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Intercettazioni e intelligence. Al Copasir il procuratore generale della Corte d’appello di Roma

Nella relazione pubblicata a inizio 2022 il Comitato sottolineava che “ormai nella stragrande maggioranza dei casi” questo strumento viene utilizzato dal comparto per questioni che “attengono al campo dell’intelligence economica e alle interferenze ostili di soggetti o entità straniere nel nostro tessuto economico e industriale”

Copasir, ore 14: audizione di Salvatore Vitello, procuratore generale presso la Corte d’appello di Roma facente funzioni, che ha il compito di autorizzare le intercettazioni di conversazioni e comunicazioni richieste dagli organismi di intelligence e di autorizzare i colloqui con detenuti. È quanto previsto dal decreto-legge 27 luglio 2005, numero 144, “Misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale”, approvato due anni prima della riforma dell’intelligence.

Quell’intervento del 2007, precisamente l’articolo 33, comma 4, della legge numero 124, prevede che il Copasir sia informato delle intercettazioni del comparto intelligence e dei loro esiti. Nella Relazione sull’attività svolta dal 1° gennaio 2021 al 9 febbraio 2022, il Copasir sottolineava che “ormai nella stragrande maggioranza dei casi” questo strumento viene utilizzato per questioni che “attengono al campo dell’intelligence economica e alle interferenze ostili di soggetti o entità straniere nel nostro tessuto economico e industriale”.

Il governo Meloni è intervenuto sullo strumento con una norma inserita nella legge di bilancio 2023 (articolo 1, comma 684, legge 29 dicembre 2022 numero 197) per tutelare la segretezza delle informazioni acquisite nel corso delle attività e la coerenza delle attività svolte con i fini istituzionali delle agenzie.

Lo ha ricordato recentemente il sottosegretario Alfredo Mantovano rispondendo a Matteo Renzi. L’ex presidente del Consiglio e leader di Italia Viva aveva attaccato Giorgia Meloni (e anche Giuseppe Conte) dopo la pubblicazione del libro di Luigi Bisignani e Paolo Madron “I potenti al tempo di Giorgia”, edito da Chiarelettere, su 400 utenze sottoposte a intercettazioni preventive. “Dal momento dell’insediamento di questo Governo non ho mai autorizzato, quale Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, alcuna forma di intercettazione a carico di esponenti politici o di giornalisti”, aveva sottolineato Mantovano.

Con la norma inserita nell’ultima legge di bilancio è divenuta autonoma la disciplina delle intercettazioni preventive dei Servizi rispetto alle intercettazioni preventive di polizia; è stato ampliato il potere di verifica da parte del procuratore generale della Corte di appello di Roma, visto che le agenzie sono tenute a consegnare non più soltanto il “verbale sintetico” e i “supporti mobili” utilizzati, ma anche i “contenuti intercettati”; sono stati ampliati gli obblighi di distruzione del materiale depositato, che riguarda tutta la documentazione consegnata al procuratore generale; si è resa più specifica la disciplina sul tracciamento delle comunicazioni telefoniche e telematiche e sull’acquisizione dei “dati esterni” (come dati anagrafici e tabulati), con un termine massimo – assente nella precedente disciplina – per la distruzione dei dati acquisiti nel corso dell’attività e per la consegna del verbale delle operazioni al procuratore generale.

Per quanto riguarda la distruzione del materiale la norma prevede che il procuratore generale, “verificata la conformità delle attività compiute all’autorizzazione, dispone l’immediata distruzione dei verbali, dei contenuti intercettali, degli eventi supporti mobili utilizzati e di ogni eventuale copia, anche informatica, totale o parziale, dei contenuti”.

Nella sopracitata relazione, il Copasir metteva in risalto come tra “le carenze normative” ci fosse proprio il fatto che l’articolo 226 delle disposizioni di attuazione del Codice di procedura penale che prevede la distruzione dei verbali e dei supporti delle intercettazioni svolte andasse aggiornata. Il tutto perché “non vi sono più registratori o bobine, ma il materiale è digitalizzato sui server e ciò impone che esso debba essere riversato su un supporto per poter essere distrutto, garantendo altresì la distruzione irreversibile dei dati di partenza conservati nei server”.



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