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Cosa porta Seul verso Bruxelles (sede di Nato e Ue). Conversazione con Frassineti

Il presidente Yoon sta incrementando le relazioni con Nato e Unione europea. La Corea del Sud è percepita come partner centrale per l’allineamento transatlantico, anche perché sente il peso delle coercizioni di Russia e Cina come una minaccia comune

Il presidente sudcoreano, Yoon Suk-yeol, sarà uno dei protagonisti asiatici al Summit Nato di Vilnius che parte oggi, 11 luglio. Invitato di primo piano e host dell’incontro dell’AP4, ossia della riunione separata che l’alleanza dedicherà ai quattro partner dell’Asia Pacifico – Corea del Sud, Giappone, Australia, Nuova Zelanda.

Sin dalla sua elezione nel maggio 2022, Yoon ha spinto per rafforzare la cooperazione in ambito di sicurezza con l’Europa e gli altri alleati degli Stati Uniti (in primis con il Giappone, con cui le relazioni stanno rifiorendo dopo anni di attriti), per scoraggiare le minacce nucleari e missilistiche della Corea del Nord, per approfondire la cooperazione internazionale in materia di sicurezza anche a seguito delle tensioni con la Cina. L’obiettivo è aumentare il proprio contributo alle sfide globali (non ultimo sfruttando un ruolo attivo nell’invasione della Russia in Ucraina).

L’anno scorso a Madrid era stata la prima volta in cui i quattro leader dell’Asia-Pacifico partecipavano a un vertice della Nato. In quell’occasione, l’allora neo-eletto presidente Yoon aveva affermato che i nuovi conflitti e la competizione globale rappresentano una minaccia per i valori universali. Quest’anno, la sua presenza “rafforzerà la cooperazione con l’alleanza e invierà un monito unito che la comunità internazionale non tollererà le attività illegali della Corea del Nord”, ha dichiarato un funzionario sudcoreano che ha informato i giornalisti sull’agenda del presidente.

Storico alleato degli Stati Uniti e oggi ottavo esportatore di armi su scala globale, la Corea del Sud durante il vertice potrebbe subire nuove pressioni per fornire armi all’Ucraina (Seul si è limitata ad autorizzare l’invio del c.d. ‘materiale non letale’ che include attrezzature per lo sminamento e ambulanze). Finora l’amministrazione di Yoon ha resistito, diffidando dell’influenza russa sulla Corea del Nord. Alcuni rumors diffusi dai media sudcoreani hanno fatto intendere che Yoon potrebbe visitare l’Ucraina come parte del suo viaggio, replicando un passaggio simile del giapponese Fumio Kishida. Ci sono state parziali smentite, quello che è certo è che il sudcoreano passerà anche dalla Polonia. Seul e Varsavia hanno notevolmente rafforzato i propri rapporti economici e strategici, anche per quanto riguarda il commercio di armi e l’energia nucleare.

La Polonia è diventata una destinazione chiave per le esportazioni dell’industria della difesa sudcoreana, soprattutto all’indomani dell’aggressione russa all’Ucraina che ha imposto un’accelerazione ai piani di Varsavia per rinnovare le proprie forze armate. L’anno scorso le aziende sudcoreane hanno firmato contratti per un valore stimato tra 15 e 20 miliardi di dollari – la vendita più cospicua mai realizzata dall’industria della difesa sudcoreana – per fornire all’esercito polacco carri armati, munizioni e obici semoventi. Choi Sang-mok, segretario presidenziale per la politica economica, ha dichiarato che la visita in Polonia di Yoon aiuterà anche a rafforzare le catene di approvvigionamento, a garantire nuovi mercati di esportazione e a espandere la cooperazione nella ricostruzione dell’Ucraina.

Cooperazione su vasta scala

Il momento centrale della presenza di Yoon al summit di Vilnius sarà la firma di un accordo per istituzionalizzare la cooperazione tra la Corea del Sud e la Nato, ricorda Francesca Frassineti, ricercatrice dell’Università di Bologna e di Ispi, esperta di penisola coreana e regione indo-pacifica. L’intesa riguarderà 11 settori tra cui la non proliferazione, la cyber sicurezza e le tecnologie emergenti. “Vale la pena ricordare – continua Frassineti che parla con Formiche.net da Seul, dove ha recentemente presentato un paper accademico proprio sulle relazioni tra Nato e Seul – che in termini di cooperazione nel dominio cibernetico la Corea del Sud nel 2022 è stata inserita nel Nato Cooperative Cyber Defense Center of Excellence con sede a Tallin, un passaggio che ha anticipato l’inaugurazione, lo scorso novembre, della rappresentanza diplomatica della Repubblica di Corea presso la Nato a Bruxelles”.

“L’aspetto interessante che riguarda la posizione sudcoreana è la continuità tra l’attuale amministrazione conservatrice e quella precedente guidata invece dai democratico-progressisti. Seul sta rafforzando la narrazione e il messaggio circa la volontà di potenziare i legami con la Nato e l’Unione europea; con quest’ultima la Corea del Sud celebra propro quest’anno il 60º anniversario delle relazioni diplomatiche”, spiega Frassineti. Moon Jae-in, il leader del Partito Democratico che ha preceduto alla presidenza Yoon, era stato il primo a mandare un inviato speciale presso l’Ue, scelta presa anche dall’attuale presidente Yoon. “Questa maggiore attenzione nei confronti dell’Europa è indice di una rinnovata consapevolezza da parte sudcoreana che l’Ue può essere molto più che un partner economico-commerciale. I recenti accordi in materia di fornitura di risorse per la difesa con diversi Paesi dell’Europa orientale, alcuni di questi anche membri della Nato, aggiungono un elemento nuovo e approfondiscono il partenariato anche in materia di difesa e sicurezza”, aggiunge l’esperta. All’inizio dell’anno, incontrando il riconfermato segretario generale Jens Stoltenberg, Yoon ha ribadito l’impegno sudcoreano a essere molto più di un “partner across the globe”. “Possiamo aspettarci — continua Frassineti — che Yoon a Vilnius cercherà di mettere a frutto gli sforzi compiuti negli ultimi dodici mesi per accrescere il profilo internazionale della Corea del Sud, muovendosi diversamente rispetto allo scorso anno quando aveva presenziato fresco di elezione e con pochissima esperienza politica. Probabilmente riceverà un tipo di accoglienza più attenta da parte degli altri leader. Certo, resta aperta la questione del sostegno militare all’Ucraina in quanto la posizione del governo di Seul ha scontentato molti”.

Qual è il feedback a livello di opinione pubblica di questo orientamento strategico sudcoreano? “In generale – risponde Frassineti – un maggiore attivismo a livello internazionale è visto positivamente. Nel caso del partenariato strategico con l’Ue e, più recentemente, di legami più stretti con la Nato, si osserva un sostegno bipartisan da parte dei due principali schieramenti politici. A livello di opinione pubblica la percezione dell’Europa è molto positiva, soprattutto tra i giovani, anche grazie alle attività di public diplomacy condotte dalla rappresentanza dell’Ue in Corea del Sud e all’operato dei centri di eccellenza Jean Monnet all’interno delle principali università del Paese”.

Se per l’amministrazione Moon l’area di interesse principale per la politica estera sudcoreano era in realtà il Sudest asiatico e non in prima battuta l’Europa, con Yoon si nota un una riconsiderazione in tal senso soprattutto dovuta alla necessità di mantenere saldi i rapporti con gli Stati Uniti e all’impatto della guerra in Ucraina. Per Frassineti, i tentativi sudcoreani di approfondire i legami con i partner europei stanno avendo buoni risultati probabilmente anche per il fatto che negli ultimi anni la Corea del Sud così come alcuni Paesi europei sono stati il bersaglio della coercizione proveniente dalla Cina e dalla Russia. “Si osserva una crescente convergenza nella percezione della minaccia tra europei e partner asiatici. Quando a Seul si valutava la posizione da prendere sulla crisi ucraina, e soprattutto la vendita di armi alla Polonia, la Russia aveva minacciato esplicitamente la Corea del Sud. Yoon in quell’occasione aveva dimostrato di saper reggere la sfida. Con molta probabilità la risposta del suo governo sarebbe molto diversa nel caso in cui le stesse pressioni arrivassero dalla Cina”.

L’attuale amministrazione conservatrice ha dimostrato l’intenzione di portare avanti una politica estera allineata a quella statunitense e di esporsi, almeno a parole, contro i tentativi di ribaltare l’ordine liberale internazionale fondato su regole condivise, ma con Pechino permangono criticità e forme di interdipendenza complesse da gestire. Anche a questo per Seul serve l’allineamento con la Nato.


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