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Così Italia e India guardano al Global South (e oltre). La visione dell’amb. De Luca

Secondo l’ambasciatore italiano in India, Vincenzo De Luca, Roma e Nuova Delhi hanno davanti un futuro di cooperazione intensa. Molto ruoterà attorno ai progetti congiunti nel Global South. Il filo che lega il G20 italiano del 2021 e quello indiano del 2023

L’ambasciatore italiano in India, Vincenzo de Luca, ha recentemente indicato una via efficace per implementare la cooperazione tra Roma e Nuova Delhi: lo sviluppo del Sud Globale. Ottimista sul successo della presidenza indiana del G20, parlando con Manish Chand, Ceo ed editor-in-chief di India Writes Network e Centre for Global India Insights, la feluca italiana ha sottolineato la necessità di rafforzare il multilateralismo e la cooperazione come forma per promuovere interessi reciproci e locali dei Paesi che appartengono a quella parte di mondo meno sviluppata.

Per De Luca, il G20 è il formato ideale per portare avanti discussioni sul multilateralismo e sulla governance globale. “Ci sono molti legami tra la nostra visione del 2021 (la presidenza che andava sotto il titolo ‘Persone, pianeta, prosperità’, ndr) e l’idea indiana di ‘Vaisudhaiva Kutumbakam’ (il motto del G20 indiano, che sottolinea l’interconnessione del mondo come un’unica famiglia, ndr). Siamo lieti di constatare che alcuni lavori avviati sotto la nostra presidenza vengono portati avanti dalla presidenza indiana, come la Task Force Finanza e Salute e l’ambizione di riformare le istituzioni finanziarie internazionali. Inoltre, come l’India, l’Italia si considera un un ponte verso il Sud globale ed è vicina alle loro richieste, in particolare a quelle dei Paesi africani. Ecco perché vediamo un notevole potenziale per la nostra collaborazione bilaterale nel quadro multilaterale”.

Il primo ministro indiano, Narendra Modi, ha da tempo avviato forme di dialogo e contatto con alcuni Paesi meno sviluppati, proponendo il modello indiano come riferimento per la crescita di questi. L’India ha fatto del Sud Globale un punto chiave anche della sua presidenza del G20. Un tema di cui Modi ha parlato con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la visita a Nuova Delhi lo scorso marzo. “L’Italia e l’India, in due scenari geopolitici distinti ma interconnessi, possono svolgere un ruolo di reciproco rafforzamento nello stimolare e sostenere una nuova agenda globale volta ad affrontare le più urgenti questioni contemporanee che interessano principalmente il Sud del mondo, ma che hanno un forte impatto sulla sicurezza, la stabilità e la sostenibilità ambientale del mondo intero”, dice De Luca.

L’ambasciatore italiano, riprendendo il concetto di Vaisudhaiva Kutumbakam spiega che se crediamo di vivere in “un solo mondo” e in “una sola famiglia”, dobbiamo allora tenere presente che le famiglie, anche quelle internazionali, hanno bisogno del dialogo per funzionare. “Ciò significa un ordine internazionale funzionante con il ‘multilateralismo come mentalità’, basato su alcuni principi che non possono essere messi in discussione: il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti gli Stati, grandi e piccoli, e l’approccio pacifico alla risoluzione delle controversie. Solo su questo sfondo le istituzioni multilaterali e la famiglia internazionale nel suo complesso possono operare in armonia con il principio Vasudhaiva Kutumbakam”.

De Luca ha poi affrontato i temi di cooperazione economica-commerciale e industriale, temi dove il driver del settore Difesa ha un valore importante, come dimostrato durante la visita di Meloni e l’elevazione del rapporto italo-indiano a partnership strategica. India e Italia stanno anche approfondendo la loro convergenza strategica in aree cruciali come l’Indo-Pacifico, e De Luca ricorda che in occasione della visita di Stato della presidente del Consiglio, l’Italia ha aderito all’Ipoi indiana (Indo- Pacific Oceans Initiative) nell’ambito del pilastro della cooperazione scientifica, tecnologica e accademica.

“Siamo anche parte dell’Indian Ocean Rim Association e partecipiamo all’Information Fusion Centre della Regione dell’Oceano Indiano a Gurgaon, Haryana. Allo stesso tempo, l’Italia è già attivamente presente con navi nell’ambito della missione European Maritimes Awareness nello Stretto di Hormuz e nell’operazione EuNavFor Atalanta e riteniamo che il nuovo strumento della Coordinated Maritime Presence dell’Unione Europea offra nuove opportunità di collaborazione. Infine, ma non meno importante, le navi italiane stanno navigando nel Pacifico indiano e aspettiamo il pattugliatore d’altura ’Nave Morosini’ ad agosto a Mumbai. In quell’occasione, speriamo di favorire i legami tra le nostre due Marine e i sistemi di produzione della difesa”.


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