Gli alleati riuniti a Vilnius hanno ribadito il sostegno a Kyiv, il cui futuro “è nella Nato”. Ma manca un calendario per l’adesione. Appuntamento a Washington al 2024, quando verrà presentato il documento sul vicinato meridionale, priorità dell’Italia
Il summit Nato di Vilnius si chiude con una dichiarazione dei leader in 90 punti. L’ultimo per ringraziare l’ospitalità lituana e darsi appuntamento a Washington, negli Stati Uniti, nel 2024 per il 75° anniversario dell’alleanza e nei Paesi Bassi nel 2025.
IL FUTURO DELL’UCRAINA
I leder hanno ribadito il sostegno alla sovranità della Georgia e dell’Ucraina. In particolare, la sicurezza di Kyiv “è di grande importanza per gli alleati” e il suo futuro “è nella Nato”. Ribadendo gli impegni del vertice di Bucarest del 2008, i leader hanno riconosciuto che “il percorso dell’Ucraina verso la piena integrazione euro-atlantica è andato oltre la necessità del Piano d’azione per l’adesione”. Ma “saremo in grado di estendere” l’invito soltanto “quando gli alleati saranno d’accordo e le condizioni saranno soddisfatte”. Non c’è, dunque, quel calendario richiesto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
IL VICINATO MERIDIONALE
Quanto al Fianco Sud, priorità italiana, gli alleati evidenziano “le sfide interconnesse di sicurezza, demografiche, economiche e politiche”, “aggravate aggravate dall’impatto del cambiamento climatico, dalla fragilità delle istituzioni, dalle emergenze sanitarie e dall’insicurezza alimentare”. È un terreno fertile per gruppi armati, organizzazioni terroristiche, interferenze “destabilizzanti e coercitive” da parte di concorrenti strategici come la Russia e la Cina. Per questo, i leader hanno dato mandato al Consiglio Nord Atlantico di avviare “una riflessione completa e approfondita sulle minacce e le sfide esistenti ed emergenti e sulle opportunità di impegno con i nostri Paesi partner, le organizzazioni internazionali e altri attori rilevanti della regione, da presentare al prossimo vertice del 2024”.
IL RAPPORTO CON LA CINA
La Cina rappresenta una sfida per “i nostri interessi, la nostra sicurezza e i nostri valori”, si legge nel documento che evidenzia le tattiche di guerra ibrida messe in campo da Pechino. La Cina, continua, “cerca di controllare settori tecnologici e industriali chiave, infrastrutture critiche, materiali strategici e catene di approvvigionamento. Usa la sua leva economica per creare dipendenze strategiche e rafforzare la sua influenza. Cerca di sovvertire l’ordine internazionale basato sulle regole, anche nei settori spaziale, cibernetico e marittimo”. La Nato ribadisce l’apertura a un “impegno costruttivo” con la Cina ma evidenzia anche come il rafforzamento del partenariato strategico tra la Cina e la Russia “sono contrari ai nostri valori e interessi”. Inoltre, gli alleati chiedono alla Cina “di agire in modo responsabile e di astenersi dal fornire aiuti letali alla Russia” e di “cessare di amplificare la falsa narrativa russa che incolpa l’Ucraina e la Nato per la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina”.
LE SPESE MILITARI
I leder hanno ribadito l’impegno a impegniamo a investire annualmente “almeno” il 2% del Pil in difesa. E ancora: “Affermiamo che in molti casi sarà necessaria una spesa superiore al 2% del Pil per colmare le carenze esistenti e soddisfare i requisiti in tutti i settori derivanti da un ordine di sicurezza più contestato”. Infine, si sono impegnati a investire almeno il 20% dei bilanci per la difesa in major equipment, comprese le relative attività di ricerca e sviluppo per “mantenere il nostro vantaggio tecnologico e continuare a modernizzare e riformare le nostre forze e capacità, anche attraverso l’integrazione di tecnologie innovative”.