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Regia iraniana dietro l’attentato di Tel Aviv? Torna il terrore in Israele

Dall’inizio dell’anno sono 24 le vittime degli attacchi terroristici palestinesi contro israeliani. Nirenstein: “A Tel Aviv sono morti innocenti per strada, ragazzini che erano seduti ad un caffè mentre una macchina gli è saltata addosso. Questa si chiama strage, si chiama attentato terroristico, mentre i nove palestinesi purtroppo caduti non erano semplici civili, ma soggetti armati”

Terrore puro. Gente armata che spara su ragazzini seduti ad un bar, da un lato. E un esercito che risponde uccidendo nove persone armate, dall’altro. Il nuovo episodio terroristico a Tel Aviv è tutt’altro che un fatto minore e riapre lo scontro con, dietro le quinte, le pressioni iraniane. In primis le operazioni anti terrorismo compiute dalle forze israeliane a Jenin, a cui ha risposto un attentatore che ha ferito sei persone con auto e coltello; in secondo luogo le parole al vetriolo di Khaled al-Batz, un alto funzionario del gruppo della Jihad islamica sostenuto dall’Iran, che ha pubblicamente esaltato l’attacco che ‘segue’ idealmente quello dello scorso aprile quando aveva perso la vita l’italiano Alessandro Parini.

Il plauso di Hamas

Israele si ritrova in uno stato di massima allerta per gli attacchi palestinesi dopo aver lanciato un’importante operazione militare a Jenin, nella Cisgiordania occupata. Sui social fa capolino un video che mostra un semirimorchio montato su un marciapiede e una pista ciclabile nei pressi di un centro commerciale.

Hamas plaude all’atto mortale che definisce risposta “eroica”, rivendica l’uomo armato come membro, ma non se ne attribuisce la responsabilità. L’Eliseo ha condannato l’attacco “nei termini più forti possibili”: secondo l’ambasciata francese “tutti i nostri pensieri sono con i feriti e i loro cari. Niente potrà mai giustificare il terrorismo”. Anche l’Australia si è detta “scioccato dalla notizia dell’attacco terroristico, che non può mai essere giustificato”.

Da Roma il primo a condannare l’attacco terroristico è il deputato di Fratelli d’Italia Giangiacomo Calovini, capogruppo per Fdi in commissione Esteri a Montecitorio che esprime piena solidarietà ad Israele per il terribile attentato subito: “Auspichiamo che si arrivi, al più presto, alla cessazione di ogni ostilità ma non si può non condannare in modo inequivocabile il gruppo terroristico di Hamas che ha rivendicato quanto avvenuto”.

Dall’inizio dell’anno sono 24 le vittime degli attacchi terroristici palestinesi contro israeliani, mentre ieri un 15enne palestinese ha accoltellato un uomo israeliano nel sobborgo di Tel Aviv di Bnei Brak.

Regia iraniana?

Su questo specifico attacco non possiamo parlare di una regia iraniana, ma in generale esiste una sfera di pressione molto accentuata da parte di Teheran, spiega a Formiche.net Fiamma Nirenstein, giornalista e scrittrice, già parlamentare e membro del Jerusalem Center for public affairs, secondo cui è un fatto acclarato l’ordine anti israeliano dell’Ayatollah Khomeini, sulla base delle strategie di Soleimaini che già l’aveva pensata come un’estensione della presenza iraniana in Siria e in Libano. “Si tratta di un’azione che si è allargata a Hamas e poi anche a Fatah al fine di creare una serie di gruppi molto ben armati e molto ben allenati. Da ciò è nata un’immensa proliferazione di 200 attentati provenienti dall’area di Jenin. La grande novità, strategica e al contempo spaventosa, è che da Jenin son partiti i missili come da Gaza: questo fa proprio vedere come l’intervento dell’Iran sia diventato preponderante. A questo scenario va aggiunta l’immensa quantità di armi lì depositate”.

Europa e occidente

L’Europa, osserva Nirenstein, seguita a colpevolizzare Israele per quel minimo di autodifesa che ha messo in funzione. “Ricordo che in occasione della grande operazione di Sharon che si chiamava Muro di difesa, dopo che c’erano stati 1800 morti dell’Intifada, Jenin fu epicentro della crisi con 50 morti palestinesi e 25 morti israeliani nello scontro bellico che poi fu naturalmente presentato dalla stampa e dall’Europa solo come una strage di palestinesi. Così come allora, anche questa volta si dicono inesattezze. A Tel Aviv sono morti innocenti per strada, ragazzini che erano seduti ad un caffè mentre una macchina gli è saltata addosso: sono morte tre coppie di fratelli. Questa si chiama strage, si chiama attentato terroristico, mentre i nove palestinesi purtroppo caduti non erano semplici civili ma soggetti armati. Ciò significa che c’è una differenza abissale fra il terrorismo e chi cerca di difendere i propri cittadini”.

E conclude: “In Israele non si può più guidare sulle autostrade, non si può andare in un bar, a causa di questo terrorismo potenziato che non è soltanto a Gaza ma è diventato un’epidemia”.

@FDepalo


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