche o la Primavera di Praga del 1968 hanno spinto “funzionari del Blocco orientale a disertare per l’Occidente o a spiare, proprio come l’ideologia del comunismo aveva portato le persone a spiare per la Russia negli anni Trenta e Quaranta”, aveva spiegato. “Dopo il 1945 è accaduto l’esatto contrario. Una volta che la gente si rende conto di come sia realmente il sistema sovietico, va nella direzione opposta”.


×

Iscriviti alla newsletter