Forme anomale di attività online hanno avuto un picco in vista delle elezioni politiche del 2022: energia, guerra russa all’Ucraina, sanzioni a Mosca, vaccini, euro e migrazione sono stati i temi centrali. L’Italia può fare leva sulla Commissione europea e sfrutta la sua presidenza del G7 per dare nuovo slancio alla battaglia contro la disinformazione
Nell’ultimo decennio e oltre si è assistito a un aumento delle tattiche “ibride” messe in atto dalla Russia e da altri attori come la Cina. Ma quali sono le narrazioni pro-Russia e pro-Cina presenti nel dibattito tradizionale e online in Italia? È la domanda a cui risponde un nuovo rapporto dello European Council on Foreign Relations, a cura di Gabriele Carrer, giornalista di Formiche.net e Visiting Fellow presso l’ufficio di Roma dello European Council on Foreign Relations, Teresa Coratella, programme manager presso dello stesso ufficio, e Silvia Samorè, già Pan-European Fellow Ecfr-Fondazione Compagnia di San Paolo.
La ricerca, rileva come forme di attività anomale abbiano avuto un picco proprio in vista delle elezioni politiche del 2022 e analizza, grazie ai dati forniti da Constella Intelligence, il dibattito attorno a sei narrazioni: energia, guerra russa all’Ucraina, sanzioni alla Russia, vaccini, euro e migrazione. Se euro e vaccini hanno dominato la campagna elettorale nazionale del 2018 e quella europea del 2019, oggi assistiamo ad uno spostamento di attenzione su sanzioni alla Russia ed energia.
Disinformazione e misinformazione sono questioni impegnative per le società aperte e affrontarle è fondamentale per proteggerle. Con l’avvicinarsi delle elezioni del Parlamento europeo del 2024 e con le imminenti elezioni politiche in Stati membri dell’Unione europea come Spagna e Polonia, la questione di come impedire alle interferenze straniere di manipolare l’opinione pubblica attraverso la disinformazione – e quindi di destabilizzare gli Stati membri dal punto di vista politico ed economico – rimane una questione vitale per l’Unione europea.
Ciò assume ancora più rilevanza in Italia, e in altri Stati membri, dove nonostante lo shock causato dall’invasione russa dell’Ucraina e dal divorzio obbligato dalla Russia, permangono i legami economici, politici e culturali con Mosca.
L’Italia ha iniziato recentemente a creare le strutture necessarie a combattere le influenze straniere. La nuova coalizione di governo dovrebbe ora iniziare ad affrontare il problema come priorità, sulla scia dei progressi e delle iniziative compiuti dal governo di Mario Draghi. Il governo dovrebbe investire maggiormente nel monitoraggio delle tendenze della disinformazione, anche sfruttando al meglio i fondi europei disponibili. Dovrebbe concentrarsi sul rafforzamento della consapevolezza dei cittadini, offrendo loro una formazione e dotandoli di strumenti per riconoscere la disinformazione, rafforzando l’alfabetizzazione digitale dei cittadini e formando i rappresentanti politici e i funzionari pubblici.
Roma dovrebbe inoltre cogliere ogni opportunità per rafforzare la lotta alla disinformazione. Considerato il peso che potrebbe avere l’Italia in Europa all’indomani delle elezioni europee, l’Italia dovrebbe dare totale sostegno politico alla prossima Commissione nell’impegnarsi nella lotta alla disinformazione.Inoltre, come nel caso della migrazione, il governo italiano dovrebbe includere la lotta alla disinformazione nel programma della presidenza italiana del G7 del 2024 come sfida prioritaria da affrontare a livello multilaterale.