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Cosa ci fanno direttore e vice della Cia nella serie tv “Jack Ryan”?

Cameo di Burns e Cohen nello show targato Amazon. Nei mesi scorsi il protagonista era stato pizzicato mentre girava delle scene a pochi passi dalla Casa Bianca. È un’altra mossa di Langley per “aprirsi” al pubblico?

Il giornalista Daniel Lippman di Politico ha pizzicato due comparse d’eccezione nella nuova stagione della serie Amazon “Jack Ryan”: Bill Burns e David Cohen, rispettivamente direttore e vicedirettore della Cia. Un piccolo cameo: i due compaiono a destra dello schermo mentre il protagonista, un alto funzionario dell’Agenzia, entra nell’Original Headquarters Building di Langley.

Nei mesi passati l’attore che interpreta Jack Ryan, John Krasinski, era stato immortalato durante alcune riprese a pochi passi dalla Casa Bianca.

Il cameo è pensato per stimolare la curiosità. Figuriamoci se a farlo sono i due uomini al comando della principale agenzia di intelligence della prima superpotenza al mondo, un servizio che per definizione lavora con e nel segreto.

Per Cohen non è una novità: aveva già fatto un cameo nell’episodio 2 della stagione 8 della serie tv “Il trono di spade” (il tweet qui sotto recita “ex vicedirettore” perché Cohen aveva già ricoperto l’incarico dal 2015 al 2017 sotto l’amministrazione Obama prima di essere richiamato all’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca).

Per Burns, invece, sì. La sua apparizione potrebbe essere l’ultima di una serie di mosse per costruire un’immagine pubblica all’agenzia che può tornare utile per diverse ragioni. Tra queste, il reclutamento, il rafforzamento della fondamentale cooperazione pubblico-privato e occasioni in cui la voce dell’intelligence può avere un peso a livello internazionale (come accaduto nei mesi prima dell’invasione russa dell’Ucraina).

È una tendenza che sta prendendo piede soprattutto nel mondo anglosassone. Parliamo sempre di cinema. Prima di lasciare nel settembre 2020 la guida Secret Intelligence Service britannico (conosciuto anche come MI6), Sir Alex Younger aveva fatto incontrato gli attori del film “No time to die”, venticinquesimo capitolo della saga di James Bond, ai Pinewood Studios nel Buckinghamshire. In quell’occasione aveva regalato a Ralph Fiennes, che interpretava “M”, cioè la sua controparte, la mitologica penna verde con cui il “C” firma i documenti dell’agenzia. È una tradizione che va avanti sin dai primi del Novecento, con Sir George Mansfield Smith-Cumming, primo direttore dei servizi segreti britannici per l’estero, che era solito firmare i documenti dell’intelligence di Sua Maestà con la sua iniziale, la “C” diventata poi la “C” del capo, in verde.

Sir Alex non ha mai fatto mistero di essere “combattuto” su James Bond: da una parte ha rafforzato l’immagine del servizio, dall’altra ha costruito un ideale del funzionario dell’intelligence che non corrisponde alla realtà. Eppure il discorso pubblico in cui Younger si era espresso per la prima volta su Bond ha rappresentato un nuovo inizio per l’intelligence britannica: dopo MI5 con Andrew Parker e GCHQ con Robert Hannigan, anche MI6 si era aperto al pubblico. Un impegno che anche il suo successore ha scelto di portare avanti: tanto che alla sua prima uscita pubblica da capo del Secret Intelligence Service, a fine 2021, Richard Moore si presentò con una cravatta verde.

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