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Bibi lancia One Israel, la bretella ferroviaria verso l’Arabia Saudita

Non ci sono solo le persone che potranno essere spostate su quella tratta, bensì le merci, lungo una linea di 400 chilometri che corre dal porto di Eilat ai terminal sul Mediterraneo, in un bacino già gravido di attenzioni, come ad esempio quelle cinesi che si concretizzano da un lato nelle ferrovie tra Cina e Turchia e dall’altro nel porto del Pireo, gestito da Cosco

Si tratta per un collegamento ferroviario tra Israele e l’Arabia Saudita: 27 miliardi di dollari per un progetto che va oltre le infrastrutture e abbraccia la geopolitica. L’annuncio ha fatto seguito a una visita di alti funzionari statunitensi in Arabia Saudita la scorsa settimana, stimolando la possibilità di un quadro formale per relazioni rinnovate tra i due Paesi che, di fatto, provano ad aprire una fase del tutto nuova, che abbraccia vari ambiti di interessi e politiche.

Eilat

Secondo il primo ministro Benjamin Netanyahu il progetto punta a ridurre il tempo necessario per raggiungere i centri governativi e commerciali del Paese a meno di due ore: “Vorrei aggiungere che in futuro saremo anche in grado di trasportare merci su rotaia da Eilat al nostro Mediterraneo, e saremo anche in grado di collegare Israele in treno all’Arabia Saudita e alla penisola arabica”. Perché Eilat è sito strategico? Intanto perché è la città più meridionale del Paese e un porto trafficato in un punto settentrionale del Mar Rosso, a pochissima distanza dalla Giordania e dalla vicina città portuale di Aqaba. Si tratta di un porto che rappresenta lo sbocco naturale israeliano verso India, Africa e Asia orientale. Oggi è inoltre uno dei siti turistici maggiormente in voga, con resort, lungomare, laguna e un imponente centro commerciale.

One Israel

Le relazioni diplomatiche fra i due Paesi hanno vissuto un nuovo principio nel 2020, quando Israele ha allacciato nuovi collegamenti con una serie di Paesi come Sudan, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Marocco nell’ambito dei cosiddetti accordi di Abramo mediati dall’allora Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Contrari i palestinesi secondo cui violano una posizione di lunga data della Lega araba per cui le relazioni con Israele dovrebbero essere normalizzate solo in cambio di uno Stato palestinese. Quando sarà realizzata, la ferrovia sarà rivoluzionaria in quanto insiste sui vasti deserti del Negev e dell’Arava. Dimona, dove si trova la stazione ferroviaria più a sud, dista 208 chilometri da Eilat.

Ma non ci sono solo le persone che potranno essere spostate su quella tratta, bensì le merci, lungo una linea di 400 chilometri che corre dal porto di Eilat ai terminal sul Mediterraneo in un bacino già gravido di attenzioni, come ad esempio quelle cinesi che si concretizzano da un lato nelle ferrovie tra Cina e Turchia e dall’altro nel porto del Pireo, gestito da Cosco.

Scenari

In prospettiva futura, l’ambito in questione è fortemente attrattivo non fosse altro perché c’è già chi sta accelerando rotte e progetti nel cosiddetto corridoio di mezzo che sta rimodellando la connettività eurasiatica tra la Cina e l’Unione europea. In questo senso va attenzionato il ruolo della Turchia, che già prima della guerra in Ucraina aveva promosso attivamente il Corridoio di Mezzo e contribuito ad avviare una serie di viaggi in treno verso la Cina in soli 20 giorni, abbattendo le altre rotte. Ankara auspica che l’Azerbaigian diventi una nuova piattaforma di lancio per estendere la sua influenza a est fino alla regione del Caspio.

Quale è il collegamento tra Asia centrale e Mar Rosso dove Netanyahu sta immaginando il suo progetto One Israel? Se da un lato Kazakistan e l’Uzbekistan vedono l’Asia centrale come un soggetto ormai integrato anche geopoliticamente, dall’altro il fronte meridionale di questa nuova rete ferroviaria poggia proprio sul perno israeliano, vero e proprio snodo tra Egitto, Giordania e Arabia Saudita. Riyad è pronta alla seconda fase del suo progetto a metà strada tra politica, business e energia: Vision 2023 prevede al suo interno un collegamento ideale con la Cina, i suoi traffici turistici e quindi con la Belt and Road Initiative (Bri). L’Arabia Saudita così rivolge il proprio sguardo a est verso Pechino e a nord con Tel Aviv, condensando pragmaticamente esigenze e iniziative in virtù di un ambizioso programma di diversificazione economica.

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