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Tra G7 e F-16, Zelensky torna da Vilnius più forte di prima

Anche se non c’è un piano per l’adesione all’Alleanza, il summit della Nato ha comunque portato risultati concreti per Kyiv. Dalla garanzia di un sostegno militare a lungo termine promesso dai membri del G7 all’avvio degli addestramenti aerei, l’Ucraina esce rafforzata. E la sua adesione alla Nato, che fino a pochi mesi fa sembrava merce di scambio per una futura pace, ora non è più in discussione

Il summit di Vilnius, che si è avviato al termine, è stato sicuramente proficuo per l’Ucraina. Anche se la speranza di un piano ben definito per regolare l’accesso all’interno dell’alleanza non si è concretizzata, la quarantottore lituana ha portato comunque importanti novità per Kyiv.

Nella mattinata di Mercoledì 12 Luglio Amanda Sloat, senior director per l’Europa all’interno del National Security Council statunitense, ha preannunciato che questa sera il presidente statunitense Joe Biden, assieme ad altri leader del G7, annunceranno una forma di impegno a lungo termine atta a garantire la sicurezza dell’Ucraina durante l’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy. “Gli Stati Uniti, insieme ai leader del G7, annunceranno la nostra intenzione di aiutare l’Ucraina a costruire un esercito in grado di difendersi e di scoraggiare un futuro attacco” sono state le parole della funzionaria statunitense.

L’annuncio dovrebbe coincidere con l’inizio di una serie di negoziati bilaterali tra l’Ucraina e ciascuno degli stati del G7 coinvolto nell’iniziativa (ancora non è chiaro quali siano effettivamente gli stati coinvolti in questo processo), portate avanti sotto l’egida di una dichiarazione-ombrello congiunta. Oggetto di queste negoziazioni saranno la fornitura di equipaggiamento bellico a lungo termine, così come l’incremento nella condivisione dei dati di intelligence, nel sostegno alla lotta contro le minacce informatiche e ibride, negli sforzi per l’addestramento e le esercitazioni militari e snello sviluppo della base industriale ucraina.

Quest’iniziativa, che offrirebbe un sostegno costante e in forma strutturata all’Ucraina, è atta a placare, almeno parzialmente, i malesseri di Kyiv e di quei paesi Nato che speravano di vedere uscire dal summit di Vilnius una roadmap ben definita per l’ammissione ucraina all’interno dell’Alleanza atlantica. A questo proposito, la prima ministra dell’Estonia Kaja Kallas ha constatato che gli accordi di sicurezza bilaterali potrebbero offuscare il dibattito sull’adesione dell’Ucraina, e che gli impegni preannunciati non sono sufficienti a scoraggiare la Russia nel lungo termine.

“L’adesione alla Nato darebbe la garanzia che quando c’è un cambio di leadership in alcuni paesi, perché ci sono le elezioni, non cambia l’obbligo di uno stato membro di aiutare l’Ucraina” ha affermato la leader del paese baltico.

Contemporaneamente, a latere del summit di Vilnius alcuni funzionari hanno annunciato la firma di un memorandum che prevede per agosto l’inizio delle sessioni di addestramento di piloti, tecnici e staff di supporto ucraini all’utilizzo dei velivoli multiruolo F-16. I primi addestramenti, condotti da personale di 11 nazioni diverse, avranno luogo in Danimarca, mentre un ulteriore campo sarà adibito nei prossimi mesi in territorio romeno. La notizia è stata rilanciata sul suo profilo Twitter dal ministro della difesa ucraino Oleksii Reznikov, che non esclude un’estensione del programma ad altre tipologie di apparecchi.

“Speriamo di poter vedere i risultati all’inizio del prossimo anno” si augura il ministro della difesa danese Troels Lund Poulsen, anche se al momento non risulta che nessun esemplare di F-16 sia stato effettivamente recapitato alle forze aeree di Kyiv.



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